Helps Progetto Transfrontaliero Transnazionale
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- Pubblicato Lunedì, 23 Aprile 2012 08:28
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Abbiamo chiesto a Gianmatteo Apuzzo di parlarci del progetto Helps per capire in cosa consista esattamente il progetto quali siano gli intenti ed quale sia ill ruolo del Friuli Venezia Giuli
Nel progetto HELPS Apuzzo è Project Manager, cioè il coordinatore dell’intero progetto. Inoltre, svolge attività di progettista e ricercatore, consulente in progetti internazionali da molti anni principalmente verso il sud-est Europa. Da tre anni lavora in modo specifico nel settore della salute e dell’inclusione sociale, in particolare nelle politiche europee e su fondi europei per la Regione FVG, in uno staff costituito presso Area Welfare di ASS5 di Palmanova.
Che cos’è Helps?
HELPS è un progetto strategico di cooperazione transnazionale finanziato dal programma europeo Central Europe,di durata triennale dall’ottobre 2011 al settembre 2014, e che mira a sviluppare e promuovere soluzioni abitative e di curainnovative per anziani e persone con disabilità.
Periodo d'incubazione del progetto?
Il periodo di definizione dell’idea progettuale e di preparazione della proposta è stato circa di sei mesi. Il progetto è stato presentato per il finanziamento a metà febbraio 2011 e, dopo essere stato approvato, ha avuto inizio da ottobre 2011.
Intenti del progetto?
L’ambizione del progetto è quella di rispondere a sfide di portata transnazionale legate al cambiamento socio-demografico, quali l’invecchiamento, la disabilità ed il rischio di esclusione sociale, incoraggiando politiche integrate e sinergie tra settori di competenza diversi, come ad esempio quello della salute, dell’inclusione sociale e dell’innovazione tecnologica.
Ruolo del Friuli Venezia Giulia ?
Helps vede coinvolta l’Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia e in particolare la Direzione Salute in qualità di capofila, assieme ad altri 14 partner provenienti da 8 paesi quali Italia, Slovenia, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Polonia, Ungheria. Quindi non solo è responsabile nella gestione generale del progetto, ma rispetto ai temi del progetto la Regione gioca un ruolo di leader anche per la sua dimensione demografica, che in un certo senso anticipa le dinamiche generali europee di invecchiamento. In questo senso ciò significa che la Regione si pone al centro di processi di cambiamento in un’area di macroregione.
Parlare d’intenti non sempre fa capire quale sia la ricaduta operativa del progetto. Ce ne parla?
Il progetto prevede otto Azioni Pilota una per paese, ognuna delle quali sperimenta una delle dimensioni della sfida generale: si va dainterventi di adattamento di un appartamento di proprietà pubblica, alla costituzione di Info Point per l’accesso ad informazioni e servizi, alla sperimentazione sullo sviluppo di comunità. In FVG in particolare si lavorerà sui modelli pubblico-privato di gestione e finanziamento delle soluzioni abitative e le cure per gli anziani ed i gruppi vulnerabili, con un focus sullo sviluppo di comunità. Le attività non saranno a sé stanti ma verranno applicate ad attività e progetti già esistenti a livello locale, coinvolgendo concretamente attori del territorio.
Successo del progetto?
Ora è presto per dirlo, ma al momento possiamo registrare un forte interesse del territorio e una coerenza molto stretta sia con le strategie regionali e locali, sia con le strategie di sviluppo futuro dell’Unione Europea, che quindi ci pone una responsabilità ancora maggiore.
Difficoltà incontrate?
A livello di partner è ovvio che quando s’inizia a lavorare con persone e istituzioni di otto paesi diversi occorre spendere un po’ di tempo per conoscersi e per trovare una comune modalità di lavoro. Come in tutti i progetti europei poi, esiste una richiesta molto pesante di procedure e atti amministrativi e burocratici, che occupano tempo e hanno una ricaduta notevole sul lavoro degli uffici amministrativi che colgo l’occasione per ringraziare.
Immagino sia un percorso work in progress, ci sono stati accorgimenti nuovi sul percorso intrapreso. Se si quali?
Una delle questioni più delicate è il passaggio dall’idea al progetto vero e proprio, e quindi definire concretamente, da un’idea generale, quella che è poi l’azione sul territorio, in base ovviamente anche al budget a disposizione. Bisogna poi tenere presente che quando per naturale vita di un progetto, passano quasi due anni dall’ideazione all’implementazione, è ovvio che qualche accorgimento è necessario, e ora stiamo lavorando per dare una concreta dimensione alla sperimentazione da fare.
Anche se alla naturale scadenza del progetto mancano due anni e mezzo quale futuro? Difficoltà e risorse?
Una delle sfide maggiori dei progetti europei è promuovere azioni che poi si mantengano anche dopo la fine del progetto. In questo senso credo che lavorare sull’invecchiamento sano e attivo, sulla promozione della vita indipendente, sulla domiciliarità, sulla possibilità di rimanere più a lungo e con maggiore autonomia nel proprio ambiente di vita, sia un investimento per la qualità della vita di tutti. Ci sono differenti iniziative su questi temi, credo che occorra superare la frammentazione delle iniziative e delle risorse, e mettere in sinergia i vari progetti e le varie politiche regionali e locali Il progetto HELPS prova a dare un piccolo contributo a questi obiettivi.
