Cultura
“Dario Fo. La pittura di un narratore". Inaugura a Casa Cavazzini
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- Pubblicato Venerdì, 15 Giugno 2012 09:29
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Verrà inaugurata sabato 16 giugno alle 18 con un grande evento in corte Morpurgo, di fronte a Casa Cavazzini dove sarà allestita, la mostra “Dario Fo. La pittura di un narratore” dedicata al grande premio Nobel per la letteratura nel 1997 e curata dal direttore dei Civici Musei di Udine, Marco Biscione, e dalla direttrice del m.a.x. Museo di Chiasso Nicoletta Ossanna Cavadini. Al taglio del nastro (accessibile, per motivi organizzativi, a un massimo di 200 persone) sarà presente anche lo stesso Fo, accompagnato dall’inseparabile moglie Franca Rame, insieme con lui anche sul palco del “Giovanni da Udine”, domenica 17 giugno, alle 21 per l’eccezionale messinscena di “Mistero Buffo”. L’evento, inserito all’interno della programmazione di UdinEstate, è organizzato dal Comune di Udine, Css e Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine. L’esposizione, oltre 100 opere, dai primi autoritratti agli abbozzi per scenografie, fino agli immancabili omaggi a Franca, accoglie solo una piccola parte della produzione di un artista che, sin da ragazzo, disegnava o dipingeva quasi ogni giorno “in tutte le forme e con tutti i mezzi”. “È uno degli eventi di punta del cartellone di UdinEstate 2012 e siamo molto lieti – spiega il sindaco di Udine Furio Honsell – di ospitare un artista premio Nobel di questo livello e di far conoscere anche un Fo inedito attraverso questa esposizione”.
Il titolo della mostra definisce perfettamente un personaggio che, come Fo, ha dedicato la vita al raccontare, nel senso più arcaico e genuino del termine. Sul foglio bianco in attesa di una nuova commedia, Dario Fo non scrive, bensì schizza un'idea; le dà un contorno fisico, la visualizza, e solo così, afferma, è poi in grado di darle vita sul palcoscenico. Ciò che lo ha spinto verso il teatro, lui che nella vita avrebbe voluto fare il pittore e che non riusciva ad accontentarsi di lavorare in uno studio di architettura, è stato infatti il desiderio profondo di essere una sorta di "cantastorie" metropolitano, a cui non bastava più mettere su carta le sue visioni: doveva anche dirigerle, interpretarle. “Considerando che il teatro, oltre che del tempo, del suono e del gesto, ha bisogno anche dell’immagine – sottolinea l’assessore alla Cultura Luigi Reitani –, potremmo dire che con questa mostra ospitiamo la quarta dimensione dell’opera teatrale e scenica di Fo”.
La mostra si apre presentando la produzione dell'artista più vicina ai modelli accademici: prima di cominciare a recitare infatti Dario Fo ha frequentato le aule di Brera, dove ha potuto confrontarsi coi grandi maestri della storia dell'arte contemporanea. La sua ispirazione attinge a piene mani al Novecento. Da qui gli autoritratti degli anni '40, che nelle atmosfere richiamano quelli di De Chirico: Fo vi si rappresenta assorto e serio, quasi irriconoscibile rispetto al personaggio che si è abituati a vedere sulle scene. Nel ritratto "Il pazzo" del 1945, le influenze artistiche affondano in un passato ancor più remoto: i colori innaturali e un po' aspri citano i fauves (in particolare l'ultimo Gauguin) e la resa pittorica omaggia il Cézanne della montagna Saint-Victoire.
Dario Fo è inoltre ascrivibile a quella folta schiera di artisti italiani incantati dalla Biennale del '48, che presenta una rivisitazione delle Avaguardie d'inizio secolo con particolare attenzione al cubismo analitico. I suoi studi muliebri della fine degli anni '40 esprimono chiaramente l'influsso picassiano, per quanto non giungano mai alle stesse estreme conseguenze compositive.
