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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Quando la pelle cambia anche l'anima: la psoriasi, malattia sconosciuta e invalidante

Quando la pelle cambia anche l'anima: la psoriasi, malattia sconosciuta e invalidante

Pordenone - La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica eritematosquamosa della pelle, non è contagiosa né infettiva, ma persistente e duratura. Colpisce in tutte le fasce di età, uomini e donne in percentuali simili. È diffusa ovunque e ne soffre circa il 3% della popolazione mondiale.

Si manifesta con chiazze ispessite e arrossate in differenti dimensioni e gravità, da piccole zone ad aree estremamente estese. Le cause sono ancora sconosciute; si sa che c’è una predisposizione genetica che però non è sufficiente a spiegare l’insorgenza della malattia. Stress, traumi, farmaci, alterazione del metabolismo sono spesso fattori scatenanti di tale patologia. Si ipotizza che abbia origine nel sistema immunitario, un terzo dei casi è infatti ereditario.

Vari sono i trattamenti che vengono consigliati: vanno dalle creme, alla fototerapia, a farmaci anche biologici. Tutti hanno l'effetto di migliorare la malattia, anche per lunghi periodi, ma nessuno è tuttavia risolutivo e lo stato patologico ricompare, spesso in forma peggiore.

Gli sguardi furtivi, le esitazioni, i comportamenti anomali degli altri condizionano negativamente la vita di relazione del malato di psoriasi. A scuola, in palestra, al lavoro chi è affetto viene spesso isolato, guardato con una certa diffidenza.

Natalino Corazza, un noto e geniale imprenditore nel settore della macchine automatiche per l’imballaggio - campo in cui si contraddistinse a livello mondiale - già dall'età di trenta anni iniziò a soffrire di psoriasi che ha condizionato la sua vita.

Purtroppo non solo la sua, ma anche quella di altri membri della sua famiglia costretti a cure continue, a volte dolorose, a volte prive di efficacia e che spesso hanno prodotto danni collaterali anche rilevanti, come ad esempio cheratosi attiniche o tumori squamocellulari che debbono essere rimossi chirurgicamente.

Ed è proprio per questo che, in memoria di Natalino Corazza, nel 2014 nasce, per volontà della vedova Maria e della figlia Valeria, la Fondazione Natalino Corazza psoriasi & Co la cui missione è quella di sostenere la ricerca scientifica sulla psoriasi e sulle sue complicanze, quali l’artrite psoriasica, le patologie onco dermatologiche, con particolare attenzione alle cause che, come detto, sono a tutt'oggi affatto chiare.

Il traguardo è quello di poter trovare terapie che possano migliorare la qualità della vita di coloro che vivono sulla propria pelle il dramma di questa malattia visivamente invalidante.

Dopo un lungo iter, a marzo del corrente anno verrà assegnata la prima borsa di studio finanziata dalla Fondazione e il vincitore lavorerà a Modena collaborando con la proff. Cristina Magnoni, dermatologa  e chirurgo dell'Università degli Studi di Modena e Reggio.

La ricerca riguarderà il “profilo metabolonico” dei pazienti affetti da psoriasi. La “metabolomica”, sviluppatasi in anni relativamente recenti, è quella scienza che studia i prodotti derivanti dalle reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo, cioè i metaboliti. La metabolomica è ritenuta una metodologia importante per valutare lo stato di salute di una persona e quindi per individuare le alterazioni alla base di patologie croniche o non ancora conclamate.

La Fondazione (www.fondazionecorazzapsoriasiandco.it), nella convinzione che la ricerca scientifica sia l'unica strada da percorrere, si propone di provvedere al sostegno finanziario della ricerca scientifica medica nel settore dermatologico e oncodermatologico legato alla psoriasi; promuovere iniziative ed eventi allo scopo di diffondere la conoscenza di questa malattia ad un pubblico sempre più vasto; organizzare la raccolta di fondi necessari allo sviluppo della ricerca; diffondere la conoscenza delle attività di studio e di ricerca sostenute dalla Fondazione.
 

