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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Amnesty International denuncia brutale repressione in Egitto. Flash mob per Giulio Regeni

Amnesty International denuncia brutale repressione in Egitto. Flash mob per Giulio Regeni

Roma - Il 13 luglio, in occasione del lancio di un nuovo rapporto sulle torture e le sparizioni forzate in Egitto, Amnesty International Italia ha organizzato un flash mob per ricordare Giulio Regeni e le altre vittime di queste terribili pratiche in atto nel paese, che si è scolto ercoledì 13 luglio a Roma, in piazza del Pantheon.

Il flash mob ha visto numerose attiviste e attivisti dell'organizzazione radunati davanti al Pantheon a torso nudo e con bende e cappucci neri a rappresentare alcuni dei casi, come quello di Giulio Regeni, documentati nel rapporto.

Il rapporto di Amnesty International intitolato "Egypt: 'Officially, you do not exist' Disappeared and tortured in the name of counter-terrorism" (online dal 13 luglio) include 17 testimonianze dettagliate di alcune delle centinaia di vittime di torture e sparizioni forzate nel 2015 e 2016, tra cui ragazzi di 14 anni.

Alla mobilitazione hanno sinora aderito: A Buon Diritto, Antigone, AOI Cooperazione e solidarietà internazionale, Articolo 21, CISP, Cittadinanzattiva, COSPE, FNSI, Italians for Darfur, Legambiente, Rete della Pace, Un ponte per.

La campagna "Verità per Giulio Regeni" lanciata da Amnesty International Italia in collaborazione con "la Repubblica" ha raccolto sinora numerosissime adesioni da parte di istituzioni, enti locali, organizzazioni, mondo scolastico e universitario, testate giornalistiche e privati cittadini: 5 Regioni, 3 Province, 170 Comuni; 34 università, 40 scuole, 13 biblioteche; 27 media; 121 fra gruppi e associazioni.

Innumerevoli messaggi di sostegno continuano a giungere quotidianamente, anche sui social network, da parte della società civile sia italiana sia estera che utilizza l'hashtag #veritàpergiulioregeni

“La sparizione forzata di Giulio Regeni - si legge nel Rapporto - ha attratto l'attenzione dei mezzi d'informazione di ogni parte del mondo. Le autorità egiziane si ostinano a negare qualsiasi coinvolgimento nella sua sparizione e uccisione, ma Amnesty International rivela le similitudini tra i segni di tortura sul suo corpo e quelli sugli egiziani morti in custodia dello stato. Ciò lascia supporre che la sua morte sia stata solo la punta dell'iceberg e che possa far parte di una più ampia serie di sparizioni forzate ad opera dell'Nsa e di altri servizi d'intelligence in tutto il Paese".

Nel report Amnesty denuncia centinaia di persone scomparse e torturate dai primi mesi del 2015 in un'ondata di repressione brutale in Egitto.

Amnesty punta il dito contro l'Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) che si rende responsabile di rapimenti, torture e sparizioni forzate nel tentativo di incutere paura agli oppositori e spazzare via il dissenso pacifico.

Il rapporto, intitolato "Egitto: 'Tu ufficialmente non esisti'. Sparizioni forzate e torture in nome del contrasto al terrorismo", rivela una vera e propria tendenza che vede centinaia di studenti, attivisti politici e manifestanti, compresi 14enni, sparire nelle mani dello Stato senza lasciare traccia.

Secondo le Organizzazioni non governative locali, la media delle sparizioni forzate è di 3-4 al giorno. Di solito, agenti dell'Nsa pesantemente armati fanno irruzione nelle abitazioni private, portano via le persone e le trattengono anche per mesi, spesso ammanettate e bendate per l'intero periodo.

"Questo rapporto rivela le scioccanti e spietate tattiche cui le autorità egiziane ricorrono nel tentativo di terrorizzare e ridurre al silenzio manifestanti e dissidenti", ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

"Le sparizioni forzate sono diventate uno dei principali strumenti dello stato di polizia in Egitto. Chiunque osi prendere la parola è a rischio. Il contrasto al terrorismo è usato come giustificazione per rapire, interrogare e torturare coloro che intendono sfidare le autorità". Luther ha poi aggiunto che "le autorità egiziane si ostinano a negare l'esistenza del fenomeno delle sparizioni forzate, ma i casi descritti nel nostro rapporto forniscono ampie prove del contrario".

