“Donne della Resistenza”: un bando europeo per sensibilizzare alla memoria, alla storia e ai valori comuni
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- Pubblicato Martedì, 12 Gennaio 2016 22:31
- Scritto da Sara Grubissa
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Trieste – È emersa molta energia alla conferenza stampa, tenutasi oggi martedì 12 gennaio alle ore 11 nella sala Marcus della sede della Presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia, per la presentazione del progetto “DONNE DELLA RESISTENZA/WOMEN OF THE RESISTANCE/ŽENE U POKRETU OTPORA”.
Il progetto è stato pensato e presentato per il bando Europe for citizens/ Europa per i cittadini, da alcune realtà del Friuli Venezia Giulia della Slovenia e della Croazia.
Uno degli obiettivi del Programma Europe for Citizens/ Europa per i cittadini è quella di “sensibilizzare alla memoria, alla storia e ai valori comuni dell'Unione Europea, nonché alle sue finalità, quali la promozione della pace, dei valori condivisi e del benessere dei suoi cittadini, stimolando il dibattito, la riflessione e lo sviluppo di reti” citando il sito del programma stesso.
L’energia e l’entusiasmo dei progettisti è ben motivata visto che ogni obiettivo è stato centrato, riuscendo a costruire un progetto di memoria ma riflessivo sull’oggi, lavorando in un team internazionale di tre stati - che dalla seconda guerra mondiale hanno sviluppato modi diversi di raccontare quel periodo - partendo da un punto comune: la figura della donna partigiana.
Sul lavoro svolto Borut Jerman, della “Kulturno Izobraževalno Društvo Pina”, riflette sull’importanza che ha avuto capire come il periodo della Resistenza e il ruolo della donna in questo contesto sia stato raccontato nei tre stati, l’incontro di tre storiografie ed il lavoro svolto in team possono essere un primo passo verso un racconto comune.
Il progetto nasce dal ritrovamento dei diari di Maria Antonietta Moro, infermiera goriziana, partigiana. Maria Antonietta li aveva tenuti segreti anche alla propria famiglia, vengono, infatti ritrovati dalla figlia Lorena Farnasir e sono diari di guerra che, Maria Antonietta Moro, tenne tra il 1943 e il 1945, rivelano suo un passato da partgiana sia nelle file della resistenza jugoslava col nome di Nataša, che in quelle italiane con il nome di Anna.
Da qui sono partiti i progettisti, per arrivare a far riflettere i giovani del FVG della Slovenia e della Croazia, su quali fossero gli ideali che mossero, centinaia di giovani donne delle nostre terre, ad unirsi alla Resistenza, cosa significasse essere “resistente” a quell’epoca per una donna, l’eredità lasciata e cosa vuol dire essere “resistente” per una ragazza oggi.
Il progetto prevede 60 ore di workshop con scuole medie superiori distribuite nei tre stati.
In Croazia si sono appena concluse le 20 ore, lo racconta Helga Može Glavan e Andrej Pevec di “Nacionalna zaklada za razvoj civilnoga društva” con laboratori interattivi, video e anche con l’utilizzo dei social network. In Slovenia i workshop sono in conclusione, in Friuli Venezia Giulia sono in corso, Rita Maffei del “CCS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia” sottolinea una grande risposta dalle scuole del territorio FVG, “le domande hanno superato il doppio dello stimato”, a Trieste, invece, il primo work shop domani al “Deledda” con Giustina Testa e Stephan Čioc.
Il progetto, inoltre, prevede Contest e “Resistance Excursion”: un concorso per cortometraggi e brevi composizioni letterarie. I vincitori verranno selezionati attraverso Facebook e verranno invitati a partecipare ad un percorso storico “Sulle orme delle donne della Resistenza a Trieste un evento che si svilupperà a Trieste il 21 aprile 2016, in cui i ragazzi/e suddivisi in gruppi, saranno incoraggiati a interagire in tutte le tre lingue, italiano, sloveno e croato per raggiungere un obiettivo comune, attraverso un gioco, ovvero risolvere tutti i misteri e le domande proposti da una particolare “Caccia al tesoro storica”. Attraverso questa esperienza i ragazzi/e avranno la possibilità di scoprire i luoghi della Resistenza. A proposito Sabrina Morena di “Bonawentura soc. coop” ci svela alcuni momenti della giornata “partiremo dalla risiera, racconteremo brevi storie in 3 lingue, altro punto sarà via Pindemonte dove Alda Vivoda è stata uccisa, proseguiremo verso la stazione, simbolo di deportazione, passando davanti al Conservatorio “Tartini”, dove Ada Negrelli fu impiccata.
Sempre al 21 aprile 2016, al teatro Miela, sarà presentato il documentario sui diari di Maria Antonietta Moro realizzato da Erica Rossi.
Il 4 marzo 2016, invece ad Udine, al Teatro San Giorgio, si terrà un conferenza internazionale “Donne nella Resistenza”. La mattinata sarà dedicata alle scuole con interventi storici e testimoni d’eccellenza come Lidia Menapace, brani teatrali, documentari, lavori cinematografici. Il pomeriggio invece rivolto ad un pubblico adulto, cercherà di metter in luce le differenze analizzando le diverse storiografie ufficiali su questo tema.