World Cancer Day: ricerca del CRO di Aviano sui drammatici effetti cancerogeni del fumo

World Cancer Day: ricerca del CRO di Aviano sui drammatici effetti cancerogeni del fumo

Aviano (PN) - In Friuli Venezia Giulia, sono stimati circa 250.000 fumatori (140 mila uomini e 110 mila donne). Lo rende noto l'Istituto tumori Cro di Aviano, in occasione del World Cancer Day, che quest'anno cade il 4 febbraio.

È nella provincia di Trieste che si registra la più alta percentuale di fumatori in regione: secondo i risultati dello studio "Passi", nel periodo 2011-2014, il 36% degli uomini e il 26% delle donne residenti erano fumatori, contro il 27% e il 21% nell'alto Friuli, il 30% e il 18% nel Pordenonese.

In FVG il fumo di sigarette muove circa un milione di euro al giorno (365 milioni l'anno), di cui il 75% (circa 275 milioni) sono tasse. Una morte su 4 è dovuta al fumo di sigarette, pari a circa 3.500 morti all'anno su 14 mila decessi; un tumore maligno su tre è dovuto al fumo di sigarette, pari a circa 3.300 nuovi casi all'anno su poco meno di 10 mila nuove diagnosi.

"L’intero pianeta rivolge oggi il proprio sguardo, la propria attenzione, la propria solidarietà - dice Paolo De Paoli, Direttore scientifico del CRO - a sostegno dell’infinita battaglia che la medicina combatte da secoli per sconfiggere il male dei mali. Lo fa grazie all’iniziativa sapientemente promossa dall’Unione Internazionale per la lotta contro il cancro che ogni anno ci offre la possibilità di fare il punto sullo stato delle cose. Ebbene, appare sempre più evidente che a fronte di cure avanzate, ma costose e di difficile sostenibilità per l’intero sistema sanitario, occorre lavorare sulla prevenzione".

"L’Istituto Nazionale Tumori CRO di Aviano - ha spiegato De Paoli - è impegnato su più fronti: diffondere quanto più possibile la conoscenza, dare un forte impulso alla ricerca in campo preventivo, individuare con rapidità la formazione di nuove neoplasie e gestire al meglio pazienti che hanno già ricevuto una prognosi temporaneamente sfavorevole".

Diego Serraino, direttore SOC Epidemiologia e Biostatistica IRCCS CRO, denuncia che "Nonostante i danni causati dal fumo alla salute siano chiaramente documentati e noti al largo pubblico, nonostante le leggi sul divieto di fumare in locali pubblici siano, in Italia, sempre più restrittive, quasi un cittadino italiano su tre (il 28% circa) è un fumatore abituale. Questo significa che in Italia circa 14 milioni di persone, ogni giorno, si comprano la loro dose di nicotina, il principio attivo del fumo che procura dipendenza".

"Una dipendenza - aggiunge lo specialista - che muove più o meno milioni di euro al giorno (quasi 15 miliardi l’anno), di cui il 75% sono tasse – introiti per le casse dello stato. Come è ben chiaro che la guerra contro il cancro non si possa vincere senza un appropriato contrasto del fumo, altrettanto chiaro è che la guerra al fumo si vince aumentando il prezzo delle sigarette. E’ questo il primo obiettivo attuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, inasprire le tasse sul fumo, e recuperare risorse per la prevenzione del cancro. Il 25% delle morti in Europa e il 30% negli USA sono causate dal fumo".

Di seguito alcuni dati resi noti dal CRO:

Business
Fumatori: circa 14 milioni, di cui 7,5 milioni maschi, 6,5 milioni femmine
Media giornaliera pro-capite: 13 sigarette
Costo medio del pacchetto da 20: 4,40 euro, media/sigaretta: 0,22 euro
Spesa media giornaliera pro-capite 2,90 euro
Spesa media giornaliera degli Italiani: 40 milioni 600 mila euro
Ogni anno se ne vanno in fumo 14,8 miliardi di euro cui va aggiunto il costo di sigari e tabacco da pipa