I bozzetti di scena e i manifesti, che Fo realizza da sé per ogni suo spettacolo, sono invece molto più liberi e originali: basti vedere i vivaci colori e le figure appena definite usati per le scene de L'italiana in Algeri e Il medico volante. Franca, infine, costituisce uno dei soggetti più importanti per Dario Fo. A lei dedica numerosissimi ritratti, perlopiù ispirati ai personaggi sulla scena; di grande intensità quelli in cui lei riveste i panni di Medea.
Non è un caso che la mostra sia stata inaugurata a Chiasso per poi spostarsi a Udine. In entrambi i casi si tratta di città di confine: luoghi cioè dove gli scambi e soprattutto le differenze, culturali e commerciali, hanno avuto un ruolo chiave nella società.
Dario Fo si esprime secondo lo stesso principio. È dalla fusione di creatività diverse (pittura e recitazione, ma anche danza), che nasce la sua arte tutta particolare, personale e popolare (nel senso di pop, cioè concepita per arrivare a chiunque). L'autore di “Mistero buffo” è dunque artista di confine su almeno due livelli: sia poiché si muove sui labili contorni di arti diverse, sia perché compone, come Mozart, con “la maiuscola e la minuscola”, cioè indulgendo al gusto popolare pur senza deludere le aspettative della critica più raffinata.
Piccolo Festival FVG apre la collaborazione con il Teatro Nazionale Sloveno
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- Pubblicato Venerdì, 08 Giugno 2012 08:25
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Il progetto culturale del Piccolo Festival 2012, rinforza la sua identità e la sua vocazione internazionale.
Ancor prima di inaugurare la quinta edizione, che quest’anno ha come tema “La Follia”, è stata definita la collaborazione con il Teatro Nazionale Sloveno dell’Opera di Lubiana che ospiterà un dittico settecentesco nuova produzione del Piccolo Festival per la stagione 2013.
Un progetto prestigioso, ed una collaborazione nata felicemente nell’ottica di formare, con l’allargamento ai giovani cantanti dell'Opera Studio del teatro sloveno, un cast misto italo-sloveno. Altri contatti sono tutt’ora in atto per allargare il progetto e sancire una nuova e duratura collaborazione in tutta l'area della Alpe-Adria, coinvolgendo in primis la Croazia.
Il Piccolo Festival esporta dunque le sue idee e si rende ambasciatore culturale della Regione oltre i confini proponendo un programma e un progetto originali che si fondano sulla produzione di qualità a costi sostenibili.
Simbolo della collaborazione e vicinanza con la Slovenia è anche il concerto di apertura di Piccolo Festival 2012, il 28 giugno alle ore 21, a Bocchetta Sant’Antonio (Località Canebola): “Natisone/Nadiža, questo è il titolo del concerto, avrà come protagonisti il notissimo cantautore sloveno Vlado Kreslin e l'apprezzato gruppo isontino “Zuf de Žur” che proporranno un programma con suggestioni musicali e linguistiche provenienti dal Friuli alla Serbia.
Una serata da non perdere in un luogo magnifico, una vera finestra sulla nostra Regione a due passi dal confine italo sloveno con il comune di Caporetto.
Prosegue inoltre la tradizione di proporre un titolo d'opera per adulti e uno per bambini.
Spiega il direttore del Festival Gabriele Ribis: “credo che questo genere musicale sia profondamente legato all'identità culturale stessa del nostro paese, e che possa diventare nel tempo, anche un potente strumento di promozione, non solo culturale ma anche turistico della nostra Regione.
