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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Legge sulle DAT: la Giunta resisterà all'impugnazione del Governo. Le dichiarazioni di "Per Eluana"

Legge sulle DAT: la Giunta resisterà all'impugnazione del Governo. Le dichiarazioni di

Trieste - La legge n. 4 del 13 marzo 2015, "Istituzione del registro regionale per le libere dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (Dat) e disposizioni per favorire la raccolta delle volontà di donazione degli organi e dei tessuti”, approvata dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, è stata impugnata davanti alla Corte Costituzionale da parte del Governo.

La L.4/15 è la prima legge italiana in tema di “testamento biologico”. Il registro regionale permette ai cittadini della regione di rendere note le proprie volontà per la donazione di organi e tessuti e di decidere se essere o meno sottoposti a trattamenti sanitari “in caso di malattia o lesioni che comportino una perdita di coscienza permanente e irreversibile secondo i protocolli scientifici a livello internazionale”.  

“La legge in oggetto - questa la decisione presa dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 18 maggio - invade la competenza esclusiva dello Stato sia in materia di ordinamento civile di cui all’art. 117 secondo comma della Costituzione, sia in materia di tutela della salute, i cui principi fondamentali sono riservati alla legislazione statale ai sensi dell’art. 117 terzo comma”.

Secondo il Governo, spetterebbe quindi solo al Parlamento la competenza di emanare una legge che disciplini il fine vita.

Immediata la reazione della Giunta regionale. L’Assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, nel commentare la decisione, ha fatto sapere che "La legge forse può avere dei punti di debolezza, anche se per noi ha una valenza solo amministrativa. Nel merito i principi espressi ci appaiono di grande rilievo sociale e il Consiglio regionale ha ritenuto comunque importante far valere la sua potestà".

"Nel merito - ha continuato Telesca - i principi espressi ci appaiono di grande rilievo sociale. Rivendichiamo di aver posto il tema anche all'attenzione nazionale, vorremmo essere di sprone a un'iniziativa parlamentare, e dunque resisteremo all'impugnazione".

La legge regionale n.4/2015 è stata promossa in FVG su iniziativa dell’associazione “Per Eluana”, fondata da Peppino Englaro e da Amato De Monte, il primario di anestesia che seguì Eluana fino alla sua morte, avvenuta nell’ospedale di Udine il 9 febbraio 2009.  

L’associazione, che aveva promosso la creazione del registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (Dat) indicendo una petizione sottoscritta da oltre 5 mila cittadini, prende posizione sulla decisione del Governo con due precisazioni:

1 – la Legge regionale non interviene sulle modalità di scelta nel fine vita, ma si limita a permettere un servizio, quello di poter registrare ed accedere alle proprie DAT, già predisposte e depositate. Sul tema confidiamo nella sentenza della Corte.

2 – le petizioni in materia, le centinaia di Registri comunali istituiti in tutt’Italia, la stessa Legge regionale FVG, sono tutte iniziative da includere nell’inerzia del Governo centrale: al posto di questo intervento di censura ci saremmo aspettati un percorso di studio e di attività legislativa sulla base delle proposte di Legge depositate da anni in Parlamento (alcune di esse, per noi, molto valide).

Lo scrittore Pino Roveredo parla della sua esperienza di carcere al Festival Vicino/Lontano

Lo scrittore Pino Roveredo parla della sua esperienza di carcere al Festival Vicino/Lontano

Udine - Lo scrittore Pino Roveredo, divenuto Garante dei detenuti della regione Friuli Venezia Giulia, presenterà il 9 maggio a Udine, all'interno del Festival "Vicino/Lontano", una sua testimonianza sull'universo del carcere.

Tratti dal giornale online Ristretti Orizzonti, pubblichiamo alcuni stralci del testo, rimandando al sito per la lettura completa.

"Il carcere: scatola vergognosa dove nascondere i disgraziati! Disgraziato io, disgraziato tu, disgraziati tutti quelli che si fanno sporcare le dita col colore scuro delle impronte digitali".

"Io sono uno di quelli che, tanti anni fa, si è fatto sporcare le dita con le impronte digitali, ero un ragazzino, che maldestramente aveva intrapreso la strada dello sbaglio. Quando entrai nel carcere di Trieste ricordo che mi scontrai con l'aria pesante della tragedia, quello era un periodo di rivolte carcerarie e due giorni prima, la sezione minorile aveva inscenato la protesta incendiando i materassi, e dentro il fuoco e il fumo erano morti tre ragazzi".

"Il carcere è una scuola dove si insegna la cattiveria, e dove bisogna imparare immediatamente la materia altrimenti rischi di essere stritolato dalla violenza istituzionale e da quella dei compagni più feroci. Io mi salvai con la scrittura, scrivendo e vendendo lettere per gli altri detenuti".

"Due pacchetti di sigarette per le scritture a madri, mogli, fidanzate, e cinque pacchetti per le richieste al Magistrato perché ne andava della mia incolumità se la risposta era negativa".

"Ricordo di aver scritto tanto e fumato come mai in vita mia! Ricordo anche, e lo faccio da più di quarant'anni, che io al carcere non devo mezza virgola della mia salvezza, anzi, sono convinto che abbia aumentato le mie capriole e le mie salite".

www.ristretti.org
www.vicinolontano.it/

"La scelta di dare una mano". L'accoglienza dei richiedenti asilo a Staranzano

Staranzano (Go) - Può esistere un tipo di accoglienza umana delle persone che, da anni, arrivano in Italia per scappare dalla guerra o per provare a ricostruirsi un futuro? Ma, soprattutto, cosa significa “accoglienza”? E perché il nostro Paese, così come il resto d’Europa, è chiamato a spalancare le sue porte?

È quanto si vuole raccontare con “La scelta di dare una mano – L'accoglienza dei richiedenti asilo a Staranzano”, incontro pubblico che si tiene venerdì 17 aprile, alle ore 20.45, nella Sala Del Bianco di Staranzano (via F.lli Zambon, 2).

La serata vuole essere un incontro formativo e informativo per spiegare alla cittadinanza le politiche d'asilo, la natura del diritto umano d'asilo e le modalità in cui i diritti fondamentali possono trovare posto nella vita reale mettendo al centro la persona e il contesto socioculturale che la ospita.

La serata si tiene in una località non a caso: Staranzano rientra infatti tra i Comuni che hanno sottoscritto l'adesione al progetto Sprar e presto accoglierà 9 richiedenti asilo in due appartamenti del centro.

A parlare di tutto questo e non solo, quattro relatori: il giornalista Andrea Bellavite, rappresentante del Forum Gorizia e moderatore della serata, gli avvocati Tamara Amadio (membro del Cir – Consorzio italiano rifugiati) e Marzia Como (membro della Croce rossa italiana) e il sindaco di Staranzano, Riccardo Marchesan.

L'incontro è organizzato dall'associazione di promozione sociale “Tenda per la Pace e i Diritti – Peace and Human Rights Tent” con il patrocinio del Comune di Staranzano.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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