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Gio05022024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Legge sulla diffamazione: Assostampa, i giornalisti sospendono lo sciopero di lunedì 26 novembre

Legge sulla diffamazione: i giornalisti confermano lo sciopero di lunedì 26 novembre

Roma - "Rispettosi della vita istituzionale del Paese, per gli stessi principi di adesione al dettato della Costituzione messi a rischio da proposte di legge devastanti, che ci costringono alla più forte protesta perché aggrediscono il diritto dei cittadini alla verità dei fatti di interesse pubblico e all’autonomia dell’informazione, accogliamo l’appello alla riflessione che arriva dalla seconda carica dello Stato".

"È un appello che, parimenti, va rivolto ai proponenti delle norme legislative in discussione in Senato. La riflessione sarà speculare a quella che avanzerà nel corso del processo legislativo".

"Nello stesso tempo la Fnsi rileva che, per la prima volta, la sua protesta, dopo la proclamazione di uno sciopero dei giornalisti, registra la convergenza piena della Federazione degli Editori sulle ragioni di una protesta determinata, sostenuta dai comitati di redazione, dalle associazioni regionali di stampa e da migliaia di colleghi, rendendo possibile una grande iniziativa comune per consentire a milioni di italiani di capire cosa sta accadendo, quale sia il senso di una battaglia civile per il diritto alle verità delle notizie, all’autonomia e al pluralismo dell’informazione".

"Lo sciopero può, perciò, essere differito e nella giornata di domani saranno considerate e comunicate le modalità esecutive di tutte le iniziative di protesta in campo sempre a partire da lunedì prossimo per un allarme democratico alto".

Il presidente del Senato, Renato Schifani, nel pieno e totale rispetto dell’autonomia di scelta sulla protesta deliberata dal sindacato della stampa, per la giornata di lunedì, “auspica fortemente” che questa iniziativa possa essere differita all’esito del voto finale dell’Aula di Palazzo Madama sul ddl relativo alla diffamazione. Voto che avrà luogo entro la giornata di lunedì.

“L’eventuale rinvio della protesta – precisa il presidente Schifani in un comunicato – potrà consentire alle organizzazioni sindacali una valutazione complessiva del testo esitato dal Senato, destinato, tra l’altro, a successiva valutazione da parte della Camera dei deputati. Tutto ciò – conclude il presidente del Senato – costituirebbe garanzia di quel clima di coesione sociale di cui l’Italia ha bisogno”.

Annunciato uno sciopero dei giornalisti contro il disegno di legge sulla diffamazione in discussione al Senato

Annunciato uno sciopero dei giornalisti contro il disegno di legge sulla diffamazione in discussione

Salerno - Lunedì 26 novembre sarà sciopero dei giornalisti dell’emittenza radiotelevisiva e della carta stampata se il testo sulla diffamazione a mezzo stampa in discussione al Senato non sarà stato modificato.

Lo annuncia la Federazione della stampa italiana (Fnsi) dal congresso nazionale dell’Usigrai in corso a Salerno. Il sindacato dei giornalisti annuncia anche che poichè  non sarà possibile rispettare la norma che prevede un preavviso di dieci giorni per l’attuazione dello sciopero del servizio pubblico, vale a dire la Rai, lo stesso sindacato è pronto ad assumersi le conseguenze che ne deriveranno, ovvero pagare le eventuali multe.

Lo sciopero - dice Franco Siddi, segretario generale della Fnsi - è  “contro l’ultimo pasticcio giuridico, illiberale e ingiusto previsto dal testo di legge sulla diffamazione a mezzo stampa che rende irresponsabili i direttori e manda in carcere i giornalisti e anche chi fa l’errore di stampa”.

Sulla decisione di arrivare allo sciopero c’è piena intesa - aggiunge Siddi - con l’Ordine nazionale dei giornalisti, subito espressa dal presidente Enzo Iacopino, perché questa legge “mina la professione nelle sue fondamenta, è contro i diritti dei cittadini. Non sono in gioco i privilegi dei giornalisti ma i diritti dei cittadini”.

L’assemblea dei delegati Usigrai ha dato il proprio consenso con un applauso nel corso dei lavori congressuali.

La nuova legge sui condomini è stata approvata dal Senato. Fino ad oggi era in vigore una norma del 1942

La nuova legge sui condomini è stata approvata dal Senato. Fino ad oggi era in vigore una norma del

Roma - La riforma del condominio è stata approvata dal Parlamento il 20 novembre. La legge che cambia le regole per la gestione della vita condominiale è stata votata dalla commissione Giustizia del Senato in sede deliberante. Era una riforma attesa dal 1942. La nuova disciplina rende più semplici le decisioni e introduce la figura dell'amministratore qualificato.

Amministratori più qualificati, possibilità di revocare il mandato in tempi rapidi, rafforzamento dell'azione contro chi non paga le spese, conto corrente "ufficiale" per i movimenti di denaro, cambi d'uso più agevoli sui beni comuni, possibilità di distaccarsi dall'impianto di riscaldamento centralizzato, impossibilità di vietare per regolamento la presenza di animali domestici. Sono queste alcune delle novità più rilevanti della riforma del condominio approvata in via definitiva dal Senato.

Si tratta di una legge molto importante, attesa da 70 anni. Dal 1942, salvo interventi marginali, le norme condominiali non venivano toccate. Il risultato è stato di lasciare in mano ai giudici le decisioni in materia di condominio.

Secondo le nuove norme, l'amministratore resterà in carica due anni; dovrà avere requisiti di formazione e onorabilità, non dovrà essere stato condannato per delitti contro la Pubblica Amministrazione. Dovrà avere almeno il diploma di maturità, aver frequentato un apposito corso e, ove ciò sia richiesto dall'assemblea, stipulare una speciale polizza assicurativa a tutela dai rischi derivanti dal proprio operato.

L'amministratore potrà essere licenziato prima della fine del mandato qualora abbia commesso gravi irregolarità fiscali o non abbia aperto o utilizzato il conto corrente condominiale. Dovrà indicare quanto chiede come compenso al momento della nomina.

In caso di condomino "moroso", l'amministratore potrà procedere con l'ingiunzione senza chiedere una preventiva autorizzazione dell'assemblea e potrà comunicare ai creditori i dati di chi non paga. Questi così potranno agire in prima battuta sui "morosi". Se la mora dura più di 6 mesi il condomino debitore non potrà più usare i servizi comuni.

Chi si vuole distaccare dall'impianto centralizzato potrà farlo senza dover attendere il benestare dell'assemblea, ma a patto di non creare pregiudizi agli altri e di continuare a pagare la manutenzione straordinaria dell'impianto condominiale.

Le assemblee saranno valide anche con pochi partecipanti: per l'approvazione di determinate decisioni la maggioranza richiesta sarà pari alla maggioranza degli intervenuti in assemblea, che rappresentino almeno la metà dei millesimi.

Basteranno i quattro quinti dei consensi per il cambio di destinazione d'uso dei locali comuni. Potranno impugnare le delibere assembleari, per annullarle, anche i condomini che si sono astenuti. Mediazione obbligatoria in caso di controversie.

Non si potrà più vietare a nessuno di tenere animali in casa. Ma questi dovranno essere "domestici".

Maggior rigore contro chi arreca danni o disturba. Per chi viola il regolamento condominiale la sanzione è stata aggiornata: da 0,052 euro (pari a 100 lire) a 200 euro. In caso di recidiva si arriva a 800 euro.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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