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Storia di Pasqua: il mendicante che ritrova l'anello e viene sommerso da una pioggia di dollari
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- Pubblicato Sabato, 30 Marzo 2013 17:10
- Scritto da Tiziana Melloni
Trieste - La storia di Pasqua che voglio raccontare è un fatto vero, avvenuto a Kansas City, nel Missouri. È una storia molto americana, ma ci può stare anche per noi.
Tutto comincia il 23 febbraio scorso, quando Billy Ray Harris, un uomo di 55 anni senza fissa dimora, come sempre chiede l'elemosina nel solito angolo di marciapiede. Sarah Darling, una giovane donna, lascia cadere alcune monete nel piatto del mendicante, ma nel farlo perde il suo anello di fidanzamento di platino, con un grosso diamante.
Billy Ray lo raccoglie ed il suo primo pensiero è di rivenderlo: va da un gioielliere che gli offre 4000 dollari. L'uomo però ci riflette e decide di non farne nulla.
Nel frattempo Sarah è disperata: ovviamente l'anello, regalatole dal marito Bill Krejci, vuol dire tantissimo per lei. Rifà più volte la strada percorsa, invano. Finalmente, dopo qualche giorno, incontra nuovamente Billy Ray, che la riconosce e le restituisce il prezioso ricordo.
“Mi sembrava un miracolo - ha poi raccontato la ragazza - Ero sicura che non lo avrei trovato mai più”.
Sarah e Bill, colpiti dal gesto del mendicante, decidono di raccontare la storia ad un giornale e di aprire una colletta sul sito Usa di donazioni Giveforward.
In pochi giorni da tutto il mondo giungono più di 8000 donazioni di tutte le taglie, fino a raggiungere l'enorme cifra di 190mila dollari (circa 150mila euro); e resta ancora un mese e mezzo per fare altre elargizioni.
Come in tutte le favole, però, i miracoli non finiscono qui: Billy Ray, intervistato da giornali e TV, trova un lavoro dignitoso (trasporta strumenti musicali per le bande), trova una casa e soprattutto la sua famiglia, tre sorelle ed un fratello, che non lo rivedevano da 16 anni.
Robin, suo fratello, che vive in Texas, dopo averlo visto in TV lo aveva ricontattato ed aveva programmato di fare un viaggio nel Missouri per riabbracciarlo, ma benefattori e media si sono mobilitati ed hanno organizzato un incontro a sorpresa tra Billy Ray e i suoi.
Questo uno tra i commenti delle migliaia di donatori: “Billy Ray, Good things happen to good people.. Bless you and your family” (“Billy Ray, buone cose capitano alle persone buone. Sii benedetto tu e la tua famiglia”).
Conclave, fumata nera: le attese dei fedeli nelle parole di un sacerdote di Trieste
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- Pubblicato Mercoledì, 13 Marzo 2013 09:16
- Scritto da Tiziana Melloni
Roma – Aspettiamo l'esito delle votazioni del Conclave in piazza San Pietro in compagnia di un sacerdote di Trieste, don Andrea Destradi, che in questo periodo studia alla Pontificia Università Gregoriana.
La fumata di martedì 12 marzo – come previsto – è nera, anzi nerissima (il servizio della Cappella Sistina deve aver usato un additivo di colore particolarmente potente per fugare i dubbi), così chiediamo al giovane sacerdote, che nella sua diocesi si occupa di pastorale vocazionale, cosa si aspetta da questo Conclave.
“Mi aspetto un passo avanti della Chiesa, dopo la rinuncia di Benedetto XVI, un gesto che ci ha fatto riflettere sul tema dell'umiltà. Benedetto XVI ha rimesso al centro il significato del ministero nella Chiesa inteso come servizio”.
Le prime parole di papa Ratzinger, lo ricordiamo, furono proprio queste: “Dopo il grande papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”.
Quale compito attende ora il suo successore? “Il nuovo Papa si troverà sul tavolo grosse questioni di rilievo mondiale. Noi italiani a volte non ci rendiamo conto delle dimensioni planetarie del cristianesimo. È il punto di vista di una Chiesa italiana ed europea che danno segni di stanchezza”.
“La Chiesa oggi – prosegue Destradi – non è solo al centro del nostro Paese, ma è sotto gli occhi di tutto il mondo. Questo momento storico è una grande occasione. Mai come ora ho percepito la “cattolicità” della Chiesa”.
La Chiesa però per molte persone è un'istituzione estranea, se non ostile: cosa dovrà fare il nuovo Papa per dare una risposta? “Vedo che ci sono difficoltà da parte di chi è lontano o è stato allontanato dalla comunità. Alla Chiesa si chiede di declinare la fede con linguaggi nuovi per chi vive con modalità nuove: penso ai divorziati, alle famiglie di fatto, agli omosessuali”.
“Risposte vanno date anche a coloro che sono vittime della crisi economica – osserva don Andrea Destradi. - Una Chiesa semplificata potrebbe mettersi a camminare più facilmente con queste persone”.
La questione del rapporto della Chiesa con il denaro è sempre attuale: “Una Chiesa più povera ma non impoverita, ricca di carità: questo è il futuro che vedo possibile”.
