L'arte ferita dal terrorismo rivive dal 6 dicembre in FVG nella mostra "Il Bardo ad Aquileia"
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Giovedì, 03 Dicembre 2015 09:18
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Aquileia (Ud) - La celebre testa dell'imperatore Lucio Vero, ritrovata a Thugga, la statua di Giove, i mosaici con i lottatori nudi, il grande ritratto a tessere della Dea Cerere. Sono alcuni dei tesori della mostra "Il Bardo ad Aquileia", che dal 6 dicembre al 31 gennaio porterà nel Museo archeologico nazionale della città friulana otto opere dal Museo del Bardo di Tunisi, prima tappa del progetto "Archeologia ferita", destinato a crescere nel tempo.
Alcune opere custodite nel museo tunisino, oggetto di un sanguinoso attacco terroristico il 18 marzo scorso, saranno infatti ospitate in Friuli Venezia Giulia.
Le opere, tra cui il ritratto di Lucio Vero, che resse l'Impero assieme al fratello adottivo Marco Aurelio tra il 161 e il 169 dopo Cristo, del secondo secolo d.C., una statua di Giove di dimensioni inferiori al naturale risalente al II secolo dopo Cristo, e una stele tipica della produzione funeraria della Tunisia appartenente ad un cavaliere del I secolo avanti Cristo, dialogheranno con i manufatti conservati ad Aquileia.
Una scelta per simboleggiare i legami che hanno unito il Nord Africa all'alto Adriatico in età romana. Una scelta, inoltre, che dà forza a quanti si oppongono a chi tenta di negare il dialogo interculturale e interreligioso.
La mostra, promossa dalla Fondazione Aquileia, è costata circa 140mila euro. L'idea dell'esposizione, ha spiegato Antonio Zanardi Landi, presidente della Fondazione Aquileia, "è nata il 18 marzo di quest'anno quando, come consigliere diplomatico, accompagnai il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una visita memorabile in Tunisia. L'idea di portare dei pezzi dal Bardo ad Aquileia vuole essere un gesto d'amicizia, ma anche una sottolineatura di quello che ci appare come il patrimonio più importante che si conserva ad Aquileia, cioè le testimonianze vive di una convivenza pacifica e fruttuosa che, 2mila anni, fa legava insieme romani, latini, una comunità giudaica attiva nel commercio e nella produzione delle idee, e una comunità greca".
In questo senso, Aquileia può essere "il luogo d'elezione dove parlare dei problemi che affliggono l'Europa e il Mediterraneo in questi anni. La mostra - ha continuato Zanardi Landi vuole essere la prima di una serie che cercheremo di mettere in piedi che vuole portare in questo luogo i simboli di tolleranza e convivenza".
Il progetto più esteso, chiamato "Archeologia Ferita" intende infatti "portare in successione e con cadenza semestrale ad Aquileia opere d'arte provenienti da musei e siti colpiti dai tragici attacchi del terrorismo fondamentalista", ha concluso Zanardi Landi.
"Rilanciamo - ha sottolineato il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani - un sito che ha davvero bisogno di essere conosciuto e valorizzato. Allo stesso tempo, è anche un modo per dire al mondo che abbiamo un patrimonio straordinario. Ma non ce l'abbiamo soltanto noi: e' una culla intera quella del Mediterraneo. "In questo momento -ha aggiunto Serracchiani- è un'archeologia in alcuni casi ferita e noi vorremmo che ad Aquileia, che storicamente é sempre stato un luogo di incontro e di rispetto delle diversità, ci si ritrovi di nuovo".
Obiettivo della mostra, ha sottolineato il ministro dei Beni culturali del Turismo, Dario Franceschini, è quello di dare luogo al dialogo e alla collaborazione tra culture e religioni diverse. "Mi pare - ha infatti detto Franceschini - che questa mostra abbia un alto valore scientifico ma anche un messaggio straordinario di dialogo e di incontro".
"Le opere del Bardo ad Aquileia - ha aggiunto Franceschini - dimostrano davvero che questo è il modo migliore per fronteggiare il terrorismo, ovvero tenere aperti i canali di dialogo di incontro, di valori comuni e scoprire e far capire sempre di più che intorno al Mediterraneo abbiamo millenni di storia comune che ci debbono unire e non dividere".
Per il ministro, inoltre, "il tema della difesa del patrimonio dell'umanità sta diventando sempre più centrale nel dibattito della comunità internazionale, non solo dal punto di vista della tutela, ma anche dal punto di vista dell'apertura di canali di dialogo e collaborazione".