Danni sanitari
Il 25% delle 550 mila morti annue in Italia sono causate dal fumo: 140.000 morti evitabili. Dei 150 mila decessi annui per tumore, almeno 50 mila sono dovuti al fumo (30 mila per tumore del polmone) / Oltre 90 mila morti annue in Italia per infarto, ictus, malattie vascolari, renali e varie altre patologie sono dovute al fumo


Per Alessandra Bearz, dirigente all’Oncologia Medica IRCCS CRO, "Enormi progressi sono stati compiuti nella terapia del carcinoma del polmone e nella sua diagnosi precoce. Se fino venti anni fa non esistevano medicine riconosciute attive in questo campo, al giorno d'oggi esistono svariati farmaci attivi, chemioterapici, farmaci a bersaglio molecolare ed agenti immunostimolatori che possono essere efficacemente utilizzati in sequenza".

"I malati di tumore polmonare possono fare affidamento, oggi al CRO, sulle terapie farmacologiche maggiormente avanzate e orientate verso una medicina sempre più di precisione e adattata alla singola persona, essendo disponibili molte terapie standard ma anche approcci innovativi e sperimentali che permettono un accesso alle novità ben più rapido".

"Fondamentale, tuttavia, è la prevenzione: perché se è importante curare la malattia conclamata, è ancora più importante che gli stili di vita siano adeguati per prevenire lo sviluppo del tumore del polmone. Il riconoscimento fin dall’età scolare del fumo come causa principale di tumore del polmone, ha già avuto un iniziale significativo impatto nell'indurre un decremento della patologia. Studi sono in corso di validazione per la individuazione di uno screening efficace per la prevenzione nella popolazione maggiormente a rischio".

Smettere di fumare è sempre indispensabile. Lo sostiene Antonella Zucchetto, dirigente statistico a contratto Epidemiologia e Biostatistica IRCCS CRO: "Ho già il tumore, perché dovrei di smettere di fumare? È questo il pensiero di molte persone ammalate di tumore, smettere di fumare è inutile, la malattia c’è già. Oggi sappiamo che non è così, i recenti studi scientifici mostrano chiaramente che smettere di fumare anche dopo una diagnosi di tumore porta dei benefici per la salute".

"Studi condotti presso l’IRCCS CRO di Aviano hanno dimostrato che i fumatori cui viene diagnosticato il tumore della mammella, della prostata o il linfoma d Hodgkin vedono diminuire fino al 70% la loro attesa di vita dopo la diagnosi. I fumo di tabacco, infatti, può ridurre la risposta alle terapie e aumentare il rischio di effetti collaterali delle terapie stesse e causare la morte per altre malattie acute. Inoltre, poiché un numero sempre maggiore di persone guarisce dal tumore, smettere di fumare riduce negli anni il rischio di sviluppare altre gravi malattie, inclusi malattie cardio-vascolari (l’infarto del miocardio, l’ictus) e secondi tumori. Se questo non è sufficiente per smettere…"

Il CRO ha effettuato uno studio sui malati di tumore. Luigino dal Maso, dirigente statistico di Epidemiologia e Biostatistica all’IRCCS CRO di Aviano, illustra i risultati: "I fumatori che si ammalano di tumore hanno una probabilità di sopravvivenza del 50% inferiore a quella dei non fumatori con lo stesso tumore. Su questi presupposti scientifici è stata avviata una ricerca per stimare quanti dei pazienti ricoverati siano fumatori e quanti di essi smettono di fumare dopo la diagnosi".

"Ricerche analoghe scarseggiano ma in campo oncologico questa nuova area di ricerca riveste una importanza cruciale. Infatti, moltissimi malati oncologici non riescono a trarre vantaggio dai progressi diagnostici e terapeutici perché penalizzati a causa della loro dipendenza dalla nicotina".