Serenella Dorigo
Tasse comunali, pagheremo l'Imu in tre rate
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- Pubblicato Lunedì, 16 Aprile 2012 17:51
- Scritto da Redazione
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Pagheremo l'Imu in tre rate, con il primo versamento, pari a un terzo dell'importo, a giugno e il secondo, di un altro terzo, a settembre, e l'ultimo a dicembre. Lo prevede l'emendamento del relatore, Gianfranco Conte, al decreto legge di semplificazione fiscale. I contribuenti pagheranno quindi il 66,6% dell'imposta già a settembre.
Per l'anno 2012 l'imposta "dovuta per l'abitazione principale e per le relative per le relative pertinenze è versata in tre rate di cui la prima e la seconda di misura ciascuno pari a un terzo dell'imposta calcolata applicanti l'aliquota base e le detrazioni previste" da corrispondere entro il 16 giugno e il 16 settembre. La terza rata sarà versata entro il 16 dicembre, "a saldo dell'imposta complessiva dovuta per l'intero anno con conguaglio sulle precedenti rate".
Per valutare il valore patrimoniale di un immobile sarà utilizzato "il metro quadrato come unità di consistenza". La revisione del catasto dei fabbricati avverrà "in collaborazione con i comuni" con "l'obiettivo di attribuire a ciascuna unità immobiliare il relativo valore patrimoniale e la rendita". Arrivano inoltre "meccanismi di adeguamento periodico dei valori e delle rendite delle unità immobiliari urbane".
Inoltre si punta a criteri più stringenti per definire i criteri di abitazione principale, che da diritto alle detrazioni: dovrà essere una per nucleo familiare. Per la prima casa si ha diritto alla detrazione di 200 euro per il titolare e 50 euro per ogni figlio convivente fino a 26 anni. Con la norma, si spiega nella relazione tecnica, viene qualificata in modo "più stringente" la definizione di prima casa, prevedendo che le agevolazioni si applicano "solo se il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente nell'abitazione stessa". Viene inoltre precisato che "l'aliquota e la detrazione per l'abitazione principale e per le relative pertinenza devono essere uniche per nucleo familiare indipendentemente dalla dimora abituale e dalla residenza anagrafica dei rispettivi componenti".
Mediazione civile obbligatoria anche per i condomini
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- Pubblicato Martedì, 03 Aprile 2012 15:55
- Scritto da Paola Carbognin
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Dal 21 marzo scorso per le controversie condominiali è previsto il nuovo procedimento della mediazione, che diventa obbligatoria anche in tale materia.
Prima di iniziare una causa, contro il condominio o nei confronti di altri condomini, il soggetto dovrà almeno provare a risolvere la controversia con l'aiuto del mediatore, di una persona cioè il cui primario compito è quello di tentare di portare le parti verso un accordo bonario.
Si tratta di una procedura semplice per il cui svolgimento non sono necessarie particolari formalità e che può essere svolta anche senza avvocati. È sufficiente infatti il deposito di un'istanza presso un organismo di mediazione, da comunicarsi alla controparte unitamente alla data del primo incontro davanti al mediatore che ‐ a libera scelta del ricorrente ‐ è ritenuto più idoneo per valutare la tematica del caso.
Per definire la mediazione (o conciliazione) si usa spesso la sigla ADR, dall’inglese alternative dispute resolution: la mediazione è infatti una tecnica alternativa di risoluzione delle controversie. Alternativa ai tribunali, allo scontro davanti ad un giudice tra posizioni arroccate che si conclude determinando chi è il vinto e chi il vincitore. E che il più delle volte lascia insoddisfatto lo stesso vincitore.
La mediazione è stata presentata come un metodo che serve ad abbattere i costi ed i tempi della lite e a sgravare il carico di contenzioso dei tribunali. Tutto questo è vero, ma la mediazione è più di questo: se si affermerà dipenderà da - e al contempo comporterà - un cambiamento di mentalità, un diverso atteggiamento delle persone nell’approcciarsi alla situazione di conflitto.
Un atteggiamento rivolto, quando possibile, a trovare un accordo, per tutti i benefici che questo può comportare. Tenuto anche conto della particolare qualità che ha l’accordo raggiunto nel contesto della seduta di mediazione: non è un accordo imposto dal mediatore, ma trovato dalle parti stesse, con l’aiuto del mediatore.
Risolvere una lite trovando l’accordo porta più facilmente le parti a continuare, dopo la lite, il loro rapporto. Pensiamo a quanto questo sia un valore aggiunto nei conflitti che coinvolgono i membri di una stessa famiglia, ad esempio. Ma anche alle liti tra condomini o vicini. Ed infatti tra le materie di mediazione obbligatoria ci sono proprio l’eredità, i patti di famiglia, la proprietà (confini, servitù, distanze…). Lo stesso dicasi per le locazioni, ma anche per i rapporti commerciali fra imprese.
L’informalità e la riservatezza proprie della tecnica della mediazione possono aiutare a far emergere e a mettere a fuoco i veri interessi delle parti. Il mediatore, che non è né un giudice né un avvocato ma un professionista della conciliazione con una preparazione specifica in questo senso, lavora per allargare l’ambito delle soluzioni possibili alla lite, aiutando le parti a trovare quella che possibilmente soddisfi il loro interesse prioritario. Nella procedura civile davanti al tribunali gli interessi delle parti non trovano voce tutte le volte che non coincidono con il loro diritto, l’unica situazione giuridica soggettiva che si può far valere in quella sede.
Senza nulla togliere ai tribunali che continueranno ad essere il luogo più adatto a certi tipi di controversie, riteniamo che la mediazione sia una grande opportunità, un treno da non perdere: è anche per questo che Fvgnotizie ha voluto dedicarle questo primo “servizio speciale” interpellando alcune sedi “storiche” della mediazione quali sono le Camere di Commercio e fornendone un primo abc.
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