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Categoria: Libri
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Pubblicato Lunedì, 19 Settembre 2016 20:39
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Scritto da Eleonora Pertegato
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Pordenone - "Baciami senza rete" è il titolo del libro presentato da Paolo Crepet nell'ambito di Pordenonelegge.
Ed è proprio la rete a fare da sfondo ad un incontro che vuole mettere in luce il rapporto sbagliato che abbiamo instaurato con le tecnologie. Seppur con una forte ironia e senza mai perdere il sorriso, Crepet ha sottolineato gli aspetti più tragici dello spropositato sfruttamento dei mezzi di comunicazione che hanno invaso la nostra epoca.
Nessun cellulare può oggi dirsi utilizzato per quella che era la sua funzione originaria. E scivolando dalla necessità al puro diletto, è facile giungere alla dipendenza.
Una dipendenza brutale che ci passa sotto gli occhi lasciandoci inerti, mentre sorridiamo per la foto ricevuta, dimenticandoci di chi ci siede accanto.
E così perdiamo momenti, esperienze, vita. Forse, persino l'incredibile potenziale della nostra mente. Come riflettere e sognare, guardando un orizzonte che è in uno schermo a pochi centimetri dai nostri occhi? Come essere curiosi in un mondo virtuale in cui non c'è più niente da scoprire, ma niente di davvero conquistato?
Gli adolescenti in questo universo "social" sono nati. Gli adulti l'hanno costruito, e non possono più scappare. La rete ha colonizzato il lavoro, la famiglia e il tempo libero, impedendoci di rinnegarla e instaurando un ideale di perfezione che non smette di inseguirci.
Da qui nascono l'indifferenza che permea le nostre giornate e quell'ondata di omologazione che cancella il brivido dell'originalità. Da qui, nasce anche quel senso di inadeguatezza, insieme alle mille incomprensioni che stanno irreparabilmente dividendo le generazioni.
In realtà, tutti sappiamo che un messaggio non emoziona quanto un interlocutore vero, che il cappuccino della foto di Instagram non profuma e che le amicizie sono più sincere quando Zuckerberg non ci mette lo zampino, ma la tecnologia è ovunque e Crepet non ci propone nulla di assurdo o troppo rivoluzionario.
Attraverso riflessioni, storie ed esempi, vuole rivolgerci soprattutto due inviti: uno, velato, a convivere moderatamente con la rete e uno, molto più esplicito, a vivere e basta. Anche senza di essa e fino in fondo.