TAR, la Regione Lombardia deve risarcire per 142 mila euro Beppino Englaro. Maroni: "non ricorreremo"
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- Pubblicato Venerdì, 08 Aprile 2016 18:00
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Udine - Dopo che il Tribunale amministrativo regionale ha condannato la Regione Lombardia a risarcire per 142 mila euro Beppino Englaro, il governatore Roberto Maroni ha fatto sapere che con ogni probabilità l'amministrazione non farà ricorso.
Eluana Englaro era rimasta in stato vegetativo per 18 anni, fino alla morte, avvenuta il 9 febbraio 2009 a Udine.
La regione Lombardia, con Roberto Formigoni presidente, nel settembre 2008 aveva varato un provvedimento che aveva impedito a tutto il personale della sanità regionale di interrompere l’alimentazione e l’idratazione artificiali.
Nel gennaio 2009, il Tar si era espresso a favore della famiglia Englaro che chiedeva che si applicasse la sospensione decisa in Corte di Appello.
Il Tar lombardo ha riconosciuto al padre della donna il risarcimento, che comprende i danni patrimoniali e quelli non patrimoniali da lesione del rapporto parentale, con la seguente motivazione: “non è possibile che lo Stato ammetta che alcuni suoi organi ed enti, qual è la Regione Lombardia, ignorino le sue leggi e l’autorità dei tribunali, dopo che siano esauriti tutti i rimedi previsti dall’ordinamento, in quanto questo comporta una rottura dell’ordinamento costituzionale non altrimenti sanabile”.
Alla notizia, riportata l'8 aprile, l'attuale governatore Roberto Maroni ha reagito affermando che sono in corso valutazioni sulla sentenza ma che "l'orientamento è di non ricorrere" al Consiglio di Stato. Maroni ha detto che sarà valutato anche "l'aspetto umano della vicenda".
"Io rispetto le sentenze - ha detto -. Ho solo chiesto ai miei uffici per scrupolo, siccome c'è teoricamente la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato, se ci siano le condizioni per farlo, valutando tutta la vicenda anche dal punto di vista umano
"Pedalata per Giulio" a sostegno della campagna Amnesty International “Verità per Giulio Regeni”
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- Pubblicato Lunedì, 04 Aprile 2016 18:56
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Gorizia - Le associazioni “BisiachinBici - FIAB Monfalcone” e “Tenda per la Pace e i Diritti” (Staranzano) presentano per il 16 aprile un percorso in bicicletta a sostegno della campagna promossa da Amnesty International Italia “Verità per Giulio Regeni”.
La “Pedalata per Giulio” attraverserà diversi Comuni dell’Isontino e della Bassa Friulana fino a giungere a Fiumicello, luogo di nascita di Giulio.
Le associazioni, costituitesi in comitato organizzativo per coordinare l’iniziativa, hanno già ricevuto numerose adesioni non solo dai Comuni che verranno attraversati dal percorso, ma anche da gran parte del mondo associativo dell’Isontino, della Bassa Friulana e di altre realtà vicine.
Tra queste, l’Ass. Culturale Corima di Cervignano, AIAB FVG, l’Associazione Voci di Donna, la sezione regionale di Amnesty International, il Collegio del Mondo Unito (UWC Adriatic), Radio 2 Caterpillar Legambiente di Monfalcone, FIAB Friuli venezia Giulia e molte altre.
L’evento consta in una biciclettata che partendo da diverse piazze del mandamento monfalconese, e non solo, si raccoglierà a Fiumicello. Qui tutti i cortei si riuniranno presso il punto di assembramento individuato nella zona della ex scuola elementare di Papariano, da lì si snoderà il percorso entro il comune di Fiumicello che avrà come meta finale la piazza antistante la scuola, Piazzale Falcone e Borsellino.
#svegliaitalia, anche in FVG la mobilitazione in piazza a favore delle unioni civili
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- Pubblicato Sabato, 23 Gennaio 2016 18:59
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Mobilitazione in cento piazze anche in FVG a favore dei diritti del mondo lgbt, #svegliaitalia, lanciata da Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit in occasione dell'inizio della discussione al Senato del ddl sulle unioni civili: "scenderemo in piazza accanto a un pezzo importantissimo della società civile: associazioni, istituzioni, partiti, sindacati, liberi cittadini e cittadine hanno aderito in massa all'appello e annunciato la propria presenza ai presidi. Tutti assieme realizzeranno un flashmob, portando con sé sveglie e orologi con suoneria per sincronizzarli e suonare la sveglia al nostro Paese".
"Un milione di sveglie hanno suonato oggi in tutto il Paese, il Parlamento le ascolti", rende noto l'Arcigay che fa un consuntivo sulle manifestazioni, tenutesi in cento piazze.
"Siamo rimasti l'unico paese dei 28 senza una disciplina sulle unioni civili, è fondamentale che si chiuda cercando il più possibile di ascoltarsi e rispettarsi ma poi si sappia che ad un certo punto si vota e sui temi etici ci sarà libertà di coscienza come doveroso che sia. Il compromesso non è lo strumento per non arrivare a chiudere. Sono giuste tutte le posizioni ma si sappia che per il Pd la riforma è irrinviabile". Matteo Renzi, alla direzione del Pd, ribadisce la determinazione a chiudere sulle unioni civili.
Resta la sfida degli oppositori - trasversali - che si traduce anche negli emendamenti al ddl depositati in Senato: 6100, di cui 5000 della sola Lega Nord, una sessantina del Pd e nove dell'ala cattolica Dem.
Da parte loro, in un messaggio, i Vescovi delle 15 diocesi del Nordest affermano che alle persone che vivono legami affettivi diversi da quello della "famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna" vanno riconosciuti "i diritti individuali della persona. Ma altra cosa sono i diritti propri dell'istituto matrimoniale".
Per i vescovi va salvaguardata "in modo netto e deciso la famiglia fondata sul matrimonio e intesa come unione stabile, fedele e aperta alla vita tra un uomo e una donna".
"Altre forme di legami affettivi tra persone, anche omosessuali - conclude la nota -, sono per loro natura diverse e vanno, quindi considerate diversamente dal rapporto d'amore tra un uomo e una donna, che nel matrimonio, creano famiglia e vivono un impegno stabile e disponibile alla procreazione".
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