Arriva a Trieste l'Associazione Grotte Turistiche Italiane per visitare la terra della speleologia
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- Pubblicato Lunedì, 28 Novembre 2016 23:19
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Dal 30 novembre al 2 dicembre decine di guide di grotte turistiche da tutta Italia saranno sul Carso per visitare le nostre grotte e fare formazione. Sarà un corso ospitato da Le Torri di Slivia e dalla Grotta Gigante.
Dal 30 novembre al 2 dicembre si terrà alle Torri di Slivia l'incontro formativo annuale organizzato dall'Associazione Grotte Turistiche Italiane.
Saranno circa una cinquantina le guide e i gestori di grotte turistiche in arrivo da tutta Italia sul Carso triestino per seguire il sesto corso di formazione organizzato dall'AGTI e dalla Società Speleologica Italiana.
Il corso sarà ospitato dalla Grotta Torri di Slivia insieme alla Grotta Gigante, entrambi membri attivi della prestigiosa associazione – della quale fanno parte le grotte di Pertosa Auletta, le grotte di Frasassi, l'Antro del Corchia, la grotta del Vento, e le grotte di Castellana.
Le guide iscritte al corso avranno, quindi, l'occasione non solo di seguire le importanti lezioni teoriche preparate dagli esperti AGTI, ma anche di “fare pratica” osservando da vicino i fenomeni del carsismo ipogeo ed epigeo. E quale terra migliore della nostra per poter osservare da vicino il carsismo?
Le attività saranno molte e gli iscritti saranno accompagnati da esperti per approfondire sul campo: oltre a visitare le due grotte triestine, vedranno le Risorgive del Timavo, la grotta di San Canziano e la croata Baredine, con le quali si stanno già aprendo interessanti percorsi di collaborazione.
Contatti e informazioni
Grotta Torri di Slivia Aurisina Cave 62/a Duino Aurisina – Trieste 0039 338 3515876 / Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo./ www.grottatorridislivia.it
Aristofane a Scampia: Marco Martinelli presenta il suo nuovo libro
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- Pubblicato Lunedì, 28 Novembre 2016 08:41
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Per chi ama il teatro della verità umana e la pedagogia teatrale rivolta ai giovani, occasione da non perdere mercoledì 30 novembre, alle ore 18.30, alla Nico Pepe di Udine. In collaborazione con il Teatro Club e la Libreria Friuli, ci sarà infatti l’incontro con un maestro d’eccezione, Marco Martinelli, regista, drammaturgo, anima artistica del Teatro delle Albe di Ravenna insieme a con Ermanna Montanari, compagna di vita e d’arte.
A Martinelli si deve l’invenzione quindici anni fa della originale formula di una non-scuola di teatro, che in questi giorni, sotto la guida degli attori Alessandro Renda e Laura Redaelli, è impegnata anche a Udine con un gruppo di 25 ragazzi del Palio Teatrale Studentesco, all’interno del progetto Palio Factory.2 ideato da Angela Felice per il Teatro Club.
Una straordinaria esperienza formativa ed espressiva, di cui dà conto anche l’ultimo libro scritto da Martinelli, Aristofane a Scampia (Ponte alle Grazie, 2016), che verrà presentato durante l’incontro da Claudio de Maglio, Gianni Cianchi e la stessa Felice. Oltre alla bella storia della compagnia ravennate, pluripremiata Ubu, vi sono raccontati il metodo anti-burocratico e le intenzioni della non-scuola, messa in atto, dopo le prime tappe romagnole, con travolgente novità un po’ in tutto il mondo e in particolare nelle zone più svantaggiate, come Scampia, Lamezia Terme o il Senegal.
Il presupposto è la grande fiducia verso i giovani, anche quelli di oggi, che, per Martinelli, non sono affatto “sdraiati”, passivi o condizionati dai social, ma sono animati da sentimenti, passioni e utopie come per tutte le generazioni che si affacciano alla vita. Si tratta allora di portare in evidenza la vita, prima ancora che la scena, magari con l’aiuto dei grandi classici della scrittura teatrale, come Brecht, Skakespeare o l’amato Aristofane, guide sempre eterne per la mobilitazione di energie, emozioni, rabbie e speranze. Il testo di Martinelli disegna così la traccia di nuove possibilità, e sembra dirci tra le righe che il teatro, la letteratura, la cultura non sono altro che l’espressione di un sentimento. Ed è curiosando attraverso i secoli che si ripesca questo sentimento, ancora intatto nonostante il mutare di lingue e dialetti e capace del prodigio della libertà.
