Impressione astratta. Capolavori della stamperia Albicocco in mostra a Pordenone: le foto
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Martedì, 24 Novembre 2015 10:18
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - La mostra Impressione Astratta – capolavori grafici dalla Stamperia d’arte Albicocco, che si inaugura per iniziativa del Comune di Pordenone/Assessorato alla Cultura, nella Galleria d’arte moderna e contemporanea Armando Pizzinato sabato 21 novembre alle 18 per chiudere il 28 febbraio 2016, ripercorre oltre 40 anni di lavoro della Stamperia d’arte Albicocco di Udine, una delle eccellenze del made in Italy targato Friuli.
L’esposizione presenta le opere calcografiche di alcuni tra i più importanti e influenti maestri dell’arte contemporanea. Ne risulta uno spaccato significativo di opere astratte e informali che portano la firma di Emilio Vedova, Jannis Kounellis, Giuseppe Santomaso, David Tremlett, Carla Accardi, Nunzio, Walter Valentini, Carlo Ciussi, Aldo Colò, Giovanni Frangi e molti altri: circa 90 opere per una ventina di artisti, che testimoniano la moltitudine di tecniche sviluppate dalla Stamperia in comunione con gli artisti stessi.
Sono immagini di straordinario valore estetico e culturale, che documentano come il segno grafico risulti particolarmente congeniale all’espressione di un concetto astratto, al punto da poter affermare che tutta l’arte astratta è stata sostanzialmente un’arte grafica e, come tale, particolarmente sensibile alle tecniche di rappresentazione grafica.
L’insieme della raccolta è un “unicum” nel suo genere e ha il pregio non solo di riunire assieme l’opera grafica di artisti di varia estrazione e formazione culturale ma anche di mostrare al pubblico la grande versatilità espressiva del mezzo tecnico calcografico. In mostra, infatti, sono esposti esclusivamente lavori calcografici frutto di una sperimentazione astratta che si costituisce secondo le regole e i procedimenti tecnici dell’arte grafica e della stampa.
Qui alcune immagini dalla mostra:
La raccolta documenta dunque, senza pretese di esaustività, una stagione creativa dell’astrazione italiana non ancora conclusa, che ha vissuto proprio nella stamperia di Udine, uno dei suoi momenti di maggior gloria e che, al contempo, ha visto il Friuli e, più in generale, l’area del nord est d’Italia, recitare un ruolo da protagonista anche nel campo delle arti decorative, con la presenza sul territorio di alcuni straordinari interpreti dell’astrattismo concreto e dell’informale italiano, quali sono stati Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso, Armando Pizzinato, Carlo Ciussi e Aldo Colò, a conferma del respiro internazionale di una cultura di frontiera in continuo divenire e in rapporto dialettico con le confinanti realtà artistiche, specie quelle di area slava e germanica.
E proprio all’arte di questi maestri dell’incisione friulana la mostra riserva un’attenzione particolare. A iniziare dal caso emblematico di Emilio Vedova, legato allo stampatore da un lungo sodalizio artistico e da un prolifico rapporto di collaborazione (al punto da conferire a Corrado Albicocco il ruolo di stampatore fiduciario delle sue matrici). Si respira nelle sue incisioni - quasi esclusivamente in bianco e nero e che combinano procedimenti d’incisione diretta (puntasecca, bulino, morsura acida a pennello) e indiretta (acquaforte, acquatinta, maniera a zucchero) una dimensione quasi sacrale dell’agire creativo.
Anche Giuseppe Santomaso (già appartenente al Gruppo degli Otto e veneziano come Vedova), con il suo senso di astrazione lirica, è ben rappresentato da un nucleo di opere particolarmente significative, dove l’eleganza del segno impagina architetture di forme primarie, semplici e senza tempo. Di Armando Pizzinato, cui è dedicata la galleria pordenonese, sono presenti due prove grafiche, di grande spessore espressivo, che mostrano l’estrema versatilità del suo segno nella resa astratta del soggetto.
L’astrazione condotta da Carlo Ciussi attraverso il linguaggio grafico è, invece, quasi estrema, ricca di riferimenti culturali, che spaziano dal suprematismo russo all’avanguardia americana del secondo dopoguerra; per poi giungere a un’astrazione di forme elementari, fatta di segni e superfici cromatiche, di piani geometrici e larghe campiture materiche.
L’opera calcografica di Aldo Colò, si caratterizza per le sue ritmiche geometrie di elementi primari, rettangoli, quadrati, losanghe e semicerchi, che fluttuano sulla superficie del foglio seguendo l’armonia di una musicalità “cosmica”.
Il percorso espositivo prosegue ampliando lo sguardo sull’astrazione italiana dell’ultimo mezzo secolo, con alcuni significativi esempi di ricerca visiva operata dai pittori astrattisti di area romana e milanese, che hanno in diversi momenti collaborato con la stamperia Albicocco. Fra essi emergono le grafiche di Carla Accardi (con la sua calligrafia cromatica), di Piero Ruggeri (rappresentato da un suggestivo intreccio), per finire con le costellazioni, le porte del tempo, le immaginifiche volte celesti di Walter Valentini. Di estremo interesse anche le incisioni a rilievo, su lamina metallica, dell’urbinate Enrico Ricci, dalla astrazione materica di raffinata fattura formale e ricercata estrazione culturale.
Spiccano i recenti lavori grafici realizzati da artisti di grande spessore e respiro internazionale: dalle monumentali impronte materiche dei Cappotti al carborundum di Jannis Kounellis, alle geometrie minimaliste dei wall-drawings, ricompresi nelle delicatissime e preziose traduzioni grafiche, all’acquatinta, di David Tremlett, alle memorie astratte, d’impronta esistenziale, di Albert Merz, all’essenzialità trascendente del segno calligrafico di Kengiro Azuma.
Interessante anche la sezione dedicata a pittori e scultori italiani (anche delle ultime generazioni), convertiti all’espressione grafica tramite le tecniche dell’incisione calcografica, fra cui: Nunzio Di Stefano, Alex Corno, Mario Tudor, Massimo Poldelmengo, Mario Di Iorio, Marco Ciani, Renato Trevisan; per finire con le singolari per quanto accattivanti variazioni astratte, del gesto e del segno, di Luca Pignatelli, Giovanni Frangi e Klaus Karl Mehrkens.
Catalogo in mostra a cura di Corrado e Gianluca Albicocco, con testo critico di Roberto Budassi.