"Tra i 2 milioni e 500 mila persone che in Italia vivono dopo la diagnosi di un tumore, 1 milione e 300 mila sono fumatori. È ad essi che si rivolge la nuova ricerca del CRO, con interviste al letto di 600 pazienti, uomini e donne di varie età e affetti da diversi tipi di tumori. Alle visite di controllo – fino a 12 mesi dopo la diagnosi - sarà chiesto loro se hanno smesso di fumare e come ci sono riusciti. Chi ha provato senza successo, sarà indirizzato ai centri antifumo delle ASL di residenza. Lo studio avrà una durata di 12 mesi, è finanziato dalle donazioni del 5xmille che riceve il CRO e i risultati saranno disponibili nei primi mesi del 2017".

Sul tema dell'assistenza ai malati di tumore interviene Marilena Bongiovanni, Presidente di Angolo, associazione di volontariato: "Secondo la recente classifica dell’agenzia Bloomberg (10/2014), il SSN italiano, in termini di efficienza, è primo in Europa e terzo nel mondo. Questa è una buona notizia. Ma ci chiediamo: quanto durerà la sostenibilità del SSN così come noi lo conosciamo?"

"In assenza di un significativo cambio di rotta, siamo vicini al naufragio, anche in tempi molto brevi? Nuovi scenari si profilano in Sanità, per vari motivi: aumento progressivo delle malattie croniche, invecchiamento della popolazione e tagli alla spesa sanitaria. Il SSN può fare molto per arginare o limitare l’insorgenza di alcune patologie croniche, spingendo sugli stili di vita e sulla prevenzione. Le associazioni dei pazienti e di Volontariato sono fortemente coinvolte nell’opera di divulgazione della cultura  della prevenzione e pensano sia necessario il loro contributo anche riguardo ad alcuni aspetti gestionali-organizzativi della Sanità".

"Poiché il rischio di ammalarsi di cancro può, in parte, ridursi adottando stili di vita sani e la prognosi risulta enormemente migliorata con la diagnosi precoce, il Codice europeo contro il cancro, creato nel 1987, lanciato nella sua IV edizione il 14-10-2014, ha lo scopo di fornire ai cittadini informazioni fondamentali per la salute attraverso 12 raccomandazioni, volte alla prevenzione".

"Il primo concetto che il Codice enfatizza è l’importanza di evitare il tabacco, quindi di abolire l’abitudine al fumo, infatti, i primi due articoli recitano di non fumare, di non consumare nessuna forma di tabacco, di rendere la propria casa libera dal fumo e di sostenere le politiche che promuovono un ambiente libero dal fumo al lavoro. Sviluppare un processo di empowerment sia individuale, sia di comunità, nella gestione della salute è prioritario. Il costrutto di empowerment ha alla base concetti come la fiducia nelle risorse e nelle capacità dell'individuo (il self empowerment, cioè la capacità di migliorarsi), il senso di responsabilità, la possibilità e la capacità di incidere e di costruire la realtà, l'aumento delle proprie competenze".

"Perché serve più empowerment? Perché dobbiamo migliorare l'organizzazione sanitaria, stare al passo con i tempi, capire insieme cosa sta cambiando e trovare le soluzioni appropriate. Sviluppare politiche di prevenzione, agendo sugli stili di vita e motivando i MMG. Il Manifesto europeo dei diritti del malato oncologico, presentato il 4 febbraio 2014 presso la sede del Parlamento europeo di Strasburgo, recita WEALTH IS HEALTH, le risorse appropriate, la prevenzione, i trattamenti innovativi e la riabilitazione, riducono il “peso” del cancro, contribuiscono alla rinascita dell’economia europea e delle rispettive popolazioni. Il Benessere economico è Salute, ma la Salute è anche benessere economico".

Infine, la testimonianza di un paziente friulano, il signor Gianfranco: "Il fumo fa male. Ho iniziato a lavorare a 13 anni, in officina a Maniago, facevamo coltelli. Nel 1970 sono stato assunto alla Zanussi, dove ho lavorato per 28 anni. All’inizio in fonderia, dopo un periodo di formazione in Svizzera, e ne sono diventato presto il responsabile coordinando l’attività di 6 operai fino a raggiungere il numero di 40".

