- Dettagli
-
Categoria: Libri
-
Pubblicato Lunedì, 19 Settembre 2016 20:41
-
Scritto da Eleonora Pertegato
-
Visite: 893
Pordenone - Lo scrittore spagnolo Javier Cercas, vincitore del Premio FriulAdria, ha voluto trasferire all'uditorio di Pordenonelegge parte della coinvolgente e inspiegabile magia che rende un romanzo affascinante.
Attraverso il potere della riflessione, Cercas ha messo a nudo la sua interpretazione del perché un romanzo sappia essere perfetto e impreciso, semplice e onnicomprensivo, essenziale seppur talvolta rifiutato.
La forza di questo genere risiede nella capacità di avere in sé tutti gli altri e di raccontare la finzione, nel massimo della sua verità. Perché ogni racconto inventato, come ogni bugia, ha radici in un piccolo angolo di realtà. Persino i grandi eventi del passato, così come sono tramandati, restano false immagini di un tempo vero.
E proprio la storia, con le sue lotte e fazioni, è al centro dei libri di Cercas, ma non per questo li domina.
La storia dei romanzi ha, al contrario, quell'occhio distaccato che libera dall'oppressione, dai totalitarismi, dagli eventi stessi. Si mostra ai lettori non tramite le critiche e gli elogi, ma per quello che è o, perlomeno, per quello che è possibile capirne, ricercando le sue cause remote.
Il compito del romanziere si basa sul presentare l'universo del suo libro con la stessa ambiguità e contraddittorietà del nostro mondo, con la stessa ironia e impercettibile tensione di opposti.
Un' impresa complessa, ma spesso spontanea ("Il libro è più intelligente dell'autore" ha affermato) e che ha fini profondi, non riconducibili ad una funzione pratica. Il romanzo non risolve problemi, quello spetterebbe alla politica. Il romanzo li crea.
Attraverso le storie, i personaggi e le loro relazioni con le nostre vite, ci porta nelle regioni più profonde della mente, ponendoci domande, e dell'anima, suscitando emozioni. Da questo, nascono le risposte.
E Javier Cercas ce ne ha date tante.