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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Due giovanissime sciatrici si perdono sul Piancavallo, ritrovate dai Carabinieri

Due giovanissime sciatrici si perdono sul Piancavallo, ritrovate dai Carabinieri

Pordenone - Incidente a lieto fine sulle piste di sci di Piancavallo. Nel fine settimana caratterizzato da fitte nebbie, due ragazze di 12 e 13 anni si sono perse nella pista Sauc mentre sciavano con il padre.

Il fatto è avvenuto nel pomeriggio di sabato 18 febbraio. Durante la discesa resa difficoltosa dalla nebbia, i tre sciatori hanno perso il contatto tra loro.

Il papà delle ragazze, resosi conto dell’accaduto, ha cercato di mettersi in contatto con le figlie tramite il cellulare, ma senza successo data la scarsa copertura.

Ha quindi allertato i Carabinieri in servizio di sorveglianza sulle piste. Intervenuti immediatamente, i militari hanno ritrovato le tracce degli sci delle ragazze e le hanno chiamate a voce.

Le giovanissime sono state individuate alcune centinaia di metri a valle lungo un canalone, all'interno di un bosco di alberi e tra i pali di sostegno degli impianti.

I Carabinieri le hanno guidate nella risalita, resa difficile dal manto nevoso in forte pendenza, con nebbia e visibilità scarsa, riconsegnandole in buone condizioni di salute ai loro familiari.

 

 

 

 

Si accascia sulla pista da fondo di Forni di Sopra, muore sciatore stroncato da un malore

Si accascia sulla pista da fondo di Forni di Sopra, muore sciatore stroncato da un malore

Udine - Uno sciatore di 50 anni, Sergio De Bortoli, di Lignano, è morto nella mattinata di domenica 12 febbraio mentre percorreva l'anello di sci da fondo che collega la località di Santaviela con il Varmost, a Forni di Sopra.

L’uomo, colto da un malore, si è accasciato a terra lungo il percorso. Raggiunto da altri sciatori che hanno dato l’allarme, è stato subito soccorso dal personale medico del 118 che è giunto a Forni con l'elicottero decollato dalla Centrale operativa di Udine.

Sul posto anche un'ambulanza, il gruppo degli Alpini e i Carabinieri. Nonostante le manovre di rianimazione lo sportivo non si è ripreso. I sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso.

Il signor De Bortoli era giunto a Forni la mattina presto con il fratello e i suoi tre figli per trascorrere una domenica sulla neve nell'appartamento di famiglia.

La salma dello sfortunato sciatore è stara composta nella cella mortuaria dopo il nulla osta per la rimozione da parte del magistrato di turno della Procura di Udine.

Morto lo scialpinista travolto da una slavina a Sella Nevea sabato 4 febbraio

Morto lo scialpinista travolto da una slavina a Sella Nevea sabato 4 febbraio

Udine - È morto lunedì 6 febbraio Michele Fedele, lo scialpinista che nella mattinata di sabato 4 febbraio era stato travolto da una slavina staccatasi nella zona di Sella Nevea, sulle Alpi Giulie.

La morte cerebrale dello sfortunato sciatore era stata accertata intorno alle 12.15, e sette ore dopo, al termine del periodo di osservazione, è stato dichiarato il decesso. La famiglia ha dato l'assenso alla donazione degli organi.

Fedele, 41 anni, di Ovaro (Ud) era salito insieme ad un gruppo di altri sette escursionisti per un percorso classico presso Conca Prevala, nel gruppo del Canin, a quota 2000 metri.

Passando sotto ad una una zona rocciosa, nella zona Funiforn, all'altezza del rifugio Gilberti, la comitiva era stata sorpresa dal distacco di un accumulo di neve che aveva travolto due scialpinisti.

L'allarme era partito intorno alle 11.45 con una chiamata di soccorso alla centrale operativa del 118 da parte di uno degli escursionisti rimasti illesi. Gli stessi compagni, tutti muniti di Arva, avevano iniziato subito a scavare nella neve.

Uno degli sciatori travolti, colpito solo parzialmente, aveva riportato ferite a una gamba, mentre Fedele, completamente sommerso dalla slavina, era stato estratto in gravi condizioni ed era stato subito sottoposto a rianimazione da operatori di Guardia di Finanza e Polizia.

L'elicottero del 118 lo aveva trasportato all'ospedale di Udine, dove era stato ricoverato in terapia intensiva.

I medici hanno fatto il possibile per salvargli la vita, ma la grave ipotermia e la carenza di ossigeno gli sono stati fatali.



 

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