Amianto in FVG, regione più colpita in Italia. Presentato un vademecum per cittadini e medici
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- Pubblicato Giovedì, 23 Febbraio 2017 11:44
- Scritto da Tiziana Melloni
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Trieste - Il Friuli Venezia Giulia è la regione italiana percentualmente più colpita dal problema amianto, presente in quantità pari a 1 milione di tonnellate rispetto ad una rilevazione complessiva di 32 milioni di tonnellate a livello nazionale.
Venti decessi e quasi duecento casi accertati di malattie professionali da amianto rilevate lo scorso anno in regione, un crescendo costante dal 2011 (146) che, come è stato rilevato nel corso della presentazione del vademecum “Conoscere l’Amianto" edito dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dovrebbe proseguire fino al 2020 in quanto, ha spiegato il direttore di Inail Fvg, Fabio Lo Faro, i danni provocati dall'amianto si manifestano a distanza di 20 e perfino 40 anni.
Ogni anno l'Inail Fvg eroga 1400 prestazioni economiche ai malati accertati in regione, pari al 10 per cento del totale italiano a fronte di un incidenza territoriale nazionale del Friuli Venezia Giulia di appena il 2 per cento.
“Conoscere l’Amianto", ha affermato il presidente della Commissione regionale amianto, Fernando Della Ricca, è un opuscolo completo e dettagliato che raccoglie tutto quanto c'è da sapere per trattare l'argomento in maniera oggettiva, evitando che la disinformazione crei eccessi di preoccupazione.
"Così - ha evidenziato l'assessore all'Ambiente del Friuli Venezia Giulia, Sara Vito, rimarcando la forte sinergia con la direzione Salute - forniamo informazioni precise e facilmente fruibili a beneficio di tutti".
"Serve infatti - ha aggiunto Vito - conoscere bene l'amianto per affrontarlo ed eliminarlo senza rischi laddove è ancora presente. Noi, primi in Italia, abbiamo considerato l'amianto una priorità, attivando ogni strumento necessario per chiudere positivamente la partita quanto prima. A questo proposito - ha spiegato l'assessore - per il 2017 abbiamo stanziato 1,3 milioni di euro per il risanamento di luoghi pubblici, privati famigliari e aziendali".
Alla disponibilità regionale, ha annunciato il direttore Inail Fvg, si aggiungono 2,5 milioni distribuiti tra il 2015 e il 2016 attraverso avvisi pubblici Isi per l'eliminazione dell'amianto in ambienti di lavoro.
"Conoscere l’Amianto" - ha commentato l'assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Maria Sandra Telesca - faciliterà il lavoro dei medici di medicina generale e contribuirà ad accrescere la consapevolezza dei cittadini rispetto ad un problema reale che, se gestito con le dovute attenzioni, può essere contenuto".
Il vademecum, presentato il 22 febbraio a Trieste nella sede della Giunta regionale, è frutto di una collaborazione tra Inail, Regione (direzioni Ambiente e Salute), Azienda per l'assistenza sanitaria Fvg, Università di Trieste (unità clinica operativa Medicina del Lavoro), Centro regionale amianto e Commissione regionale amianto.
Costituito da 20 pagine di testo suddivise in tre sezioni (Amianto cos'è, Sorveglianza sanitaria e Informazioni utili), Conoscere l'Amianto è stato inizialmente prodotto in 7mila copie che saranno distribuite nelle strutture pubbliche, recapitate a tutti i medici di medicina generale e, in parte, affidate all'Inail. A breve sarà anche scaricabile la versione on line dal sito web della Regione.
Numero unico 112 da attivare in FVG: il consigliere forzista Novelli si rivolge al Prefetto
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- Pubblicato Lunedì, 13 Febbraio 2017 11:24
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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FVG - Era stato annunciato come pienamente operativo su tutto il FVG entro il 2016 ed era stato prorogato a marzo-aprile 2017 il servizio 112, il Numero Unico di Emergenza Europeo (NUE), per ogni caso di emergenza, sia essa sanitaria o di pubblica sicurezza.
Ora, dopo aver rivolto alla Giunta numerose sollecitazioni e interrogazioni sul tema, il consigliere regionale Roberto Novelli (Fi) si rivolge al Prefetto di Udine per rappresentare la situazione nelle sue criticità.
L’attivazione, secondo gli intenti dell’amministrazione regionale, dovrebbe avvenire entro il 14 marzo (Udine e Gorizia) e il 4 aprile (Pordenone e Trieste).
Il 112 sostituirà gradualmente gli altri numeri (113, 115 e 118) per effetto del Protocollo d'intesa sottoscritto il 31 maggio 2016 a Roma dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e dal ministro dell'Interno Angelino Alfano.
La Regione in tal modo ha aderito alle direttive europee al fine di rendere più efficace ed efficiente il servizio di pronto intervento e di soccorso in tutti i suoi ambiti.
Il nuovo Call Center, in cui lavoreranno in tutto 29 operatori, troverà base operativa a Palmanova nella sede della Protezione civile regionale.
Tuttavia il consigliere forzista denuncia quello che a suo parere è uno stallo del programma, a partire dalla selezione dei 29 operatori necessari per garantire la funzionalità 24 ore su 24 del sistema.
Secondo Novelli "La gestione del percorso che dovrebbe portare all'attivazione del Numero unico dell'emergenza (Nue) in Friuli Venezia Giulia suscita serie preoccupazioni. Visto che la Giunta regionale è immobile di fronte alle mie continue sollecitazioni in merito, ho deciso di rivolgermi direttamente al prefetto di Udine per rappresentargli tutte le criticità".
