#svegliaitalia, anche in FVG la mobilitazione in piazza a favore delle unioni civili
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- Categoria: Uomini e diritti
- Pubblicato Sabato, 23 Gennaio 2016 18:59
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Mobilitazione in cento piazze anche in FVG a favore dei diritti del mondo lgbt, #svegliaitalia, lanciata da Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit in occasione dell'inizio della discussione al Senato del ddl sulle unioni civili: "scenderemo in piazza accanto a un pezzo importantissimo della società civile: associazioni, istituzioni, partiti, sindacati, liberi cittadini e cittadine hanno aderito in massa all'appello e annunciato la propria presenza ai presidi. Tutti assieme realizzeranno un flashmob, portando con sé sveglie e orologi con suoneria per sincronizzarli e suonare la sveglia al nostro Paese".
"Un milione di sveglie hanno suonato oggi in tutto il Paese, il Parlamento le ascolti", rende noto l'Arcigay che fa un consuntivo sulle manifestazioni, tenutesi in cento piazze.
"Siamo rimasti l'unico paese dei 28 senza una disciplina sulle unioni civili, è fondamentale che si chiuda cercando il più possibile di ascoltarsi e rispettarsi ma poi si sappia che ad un certo punto si vota e sui temi etici ci sarà libertà di coscienza come doveroso che sia. Il compromesso non è lo strumento per non arrivare a chiudere. Sono giuste tutte le posizioni ma si sappia che per il Pd la riforma è irrinviabile". Matteo Renzi, alla direzione del Pd, ribadisce la determinazione a chiudere sulle unioni civili.
Resta la sfida degli oppositori - trasversali - che si traduce anche negli emendamenti al ddl depositati in Senato: 6100, di cui 5000 della sola Lega Nord, una sessantina del Pd e nove dell'ala cattolica Dem.
Da parte loro, in un messaggio, i Vescovi delle 15 diocesi del Nordest affermano che alle persone che vivono legami affettivi diversi da quello della "famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna" vanno riconosciuti "i diritti individuali della persona. Ma altra cosa sono i diritti propri dell'istituto matrimoniale".
Per i vescovi va salvaguardata "in modo netto e deciso la famiglia fondata sul matrimonio e intesa come unione stabile, fedele e aperta alla vita tra un uomo e una donna".
"Altre forme di legami affettivi tra persone, anche omosessuali - conclude la nota -, sono per loro natura diverse e vanno, quindi considerate diversamente dal rapporto d'amore tra un uomo e una donna, che nel matrimonio, creano famiglia e vivono un impegno stabile e disponibile alla procreazione".