La morte di Regeni e le reticenze dell'Egitto. Governi europei tra rapporti economici e diritti umani
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- Categoria: Uomini e diritti
- Pubblicato Mercoledì, 25 Maggio 2016 21:27
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Mentre le autorità egiziane continuano a fornire informazioni frammentarie sul disastro dell'aereo Egyptair da Parigi, precipitato in mare lo scorso 19 maggio, Amnesty International stima che attualmente siano almeno 238 le persone che si trovano in arresto in varie città dell’Egitto, tra attivisti e giornalisti locali e stranieri.
Ognuna di queste persone è stata descritta dai giornali locali come terrorista e complottista contro il regime di Al Sisi. La Polizia incarcera chiunque tenti di opporsi, di fare luce sulla questione, di esprimersi e di manifestare.
In questa situazione, i genitori di Giulio Regeni manifestano i loro dubbi sulla possibilità di giungere alla verità sulla morte del figlio, come riferisce l'intervista pubblicata sul quotidiano di Trieste e Gorizia "Il Piccolo" di mercoledì 25 maggio.
Nel frattempo ad Ahmed Abdallah, consulente della famiglia di Giulio Regeni al Cairo, arrestato quasi un mese fa nella capitale egiziana, sono stati comminati altri 15 giorni di custodia cautelare in carcere. Le accuse sono quelle di attività sovversiva e partecipazione a manifestazione non autorizzata.
L'omertà del regime, trincerato dietro a silenzi e depistaggi, copre qualsiasi tentativo di fare chiarezza sulle responsabilità dell'establishment di governo in tali questioni; i Paesi europei e la Russia sono in forte imbarazzo, data la mole di rapporti economici in atto con lo Stato mediorientale. Intanto l'Egitto ha perso una delle risorse centrali del Paese: dopo la deposizione di Mubarak nel 2011, i turisti sono passati da 15 milioni nel 2010 a 1 milione e 600 mila nei primi mesi del 2016.
Per richiamare l'attenzione sul barbaro assassinio del giovane ricercatore friulano, da mercoledì 25 maggio uno stendardo giallo campeggia a Udine in Borgo Stazione al balcone presidenziale del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic" e del Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl".
Su di esso risaltano il motto "Justizie par Giulio Regeni, orgoi dal Friûl" e lo spadone del patriarca Marquardo di Randek "bellicoso simbolo della storia friulana, ideale monito per gli imperdonabili assassini e complici della terra dei Faraoni".
Resterà esposto sino al prossimo 3 giugno, ricorrenza quadrimestrale del rinvenimento del corpo del giovane.