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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Alla mostra Yume suggestioni, sapori e odori di un Giappone a cavallo tra tradizione e modernità

Alla mostra Yume suggestioni, sapori e odori di un Giappone a cavallo tra tradizione e modernità

Pordenone - La mostra Yume dedicata alla fotografia giapponese del XIX secolo in corso in Galleria Pizzinato dà occasione, nel ciclo degli appuntamenti collaterali che la arricchiscono, ad approfondimenti a 360° sulla cultura giapponese antica e contemporanea.

Venerdì 15 gennaio alle 20.45 si darà spazio alla parola e alla letteratura, in collaborazione con Bottega Errante. E a raccontare suggestioni, sapori e odori di un Giappone a cavallo tra tradizione e modernità saranno lo scrittore Mauro Daltin e l'attrice Carlotta Stefania del Bianco, attraverso le parole di Tiziano Terzani, Banana Yoshimoto, Arthur Golden, Haruki Murakami, Will Ferguson e molti altri.

Un viaggio, intrecciato alle musiche curate e scelte dal musicologo Simone Ciprian, che ci introduce nelle memorie di una Geisha, lungo una strada a fare l'autostop con Buddha, immersi in un piatto di sushi o nella cultura millenaria del tè, dentro le pagine della grande letteratura giapponese o alla ricerca della fioritura dei ciliegi lungo tutta l'isola. Ingresso gratuito.

 

La Gorizia dei confini raccontata dai "suoi" soldati

La Gorizia dei confini raccontata dai

Gorizia – Le frontiere sono da sempre state caratterizzate da un fattore: la forte presenza militare. Lo sa bene il capoluogo isontino, che fin da quando faceva parte dell'Impero Austroasburgico e ancora di più sotto l'Italia è stata il punto di inizio e fine per numerosi popoli e nazioni.

Oggi il termine confine ritorna minaccioso nei discorsi politici, mentre è possibile passare dal nostro Paese alla Slovenia come se niente fosse, come un prolungamento logico della città. Del passato militare a Gorizia rimangono comunque numerose caserme, luoghi spesso abbandonati a sé stessi mentre il tempo li deteriora, sotto l'occhio dei cittadini.

Per raccontare questo lato della Storia la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia (Carigo) ha allestito la mostra fotografica “Soldati”, ospitata nella propria sede in via Carducci. Aperta dal 30 ottobre e visitabile fino al 28 febbario 2016, questa è un percorso che parte dall'era asburgica e attarverso tutto il secolo scorso, fino ad arrivare ai giorni nostri, raccontato dal punto di vista di chi si trovò nella “Nizza austriaca” per difenderla o conquistarla.

Le immagini storiche del capoluogo arricchiscono il racconto: luoghi che ancora oggi esistono, come numerosi bar del centro storico, e altri che invece sono spariti, come la Caserma Vittoria che sorgeva proprio nell'omonima piazza, al fianco della chiesa di Sant'Ignazio: verrà demolita negli anni '30, mentre altre sorgevano in tutta la città.

Si va avanti negli anni e i periodi che si toccano sono tanti: l'arrivo di Mussolini nel 1938, occasione per la quale i addobbò a festa tutte le vie tanto da apparire come la Capitol City di Hunger Games; la bandiera statunitense che sventolò sul Castello alla fine della Seconda Guerra Mondiale, alla vigilia della decisione a Parigi di separare Gorizia dal suo entroterra e, quindi, dalla Jugoslavia titina; e i vallichi molto diversi da come li conosciamo oggi, a volte improvvisati.

Mano a mano che si prosegue nel percorso fotografico, il bianco-e-nero lascia il posto ai colori, che mostrano la brigata Pozzuolo in piazza Vittoria in parata dopo una delle sue numerose missioni nell'ambito ONU. E poi ci sono le caserme vuote, ormai inutili dopo che la Guerra Fredda è finita e non c'è più la minaccia comunista da Est: che futuro hanno quelli edifici? Una risposta tenta di darla il filmato “Un Paese di primule e caserme”, nella speranza di smuovere qualche coscienza.

Realizzata in collaborazione con il Gruppo di ricerca isontina “Isonzo” e il Comune di Gorizia, la mostra “Soldati” offre una retrospettiva della Storia a dir poco unico. Un viaggio che merita di essere intrapreso, per capire che da quei vecchi confini oggi non si può tornare indietro ma solo puntare avanti, riprendendo in mano con progetti lungimiranti le caserme abbandonate: dalle macerie possono nascere solo nuove sfide.

Ingresso gratuito.

Doppio appuntamento con Minimalia: “L’ironia è una cosa seria”

Doppio appuntamento con Minimalia: “L’ironia è una cosa seria”

Allo spazio Interazioni di Udine, il 2015 si chiude con due eventi dedicati all’arte e realizzati in collaborazione con Poesia&Friends. Il primo appuntamento è per sabato 19 dicembre (ore 17.30) con l’inaugurazione, in via della Rosta 46, della mostra internazionale Minimalia, dedicata al miniquadro e alla miniscultura e visitabile fino al 14 gennaio.

L’esposizione, che sarà introdotta dal critico d’arte Enzo Santese, vede la partecipazione di 15 artisti che presenteranno le loro opere realizzate in vari materiali: Luciano Lunazzi, i pordenonesi Roberto Raschiotto e Pedro Grizzo, Alessandro Cadamuro (scultore di vetro), Alfredo Pecile, Livio Fantini (che lavora pietra, legno e metallo), Domenico Montesano, il performer Luca Zaro (chine), gli astrattisti Mario Snaidero e Paola Martinella, Michele de Agostini, Natasha Bondarenko (che lavora con la iuta), il fotografo Rudy Barborini, nonché il pittore autriaco Franz Bergher e l’artista sloveno Etco Tutta.

Il 21 dicembre alle 18, invece, la stessa sede ospiterà “L’ironia è una cosa seria”, serata di letture incentrate sull’ironia in tutte le sue espressioni, dal grottesco alla satira, dall’umorismo alla derisione. I protagonisti saranno alcuni scrittori e poeti friulani, come Nicola Skert, Natalia Bondarenko, Alessandra Flores d’Arcais, Alessandra Zenarola, Matteo Cimenti, Maurizio Pessina, Sandro Pecchiari e Massimiliano Lancerotto, accompagnati dalle improvvisazioni del trombettista sardo Sandro Carta che suona in formazioni di musica contemporanea (TMO-Topoloska Minimalna Orkestra) e di musica Oberkrainer (Trio Tocai, Popotnikj). .

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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