Alla Stazione Rogers Elisa Vladilo con il volume “Rima d’Origine”.
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- Pubblicato Domenica, 20 Novembre 2016 09:45
- Scritto da serenella dorigo
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Trieste – L’Associazione S/paesati presenta, oggi domenica 20 novembre alle ore 11 presso la Stazione Rogers, il volume di Elisa Vladilo “Rima d’Origine”.
Dopo l'installazione realizzata per S/paesati 2013 presso la Stazione Centrale di Trieste, e il video ora il volume che documenta l'evento attraverso le foto delle poesie scritte dalle 35 donne delle diverse culture presenti a Trieste.
Poesia ed immagini potremmo definire questo volume di Elisa Vladilo. Abbiamo chiesto inoltre alle donne di raccontare le ragioni che le hanno spinte a scegliere proprio quella poesia. Cultura, lingua e personalità diverse si specchiano l'una nell'altra in un volume in cui gli elementi visivi, i colori, le grafie, gli alfabeti sono parte integrante del caleidoscopio triestino.
Abbiamo chiesto ad Elisa Vladilo alcune curiosità.
Questo libro una tappa emotiva per te significativa. Cosa ci dici?
Certo...innanzitutto fare il libro su un progetto che si è realizzato significa ripercorrere un poco tutto di nuovo, dall'ideazione alle varie fasi di ricerca e di possibili strade per renderlo reale, ricordando il momento dell'evento, che è stato veramente particolare ed importante, anzi, direi magico.
Ho rivissuto l’evento dal momento della scrittura, alle donne che scrivono, ai bambini che giocano, mentre le mamme scrivono, le varie poesie che prendono forma, intrecciando svariati alfabeti grafie e colori. E’stata una nuova avventura, sia per me che per loro, che ha preso forma dalla collaborazione di tutte insieme, creando questo possibile incontro di diverse culture. A tutto ciò aggiungiamo il racconto di ogni persona che ha partecipato, divenendo via via una miscela sempre più forte, dai tanti significati con un impatto emotivo potente. Sabrina Morena ed io, riguardando e rileggendo qua e là il volume, prima di portarlo in stampa, ci siamo emozionate e commosse.
Perché questo libro?
Il libro nasce con l'intento di continuare a far esistere questo evento, perchè ha dato la possibilità a molte persone di poter conoscere qualche frammento di altre culture, creando un avvicinamento a ciò che non si conosce e che a volte genera timore ed allontanando eventuali pregiudizi. Il libro perpetua questa possibilità, oltre ad essere un documento dell'evento.
Poesia ed immagini si fondono e denotano la tua sempreverde sensibilità. Cosa ti ha stupito in questo progetto le storie, le immagini o ?
Quello che mi ha stupito in questo progetto è innanzitutto il fatto stesso che si sia realizzato. Alcuni progetti sembrano più utopistici di altri, questo rientrava nella casistica. Poi si è fatta strada l’idea di poterlo realizzare con la disponibilità e collaborazione di Sabrina Morena, Ornella Urpis, Centostazioni e tutte le donne che hanno partecipato, aderendo a questo progetto. Curiosità ed entusiasmo sono stati i motori che l’hanno portato alla luce.
Artgroup che ha fatto l'allestimento, Paola Pisani e Alessandro Mendizza che hanno fatto le riprese e ovviamente non ultimo, il risultato finale del grande tappeto, o la grande pittura d’ambiente, che ha riscaldato con colori caldi l'ambiente e creato un piccolo caleidoscopio di mondi attraverso le parole. Molti mondi si sono aperti con quelle parole, alcuni più personali, altri più universali, dove tutti hanno potuto trovare un frammento in cui riconoscersi, o scoprire qualcosa di nuovo. Ecco direi questo è quello che mi è piaciuto! Il percorrere continuamente nuove strade e aprire altre porte,e con il libro, questo continua.
In collaborazione con Casa Internazionale delle Donne.
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