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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Google News deve pagare i diritti d'autore, sostengono gli editori

Google News deve pagare i diritti d'autore, sostengono gli editori

Roma - La Fieg (Federazione Italiana Editori di Giornali) in un comunicato uscito il 24 ottobre scorso, invoca una sorta di tassa sul diritto d’autore da applicare alle notizie che vengono riprese online da motori come Google News, sulla scia degli orientamenti in Francia e Germania.

Gli editori partono da una constatazione: le notizie vanno ad arricchire soggetti estranei al mondo editoriale, in primis i motori di ricerca.

Pertanto, gli editori italiani, francesi e tedeschi hanno deciso di avviare una azione congiunta mirata a creare «un sistema di diritti di proprietà intellettuale idoneo ad incoraggiare su Internet forme di cooperazione virtuosa tra i titolari di diritti sui contenuti editoriali e gli operatori dell’industria digitale (in primo luogo, i motori di ricerca)».

Come spiegato nel comunicato Fieg, in Italia tra il 2009 e il 2011, il numero di utenti di siti web di giornali è salito da 4 a 6 milioni di utenti, con un incremento del 50% e i lettori di giornali online rappresentano una quota pari al 46,8%: un dato che ribadisce la straordinaria forza del mezzo.

Nonostante ciò, le imprese editoriali subiscono fortemente la crisi economica, e l’indebito sfruttamento del valore dei contenuti editoriali da parte dei motori di ricerca non può che peggiorare la situazione.

È anche vero che i motori di ricerca danno visibilità alle notizie, moltiplicando le visite e quindi i click pagati dagli inserzionisti (anche online, l’editoria vive di pubblicità).

Senza i motori di ricerca le news si disperderebbero nell’immensità della rete, ma senza questi contenuti servizi aggregatori e come Google News non avrebbero ragione di esistere. Chi ha ragione?

Si prevede quindi uno scontro aperto tra Google News e le testate giornalistiche, proprio mentre sia il Corriere che Repubblica si preparano ad introdurre una sezione a pagamento dei loro siti.

Mercoledì entrano in vigore le nuove regole sul commercio. Allarme liquidità per le imprese

Mercoledì entrano in vigore le nuove regole sul commercio. Allarme liquidità per le imprese

Udine - Conto alla rovescia per l'entrata in vigore, mercoledì 24 ottobre, delle nuove regole in ambito commerciale sulla trasparenza dei contratti tra produttori e distribuzione, e sulla certezza dei tempi di pagamento, a 30 o 60 giorni. Oggi i pagamenti nella filiera arrivano invece fino a 90-95 giorni.

Confcommercio ha avviato proprio da Udine il suo tour informativo per fornire alle aziende la massima assistenza possibile per far fronte alle novità che verranno introdotte il 24 ottobre.

Infuriano infatti le polemiche sugli effetti che l'articolo 62 avrà sulle imprese e sulla loro necessità di liquidità obbligata, in tempi di credito a singhiozzo da parte delle banche.

A Udine, Walter Caizzone, del settore legislazione d’impresa di Confcommercio Roma, è stato molto esplicito davanti all’affollata sala riunioni di Enasco nel sottolineare le "forti perplessità di fronte all’imposizione di adempimenti che appesantiranno l’azione di tutte le imprese della filiera distributiva, dalla produzione al commercio, escluso il dettaglio". Oneri, "burocratici, amministrativi ed economici per quanto riguarda i termini di pagamento", ha aggiunto.

Nonostante il pressing degli imprenditori del commercio e della distribuzione - ha ribadito la Confcommercio - il Governo non farà marcia indietro sulle nuove regole, racchiuse nel pacchetto dell'articolo 62.