"Il mio amore segreto: il Friuli…" intervista a Peppe Zarbo, popolare attore di “un posto al sole”
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- Pubblicato Venerdì, 08 Marzo 2013 09:43
- Scritto da Angela Caputo
Pordenone - A Piancavallo, ridente località ai piedi delle dolomiti friulane, si possono fare incontri di tutti i tipi: a contatto diretto con la natura, con uno splendido paesaggio, che fa riflettere il cielo sulle spesse coltri di neve bianca e soffice, con i piccoli elementi della fauna, i loro timidi segni lasciati sul suolo tramite le zampine, e con Peppe Zarbo…
Eh sì, proprio lui: il popolare attore della soap opera televisiva “Un posto al sole”, una delle serie tv più longeve e amate dai telespettatori italiani, giunta alla sua 17ª stagione, il cui primo ciak risale al lontano 1996.
Entrato nel cast nel 1998, Peppe Zarbo ha riscosso, grazie al ruolo di Franco Boschi, un grande successo di pubblico al punto da essere nominato nel 2000 come l’attore più gradito nella "fiction" italiana secondo un Sondaggio Abacus.
E il successo di Peppe è stato più che meritato, oltre che frutto di un lavoro e studio sempre costante e di una gavetta non facile: siciliano d’origini (per la precisione agrigentino), lascia l’Isola per diplomarsi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e per iniziare una carriera suggellata di successi, dalle interpretazioni teatrali di Pirandello e Miller, recitando accanto a Michele Placido, al cinema diretto da Alessandro D’Alatri, Ugo Fabrizio Giordani e Giuseppe Tornatore, al piccolo schermo con ruoli in serie tv quali “Dio vede e provvede”, “La Piovra 9”, “Una donna per amico 2”, ecc., fino alla consacrazione con l’Oscar dei Giovani giunta nel 1999.
Un successo dopo l’altro, quindi, per Peppe, che per le sue vacanze invernali ha scelto il Friuli, precisamente Pordenone e Piancavallo, dove ha regalato autografi e foto ai fans che l’hanno riconosciuto. A noi ha concesso pure un’intervista “a sorpresa” che riportiamo di seguito.
Intanto sei Peppe o Franco?
“Sono Peppe, anche se ormai sono riconosciuto come Franco di ‘Un posto al sole’!”
Vieni spesso a trascorrere in Friuli le tue vacanze o i momenti di relax tra un set e l'altro? Da siciliano, sicuramente amante del mare, come spieghi la tua passione per la montagna?
Amo il mare ma non solo…. In genere amo la natura, il verde e la montagna. Mi piace molto venire in Friuli anche perché qui abitano alcuni parenti, che vado a trovare spesso per trascorrere qualche week-end insieme in montagna. Nonostante il mio impegno sul set di "Un posto al sole", quando posso, cerco di ritagliarmi qualche fuga dal caos cittadino per cercare un po’ di relax.
Cosa ti colpisce di più delle bellezze paesaggistiche del Friuli? E dal punto di vista culturale e artistico, quali sono le peculiarità di questa regione che ti hanno maggiormente incuriosito?
Non sembrerebbe ma il Friuli ha molte cose in comune con la Sicilia: è una terra di confine, a statuto speciale, una terra che incontra e accoglie i popoli. Ricca sia dal punto di vista paesaggistico che storico-culturale, ha degli ottimi vini e qui (posso confermare) si mangia benissimo! Mi sembra già un ottimo biglietto da visita, non ti pare?
Tra l’altro, la mia compagna Eva è per metà croata: da qui ci regaliamo in poche ore un viaggetto extra al mare da quelle parti. Inoltre, Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia sono città ricche di storia e di bellezze architettoniche da visitare, come per esempio la Carnia, con una ricca cultura data da una terra abitata nei secoli da tanti popoli. Vale la pena di scappare dalla città per cercare in questa splendida terra un po’ di relax in compagnia delle persone che amo.
Teatro, cinema e fiction televisive: quali di queste tre esperienze ti ha dato maggiori soddisfazioni come attore?
Cerco da sempre di dare il massimo in tutto ciò che faccio. Nel lavoro questa mia caratteristica si accentua ancora di più: ho ancora tanto da dare come attore e mi piacerebbe poter pensare che le soddisfazioni maggiori me le prenderò più avanti, anche se, sinceramente, mi ritengo piuttosto soddisfatto del risultato raggiunto in questi anni in "Un Posto al Sole"...
Sei sul set della soap opera "Un posto al sole" dal 1998, hai mai pensato di "mollare" il personaggio che interpreti?
Si, c’è stato un momento in cui ero un po’ confuso riguardo il fatto di restare o meno ad "Un Posto al Sole", ma credo che sia fisiologico per un attore che interpreta da tanto tempo un personaggio avere un momento di stanchezza. In realtà, poi, mi sono reso conto che avevo solo voglia di costruire qualcos’altro di bello e personale per me. Questo mi ha fatto ritrovare la voglia di lavorare bene e di concentrarmi su ciò che facevo e che faccio ogni giorno sul set di "Un posto al sole"…
Hai infine qualche sogno nel cassetto che ancora non sei riuscito a realizzare per coronare definitivamente la tua carriera di attore?
Sì, ho voglia di interpretare ancora dei personaggi capaci di stimolarmi e sedurmi. Ci sono dei progetti a cui sto lavorando... Vedremo… E vedrete!".
Angela Caputo
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