Ingoiare una telecamera per diagnosticare le malattie: convegno al CRO di Aviano
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- Categoria: Salute
- Pubblicato Martedì, 19 Gennaio 2016 17:11
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Il 21 e 22 gennaio prossimi l’Istituto Nazionale Tumori CRO di Aviano ospiterà i maggiori esperti italiani di videocapsula endoscopica per una due giorni centrata su esperienze e novità che stanno emergendo nel settore specifico.
La videocapsula endoscopica è un esame diagnostico non invasivo introdotto nel campo medico dal Duemila. Il suo utilizzo, inizialmente focalizzato al solo dell'intestino tenue, è stato ampliato a esofago, colon, alla valutazione di stenosi intestinali, del pH esofageo e, recentemente, per quella della motilità intestinale.
"La sua introduzione – spiega Renato Cannizzaro, capo della Gastroenterologia oncologica del CRO – ha rivoluzionato lo studio dell’intestino tenue (piccolo intestino) che prima era valutato solo con la radiografia o con l’intervento chirurgico. La videocapsula ha permesso la visione diretta dell’intestino tenue e delle varie patologie che possono essere causa di sanguinamenti oscuri occulti determinanti anemie croniche".
Il sistema è composto da tre principali componenti: la capsula deglutibile, il registratore e un apposito computer. La capsula monouso è costituta da una microcamera, quattro sorgenti luminose, due batterie, una radiotrasmittente ed un’antenna, ha dimensione di 11x30 mm e viene deglutita con un po’ di acqua.
Si realizza così quanto proposto nel 1966, al pubblico cinematografico, dal film "Viaggio Allucinante". La pellicola, tratta da un racconto di Isaac Asimov, descriveva una funambolica tecnologia grazie alla quale era possibile miniaturizzare - riducendolo a dimensioni dei microbi - una sorta di minisommergibile con tanto di equipaggio umano, in grado di essere introdotto nel corpo per effettuare al suo interno esami diagnostici ed operazioni di microchirurgia. Mezzo secolo dopo una versione meno suggestiva ma altrettanto emozionante di questa tecnologia ha visto la luce: la capsula endoscopica.
Durante il suo passaggio attraverso l’apparato digerente acquisisce immagini, simili a quelle ottenute dagli endoscopi, e le trasmette ad appositi sensori. Tali sensori sono collegati ad un registratore. Terminato l’esame, le immagini accumulate nel registratore vengono trasferite su un apposito computer per la lettura.
La Gastroenterologia oncologica del CRO IRCCS ha al suo attivo 1.090 esami eseguiti dal 2003 e l’esperienza comprende tutti i tipi di videocapsule, ponendosi tra i pochi Centri italiani con maggior casistica.
In particolare la valutazione delle precancerosi del piccolo intestino ha permesso di diagnosticare precocemente dei tumori con un vantaggio sulla sopravvivenza dei pazienti.