Sono intervenuti per i vari partecipanti al gruppo di partenariato:
Gianni Torrenti, Assessore regionale alla cultura, sport e solidarietà; Fabiana Martini, Vicesindaco del Comune di Trieste e Assessore alle pari opportunità; Borut Jerman, Kulturno izboraževalno društvo PiNA – Slovenia; Giorgio Nogherotto e Sabrina Morena, Bonawentura Soc. Coop.; Marta Zaccaron, Associazione La Giordola; Chiara Perini e Alessandro Cattunar, Associazione Quarantasettezeroquattro Rita Maffei e Francesca Puppo, Css Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia Helga Može Glavan e Andrej Pevec, Zaklade za poticanje partnerstva i razvoja civilnog društva – Croazia
Slovenia, referendum respinge matrimoni gay e adozioni per le coppie omosessuali
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- Pubblicato Domenica, 20 Dicembre 2015 21:23
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Lubiana - Gli elettori sloveni hanno respinto domenica 20 dicembre con un referendum di iniziativa popolare la legge che ammetteva i matrimoni gay e l'adozione per le coppie omosessuali.
I "no" alla legge hanno prevalso sui "si" (63% per l'abrogazione della legge contro il 37% dei sostenitori con il 93% dei voti conteggiati dalla Commissione elettorale .
Per il no si sono schierati l'opposizione di destra e la Chiesa cattolica, che hanno lanciato la raccolta di firme per la consultazione.
Per il sì il primo ministro Miro Cerar e il presidente Borut Pahor. La Slovenia è il primo Paese dell'ex blocco comunista ad aver aperto alle unioni delle coppie omosessuali.
Il quesito sul quale erano chiamati a esprimersi gli 1,7 milioni di elettori sloveni era il seguente: "È lei favorevole a che entri in vigore la legge su modifiche e integrazioni alla legge relativa a matrimonio e famiglia, che il Parlamento ha approvato il 3 marzo 2015?".
L'attuale governo del primo ministro Miro Cerar, di centro-sinistra, ha sostenuto la nuova legge, mentre il principale partito di opposizione, cioè il Partito democratico sloveno di centro-destra, era contrario.
Con questo voto la Slovenia è uno dei primi Paesi che approva una legge di uguaglianza dei diritti degli omosessuali per poi revocarla.
Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne: spettacoli e flash mob
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- Pubblicato Mercoledì, 25 Novembre 2015 10:29
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, stabilita dall'Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999.
La data venne scelta in ricordo di un brutale assassinio, avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Trujillo. Tre sorelle, di cognome Mirabal, considerate rivoluzionarie, furono torturate, massacrate, strangolate. Buttando i loro corpi in un burrone venne simulato un incidente.
La Dichiarazione adottata dall'Assemblea Generale Onu parla della violenza contro le donne come di "uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini".
In Friuli Venezia Giulia sono molte le iniziative per la sensibilizzazione sul tema; è soprattutto Pordenone, dove si sono consumati negli ultimi mesi dei crimini brutali contro le donne, a organizzare una serie di eventi che hanno come punto di riferimento la "Carta di Pordenone" promossa dai giornalisti, dalle istituzioni e dall'associazionismo.
Dalle 16, davanti al teatro Verdi, è previsto un flash mob con le scuole superiori della provincia, il Pordenone calcio e il Pordenone rugby, con balli, letture, performance e simboli.
L’articolato progetto del teatro Verdi, costruito in collaborazione con “Carta di Pordenone” prevede che nel ridotto del teatro chiunque potrà registrare una video-testimonianza; nel ridotto ci sarà anche la proiezione del video-spot “no! di Alberto Fasulo.
Alle 20.45 replica dello spettacolo di malamore e violenza psicologica “Polvere” di Saverio La Ruina.
Da parte sua l'Amministrazione comunale di Trieste, accanto a molte azioni di formazione e sensibilizzazione culturale, messe in campo durante tutto il corso dell’anno, oggi lancia, in collaborazione con il Centro antiviolenza Goap e la Polizia di Stato, una pagina Facebook dedicata.
Scopo di quest’iniziativa è quello di raggiungere il maggior numero di persone e di diffondere questi messaggi: uscire dalla violenza si può. Non si esce dalla violenza da sole.
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I dati dell'Onu rivelano che il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale, dal proprio partner o da un'altra persona. Il rapporto sottolinea anche che due terzi delle vittime degli omicidi in ambito familiare sono donne.
Nel mondo sono 119 i Paesi che hanno approvato leggi sulla violenza domestica e 125 quelli che hanno leggi contro il "sexual harrassment" (le molestie a sfondo sessuale).
Dalla ricerca Onu arriva anche la conferma che prosegue la discriminazione in ambito lavorativo tra uomini e donne. I tassi di disoccupazione rimangono più elevati per le lavoratrici, e le donne occupate a tempo pieno nella maggior parte dei Paesi hanno uno stipendio che va dal 70% al 90% di quello dei colleghi maschi.
In Italia, secondo i dati Istat di giugno 2015, 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale. Si tratta del 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, quasi una su tre. Ma se negli ultimi 5 anni sono leggermente diminuite le violenze fisiche o sessuali, aumenta invece la percentuale dei figli che vi assistono.
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