Il consigliere regionale di Forza Italia ha inviato una lettera al rappresentante del Governo del territorio in cui avrà sede la Centrale unica dell'emergenza, dopo aver già scritto molte interrogazioni sul tema a partire dal 2014, alle quali la Giunta non ha mai dato risposta.
"Le mie preoccupazioni, condivise da molti operatori dell'emergenza/urgenza regionale - rileva Novelli -, derivano da ripetute segnalazioni di criticità ancora non risolte che potrebbero azzoppare in partenza la funzionalità e l'efficacia del Nue, mettendo in serio rischio la sicurezza dei cittadini".
Così i fatti raccontati dal consigliere: dopo la graduatoria per la selezione degli operatori del 112, annullata per via di un candidato che aveva confessato di conoscere le domande, a Palmanova si è tenuta una nuova selezione dove solo 3 candidati sono risultati idonei, che aggiunti ai 12 pescati precedentemente dal Comparto unico, vanno a coprire solo la metà dei 29 che servono a garantire l'operatività 24 ore su 24 del Nue.
"Insomma - prosegue l'esponente di Forza Italia - la Centrale unica dovrebbe garantire la copertura totale delle emergenze in regione, invece sia 112 che 118 si trovano ancora in alto mare. Cambia il numero, ma non l'inefficienza della Giunta Serracchiani: il bando per operatori del 118 che andranno a lavorare a Palmanova ha avuto lungaggini e complicazioni, il software di gestione è stato bocciato dagli addetti ai lavori, per non parlare delle problematiche che la gestione delle emergenze ha sul piano operativo per il personale sanitario".
"In una nota del 3 novembre 2015, la Giunta assicurava che la Regione sarà operativa con l'attivazione della Centrale unica di risposta entro l'estate 2016. Siamo già arrivati al 2017 e i ritardi non sembrano cessare e non si comprende come, in queste condizioni, possa essere rispettato il traguardo di far partire il 112 nelle province di Udine e Gorizia il 14 marzo e di andare a regime con Pordenone e Trieste il 4 aprile".
Se si aggiunge che i selezionati dovranno fare un corso di formazione di tre settimane per diventare a tutti gli effetti operatori del 112, ecco che Novelli di dice seriamente preoccupato e per questo ha deciso di informare il prefetto.
World Cancer Day, il CRO di Aviano: corretti stili di vita miglior modo per prevenire i tumori
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- Pubblicato Sabato, 04 Febbraio 2017 22:50
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Aviano (Pn) - Ogni giorno, in Italia, quasi mille persone si ammalano di tumore. Anche se la frequenza delle neoplasie, così come la maggior parte delle malattie non infettive, aumenta con l’età, l’invecchiamento non ha una relazione diretta col cancro.
I fattori di rischio più pesanti sono le scelte quotidiane e gli stili di vita adottati in precedenza. Occorre mettere in sicurezza la propria salute adottando scelte salutari e consapevoli.
Il nostro migliore alleato è la ricerca perché permette di indicare le migliori forme di prevenzione; decenni di studi scientifici hanno permesso di identificare con chiarezza i tanti fattori che aumentano la probabilità di sviluppare un tumore. Buona parte di essi può essere eliminata o ridotta con uno stile di vita sano.
“Purtroppo – commenta Diego Serraino, responsabile della struttura di Epidemiologia Oncologica del CRO di Aviano, che ha elaborato i dati in occasione del World Cancer Day 2017, in programma il 4 febbraio – la percentuale di quanti si espongono a questi fattori di rischio è ancora significativa: recenti indagini hanno dimostrato che circa il 27% degli italiani si dichiara fumatore, che uno su 3 è sovrappeso e uno su 10 addirittura obeso; il 17% eccede nel consumo di bevande alcoliche e il 32% non svolge attività fisica. In quanto poi al consumo di frutta e verdura nelle dosi consigliate (5 porzioni al giorno), la regola è seguita poco meno del 10%”.
“Subito dopo il fumo, sono le insane abitudini alimentari a preoccupare maggiormente: un eccessivo consumo di cibi contenenti zuccheri semplici (dalle bibite gasate alla pasta o al pane raffinato), o di cibi ad alto contenuto di grassi animali (ad esempio, carni rosse e insaccati), lo scarso uso di piatti a base di verdura e la bassa frequenza di attività fisica ci stanno allontanando dalla dieta mediterranea a base di olio di oliva, frutta, verdura, carni bianche, pesce e cibi non raffinati”.
È ben accertato che quasi il 50% dei tumori può essere evitato mettendo in sicurezza la propria salute con scelte di vita sane e consapevoli, tenendo a mente che:
- non fumare è il singolo miglior modo per una persona di prevenire fino a 17 tipi diversi di tumore;
- circa il 30% dei tumori è diagnosticata a persone sovrappeso, obese, o a chi non svolge adeguata attività fisica (basta anche una passeggiata giornaliera di 30 minuti!);
- proteggere la pelle dal sole ed evitare l’abbronzatura artificiale riduce al minimo il rischio di sviluppare il melanoma;
- vaccinare le giovani ragazze contro l’infezione dal virus del papilloma umano le protegge dal tumore della cervice uterina.
L’Istituto Nazionale Tumori attua politiche di prevenzione connesse agli stili di vita da diversi anni e, come spiega il Direttore scientifico, Paolo De Paoli, “particolare accento è stato posto alla trasmissione di notizie scientificamente validate e, per questo, concretamente utili all'attuazione di stili di vita capaci di ridurre il rischio di sviluppare tumori”.
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