A ribadirlo sono stati il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, e quello dello Sviluppo economico, Corrado Passera, dal Forum della Coldiretti a Cernobbio. "Non ci saranno proroghe - ha puntualizzato Catania - ma il nostro è un atteggiamento di apertura: se necessari, gli aggiustamenti saranno possibili". Il ministro ha programmato già incontri, in primis con i presidenti di Confindustria Giorgio Squinzi e di Confcommercio Carlo Sangalli, che hanno chiesto uno slittamento dell'entrata in vigore della legge, calcolando in 6 miliardi il ricorso alla liquidità necessaria per le aziende, con il rischio per migliaia di non farcela.

Anche Passera ha ribadito che sull'articolo 62, si andrà avanti. "Si tratta di regole molto forti - ha detto - a difesa della parte più debole della filiera", vale a dire i produttori, aprendo comunque a possibili correttivi in corso d'opera. In sintesi, le novità introdotte dalla norma prevedono l'obbligo di forma scritta per i contratti tra imprese e fornitori (ora vengono stipulati in gran parte verbalmente); viene inoltre fissato il termine di pagamento a 30 giorni per le merci deperibili, a 60 giorni per gli altri prodotti.

L’articolo 62 porta con sé la volontà di stabilire un rapporto fornitore/cliente più "rigido" in termini di tempistica, ma non tiene presente che la sua applicazione a breve cade in un momento di grave crisi e nel quale molte aziende hanno grandi difficoltà in termini di liquidità.




 

Scende dalla cupola di San Pietro il concessionario della "Voce della Luna"

Scende dalla cupola di San Pietro il concessionario della

Roma - Per quasi 30 ore è stato sulla vetta del tempio della cristianità: ha dormito sulla cupola di San Pietro, ha osservato 40mila persone in piazza per l'Udienza del Pontefice e ha parlato con i ministri al telefono. Ha desistito solo dopo 28 ore, Marcello Di Finizio, l'imprenditore che ieri pomeriggio - 2 ottobre - si è arrampicato sulla Cupola di San Pietro a Roma, riuscendo a portare in piazza anche altri suoi colleghi del settore balneare e sindacati: tutti con lui contro una direttiva europea che impone di mettere all'asta le concessioni in riva al mare entro il 2015.

"Non sono un pazzo suicida sono solo disperato. Scenderò solo se il governo si impegna a convocare subito un tavolo con i rappresentanti dei balneari. Questa storia deve finire, l'Italia deve ripartire", aveva detto Di Finizio al telefono, che ieri sera ha sentito al cellulare anche i ministri al Turismo e alle Politiche Europee, Piero Gnudi e Enzo Moavero Milanesi. I due si erano detti anche disponibili a incontrare l'imprenditore una volta sceso dalla Basilica.

Una condizione sulla quale Di Finizio ha riflettuto per ore, prima di decidere di rientrare e porre fine alla protesta in serata, intorno alle 20.30. La gendarmeria, dopo averlo assistito, potrebbe ora valutare di consegnarlo alle autorità italiane nelle prossime ore.

I balneari di Viareggio sono solidali con Marcello Di Finzio. Appena hanno appreso la notizia che l'uomo sosteneva la loro stessa battaglia, una decina di balneari della Versilia sono partiti per Roma e si sono portati proprio sotto la cupola per dimostrare la loro solidarietà.

"Siamo qui sotto per far sentire che non è solo - dice Emiliano Favilla del Comitato viareggino 'no alle aste' - ma sono arrivati anche rappresentanti dalle Marche, dallo stesso Lazio, siamo una sessantina di persone che vogliamo trovare tutti una soluzione alle nostre vicende. Certo Di Finzio purtroppo ha avuto il ristorante che è andato distrutto per un incendio su un terreno demaniale e la sua situazione è diversa dalla nostra in quanto si trova senza l'impresa materiale, però come noi vive l'incertezza del futuro, senza che le banche gli diano un mutuo per poter riprendere la sua attività e con il rischio delle aste, insomma il suo gesto disperato deve far riflettere, noi non siamo qui certo per istigarlo, ma sicuramente - afferma Favilla - per fargli sentire che non è solo in attesa che venga ricevuto da qualche ministro come ha richiesto in queste ore di trattative".

(fonte: Ansa)

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