Il rapporto descrive in dettaglio i casi di 17 persone sottoposte a sparizione forzata, detenute illegalmente per periodi varianti da diversi giorni a sette mesi, tagliate fuori dal mondo esterno e private di contatti con avvocati e familiari e di qualsiasi supervisione giudiziaria. Inoltre comprende drammatiche testimonianze delle torture praticate durante sessioni d'interrogatorio che possono durare fino a sette ore, allo scopo di estorcere "confessioni" che verranno poi usate come prova durante gli interrogatori ufficiali davanti al giudice e che condurranno alla condanna. In alcuni casi, sono stati torturati anche dei minorenni.

A 5 mesi dall'omicidio di Giulio Regeni: Amnesty lancia campagna twitter #veritàpergiulioregeni

A 5 mesi dall'omicidio di Giulio Regeni: Amnesty lancia campagna twitter #veritàpergiulioregeni

Udine - Il 25 giugno saranno trascorsi cinque mesi dall'atroce assassinio di Giulio Regeni in Egitto e la verità appare ancora lontana. Una ricorrenza che Amnesty international, da subito schierata per chiedere verità sulla sorte toccata al giovane ricercatore italiano, non intende lasciar passare sotto silenzio.
 
"Sono stati cinque mesi di depistaggi e menzogne da parte del governo egiziano e di prese di posizione incerte, alternate a lunghi silenzi da parte di quello italiano. Cinque mesi durante i quali – si legge sul sito internet di Amnesty – la società italiana si è mobilitata chiedendo a gran voce #veritàpergiulioregeni e oltre 400, tra enti locali, media, università e associazioni, oltre a tantissimi cittadini e cittadine, hanno aderito alla campagna che abbiamo lanciato insieme al quotidiano La Repubblica".

Il 25 e il 26 giugno si celebra anche la Giornata internazionale per le vittime della tortura: una doppia ricorrenza in occasione della quale Amnesty international lancia una nuova iniziativa per riportare l'attenzione sul caso Regeni con una grande mobilitazione online.

Una "twitter action" per far sapere al presidente del Consiglio Renzi e al ministro degli Affari esteri Gentiloni che "siamo in tanti – spiega Amnesty international – a non aver dimenticato Giulio e che si può e si deve fare di più per arrivare alla verità".

Alla campagna aderisce la Federazione nazionale stampa italiana. Il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti scrive in un tweet : @amnestyitalia Ci saremo #veritápergiulio #25e26giugno.

Uccisione di Giulio Regeni, i docenti di Cambridge non collaborano alle indagini

Uccisione di Giulio Regeni, i docenti di Cambridge non collaborano alle indagini

Udine - Nulla di fatto per la missione di inquirenti ed investigatori italiani che si erano recati il 6 giugno a Cambridge, in Inghilterra in occasione di una cerimonia di commemorazione del ricercatore universitario ed avevano ascoltato amici, conoscenti e docenti che seguivano Giulio negli studi.

I professori, a cominciare da Maha Abdelrahman, tutor del ricercatore friulano alla Cambridge University, si sono infatti avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del pm Sergio Colaiocco, dei funzionari dello Sco e degli ufficiali del Ros.

I docenti hanno dichiarato di essere stati consigliati in tal senso dai legali dell'Università.

L'interesse della delegazione italiana in trasferta nella città universitaria britannica , tramite rogatoria internazionale, era legata soprattutto al contenuto di alcune mail scambiate da Giulio con i suoi professori in merito al lavoro che stava svolgendo in Egitto.

Profondo rammarico è stato espresso dalla mamma di Giulio: "Non lasciateci soli, parlate e rompiamo il silenzio" ha detto. La signora Regeni chiede di "avere il coraggio di recuperare la dimensione etico-morale della ricerca".

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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