Indagine Save the Children sull’infanzia in Italia: in FVG un minore su 5 vive in povertà relativa
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- Pubblicato Mercoledì, 16 Novembre 2016 23:33
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - È uscito il 16 novembre “Bambini senza”, l’Atlante dell'Infanzia di Save the Children, che riporta i dati dell’indagine sull’infanzia e adolescenza in Italia in 62 mappe e 5 infografiche, che traducono in rappresentazioni geografiche un’ampia serie di indicatori provenienti da fonti ufficiali e indagini autorevoli.
Il primo dato che salta agli occhi sono le gravi conseguenze dell’illegalità sulle condizioni dello sviluppo dei più piccoli.
Nella prefazione dell’Atlante Valerio Neri, direttore generale di Save the Children, ricorda che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva sottolineato come «non ci sarà ripresa, crescita di opportunità e un futuro degno per i nostri giovani, se non estirperemo la corruzione, l’illegalità e la criminalità organizzata».
Scrive ancora Neri: “L’illegalità diffusa, l’assenza di politiche attente e lungimiranti nei confronti dell’infanzia in questi decenni, a volte più semplicemente la loro mancata applicazione, sono all’origine di una parte consistente dei tantissimi e variegati “senza” evidenziati dall’Atlante: economici, sociali, culturali, relazionali, relativi ai servizi, alle competenze, alle opportunità”.
“Un elenco di privazioni lungo e differenziato: un bambino su tre non può permettersi una settimana di vacanze lontano da casa, uno su sette è impossibilitato a frequentare attività di svago extrascolastico, uno su quattro non frequenta alcuna attività sportiva, uno su due non legge un libro, solo per citarne alcuni”.
“Il “senza” più tragico dei bambini e degli adolescenti nell’Italia di oggi - il motore di una sfiducia strisciante nella politica e nella cittadinanza attiva, in parte alimentata proprio dal dilagare di quei fenomeni denunciati dal Presidente della Repubblica e dalla perdita di credibilità delle istituzioni – forse è proprio questo: i bambini raccontano ma nessuno li ascolta.
Il nostro impegno è anche quello di prestargli orecchio e di restituirgli la voce”.
Entrando nel dettaglio delle mappe regionali, si scopre che anche in Friuli Venezia Giulia, una delle Regioni ben posizionata relativamente alla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza, più di un ragazzo su cinque vive in condizioni di povertà relativa.
Più di un terzo dei ragazzi del FVG - si legge nell'analisi - non ha letto un libro lo scorso anno e quasi la metà non è andata al teatro o a un museo.
Tra gli adolescenti circa il 12% degli alunni di 15 anni - oltre uno su 10 - non raggiunge il livello minimo di competenze in matematica e in lettura, a fronte, rispettivamente del 24,7 e 19,5% della media nazionale.
Bene invece la copertura degli asili nido e dei servizi integrativi, presenti nel 99,5% dei Comuni della regione, a fronte di un tasso del 57,3% in Italia.
Il FVG detiene inoltre il tasso di dispersione scolastica più basso in Italia, che si attesta al 6,9% contro un tasso nazionale del 14,7%, inferiore anche alla media europea dell'11%.
Omicidio Alpi Hrovatin, la mamma di Ilaria: "La verità non l'abbiamo e secondo me non l'avremo mai”
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- Pubblicato Giovedì, 20 Ottobre 2016 11:04
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Perugia - La Corte d'appello di Perugia ha assolto il cittadino somalo signor Hasci Omar Hassan "per non avere commesso il fatto" dall'accusa di avere partecipato all'omicidio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e dell'operatore Miran Hrovatin, a Mogadiscio nel marzo '94.
La sentenza è arrivata al termine del processo di revisione. Omar Hassan si è sempre proclamato innocente. Ha scontato in carcere 16 dei 26 anni che gli erano stati inflitti ed era ora affidato ai servizi sociali.
La Corte ha comunque disposto la revoca di qualsiasi limitazione della libertà personale. Hassan ha assistito alla lettura della sentenza e ha gioito con alcuni amici e parenti.
Il aula anche Luciana Alpi, la madre di Ilaria che si è detta "contenta" per Omar Hassan, del quale ha sempre sostenuto l'innocenza, ma "molto amareggiata e depressa" per la figlia. La signora Alpi ha detto che "La verità non l'abbiamo e secondo me non l'avremo mai”.
La stampa italiana è scesa in campo accanto alla signora Alpi: “Non possiamo che condividere le dichiarazioni rilasciate da Luciana Alpi, la mamma di Ilaria, in occasione della liberazione di Omar Hashi Hassan ingiustamente accusato di essere stato l’assassino di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, al quale peraltro sarà il caso che le istituzioni preposte chiedano scusa e lo aiutino in quello che sarà un difficile percorso di reinserimento".
Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della FNSI.
"La liberazione di Hashi - spiegano - rende ancora più evidente la mancata individuazione dei mandanti e degli esecutori di quell’atroce esecuzione. Spetta ora alle istituzioni, alle autorità politiche, agli inquirenti e ai Magistrati di chiarire una vicenda che è stata segnata sin dall’inizio da omissioni, bugie e soprattutto da ripetuti depistaggi. Un ringraziamento infine alla giornalista Chiara Cazzaniga della redazione del programma di Rai Tre “Chi l’ha visto” che con la sua tenacia ha contribuito a svelare le bugie del cosiddetto superteste “Gelle” che aveva aperto la strada all’inquinamento delle prove e all’arresto di Omar Hashi Hassan. La Federazione della Stampa resta a disposizione della famiglia Alpi e dei suoi legali per qualsiasi iniziativa dovessero decidere di intraprendere per continuare a reclamare verità e giustizia per le famiglie Alpi e Hrovatin”.
L’attenzione sul caso Regeni diminuisce nonostante le vicende degli striscioni sugli edifici
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- Pubblicato Martedì, 18 Ottobre 2016 12:26
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Qual è l’attenzione dei lettori sul caso Regeni? Ce lo siamo chiesti spesso confrontando il numero di lettori degli articoli pubblicati sul giovane ricercatore e le condivisioni su Facebook degli stessi articoli.
Ora il sito Datamediahub.it, specializzato in indagini e visualizzazioni su media, comunicazione e giornalismo, conferma che l’interesse sulla vicenda è diminuito nonostante le recenti polemiche sugli striscioni tolti e messi sulle facciate degli edifici pubblici.
Sono state poco più di 133 mila le citazioni in rete, sui blog e sui social network riguardanti il caso dell'omicidio in Egitto del ricercatore friulano Giulio Regeni. Il volume delle conversazioni è in costante diminuzione e l'ultimo "picco" è avvenuto tra il 2 e l'8 ottobre scorso come paragone alla sentenza sul caso Cucchi.
Oltre a "Morte per Giulio Regeni", che assorbe il 30% del totale delle conversazioni, l'argomento più citato è "Verità per Giulio Regeni" che complessivamente pesa per il 34%.
Una richiesta di verità che però si fa sempre più debole dopo il picco tra 25 e 29 marzo scorso. In particolare, la vicenda degli striscioni tolti dal Municipio di Trieste che tante polemiche ha sollevato nei giorni scorsi, assorbe il 5% delle citazioni, con un picco in concomitanza della rimozione da parte del sindaco.
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