"A 22 anni circa, dopo il servizio di leva, ho iniziato a fumare e ho sempre fumato. Nel 1975, a 35 anni, ho avuto un gravissimo incidente automobilistico che mi ha costretto a 9 mesi di degenza in ospedale, provocandomi come conseguenza  nel 1983 un aneurisma aortico post-traumatico con conseguente intervento al cuore. Ho concluso la mia attività lavorativa, con l’inserimento nel centro meccanografico, viaggiando in Italia preso le varie filiali Zanussi, come consulente organizzativo, responsabile dell’help-desk".

"Dopo la pensione a 50 anni, ho raddoppiato il numero delle sigarette fumate nella giornata. Riguardo all’aver cura di me e della mia salute, come mi dicono, sono stato stramonello, cioè incauto e superficiale. Nel 2011, a 63 anni, mi sono ammalato di cancro al polmone e ho subito un intervento per l’asportazione del tumore, nel lobo superiore destro. È seguita una chemioterapia abbastanza debilitante e tante sedute di radioterapia. In seguito ho iniziato un ciclo di controlli di pneumologia e di oncologia".

"Dopo aver assistito al CRO a un incontro (incontri a tema, Patient Education) con Vittore Pagan, chirurgo oncologo che illustrava l’importanza della riabilitazione respiratoria dopo un intervento chirurgico come il mio, ho approfondito e intensificato i miei cicli di riabilitazione. In effetti, per me quell’incontro è stato importante, ho contattato il fisioterapista responsabile della riabilitazione ottenendo giovamento notevole fin dal secondo incontro. La mia è una storia emblematica di un paziente che ce l’ha fatta, nonostante tutto. Ma non fate come me, non emulatemi".

Riforma sanitaria FVG: rendere più rapido il trattamento dei casi meno gravi in Pronto Soccorso

Riforma sanitaria FVG: rendere più rapido il trattamento dei casi meno gravi in Pronto Soccorso

Pordenone - La presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e l'assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca hanno incontrato martedì 19 gennaio il dr. Paolo Bordon, direttore generale dell'Azienda per l'Assistenza Sanitaria (AAS) n.5 Friuli Occidentale, per fare il punto sull'attuazione della Riforma della Sanità regionale.

Sul piano dell'edilizia ospedaliera, Bordon ha ricordato come sia stata deliberata la Gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione dell'Ospedale di Pordenone (il mese di luglio è stato indicato come termine per l'aggiudicazione). Un'altra serie di interventi di adeguamento riguardano invece i presidi di San Vito al Tagliamento, Maniago e Sacile.

Per quanto concerne l'offerta sanitaria, è stato approntato un Progetto sperimentale per l'assistenza ai pazienti di Pronto Soccorso, in particolare i cosiddetti Codici Bianchi, in modo da rendere più rapido il trattamento dei casi meno gravi, assicurando così una risposta più efficace per le situazioni più complesse.

Positivo il dato emerso nel 2015 relativamente alla Sanità territoriale, che è cresciuta del 5 per cento (da 7.700 a 8.150 utenti) nell'area pordenonese. Su questo fronte, l'obiettivo è quello di implementare l'offerta con l'attivazione nel 2016 dei Centri per l'Assistenza Primaria (CAP) a Sacile e Maniago.

"Attraverso questa serie di incontri con i direttori delle Aziende - ha spiegato la presidente - stiamo valutando lo stato dell'arte rispetto all'attuazione della Riforma. Vogliamo infatti capire la fase di avanzamento dei progetti, le criticità e il cronoprogramma per avere un quadro preciso della situazione e stabilire quali sono le necessità del territorio".

"L'incontro di oggi con il direttore Bordon - ha aggiunto l'assessore Telesca - ha fornito un quadro in cui emergono dei passi avanti. Dalla sperimentazione per migliorare il trattamento dei Codici Bianchi alla crescita dell'assistenza territoriale fino all'attivazione della nuova struttura di Sacile, secondo un modello innovativo a metà tra ospedale e territorio, si sono attuate delle misure che consentono di procedere celermente nella direzione indicata dalla Riforma".

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Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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