Ci vuole il coraggio di battere vie nuove e non puntare all'effimero successo numerico degli eventi. Una politica culturale generalista porta alla spersonalizzazione dei siti e alla completa perdita di identità. Ecco perché produciamo lavori connotati con il territorio e nati in quest'ambito culturale, sia nel passato (le opere che Rossini ha prodotto per i teatri veneziani) che nel presente (l'opera di Daniela Terranova, giovane compositrice udinese di successo internazionale). Credo fermamente che sia fondamentale guardarsi attorno per capire cosa succede sulla scena musicale internazionale. Questo consente di avere nuove proposte e nuove idee. In questo mi aiuta la mia carriera internazionale con cui ho modo di cogliere molti spunti arricchendoli con la nostra specificità. Assieme al debutto in Carmen all'Arena di Verona quest'estate, ho appena firmato due contratti con l'Opera di Montecarlo. La Francia è una terra privilegiata per i Festival che sono numerosissimi e molto vivaci.
Abbiamo moltissimi spazi su cui sarebbe possibile costruire veri e propri festival. Un esempio è la Risiera di San Sabba, luogo di memoria privilegiato.”
Il concerto Lagermusik, con Moni Ovadia, il 5 luglio alle ore 21.00, inserito nella programmazione dell'Estate in Città del comune di Trieste, sarà il primo passo di un percorso pluriennale sulla musica composta nei campi di concentramento.
Al concerto sul Monte Lussari, l’8 luglio dalle 11.00 alle 19.00, saranno protagonisti i giovani cantanti provenienti da Austria, Slovenia e Italia per un incontro musicale sui lieder, un genere poco conosciuto in Italia ma che riserva pagine di straordinaria bellezza, profondamente connotate con lo spirito mitteleuropeo. “La cultura, conclude Ribis, ha il dovere di stimolare la curiosità e proporre nuovi orizzonti. Con il Piccolo Festival vogliamo dare spazio agli spettacoli ed agli artisti questa è la nostra proposta fondata sulle idee e non solo sui nomi.”
UdinEstate ospita “La Rivolta”, spettacolo tra parole e canto
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- Pubblicato Giovedì, 07 Giugno 2012 14:22
- Scritto da Fabiana Dallavalle
La rivolta come atto personale o collettivo. Esperienza vissuta, desiderata o solo osservata. In poche parole la rivolta degli altri e negli altri, nella storia e nel presente, con le sue mille declinazioni, intime o condivise. C’è tutto questo e molto altro nello spettacolo teatrale “La Rivolta”, in scena sabato 9 giugno alle 18, in piazza Venerio all’interno del cartellone di UdinEstate.
Una cinquantina i protagonisti in scena, che hanno raccolto la sfida di tradurre in parole, musica, gesti ed improvvisazioni, il tema della rivolta. Alternati a intensi canti popolari come “Fischia il vento”, “Il galeone” o “Solo le pido a Dios”, ci sarà dunque spazio per la “rivolta” di chi subisce i giochi di potere degli altri, di chi si sente rinchiuso in un sistema familiare che lo opprime, di chi è divorato dai rimpianti per non aver saputo cogliere l’occasione della propria vita. Ma anche di chi continua a vivere arreso nel passato senza “esistere” nel presente o, ancora, di chi, stressato dal proprio lavoro, sente non riconosciuta la propria professionalità di uomo e di lavoratore. Pesi troppe volte insopportabili, “fardelli di vita” che ci si trascina dietro, con rabbia o con rassegnazione, fino al momento in cui qualcuno avrà il coraggio di ribellarsi e dire “no, mai più”.
Lo spettacolo, per la regia di Serena Di Blasio, è il frutto di alcuni laboratori realizzati con il contributo della Regione e organizzati dal circolo Arci Mis(s)Kappa di Udine proprio sul tema della rivolta e che hanno visto la partecipazione di un nutrito gruppo di persone sia al laboratorio di scrittura per il teatro tenuto da Carlo Tolazzi, sia a quello teatrale condotto da Serena Di Blasio, sia, infine, a quello di canto guidato da Nicoletta Oscuro con la collaborazione di Claudia Grimaz.
E’ nata cosi una vera e propria drammaturgia, in cui i testi recitati si integrano e interagiscono con i canti popolari studiati durante il corso ed eseguiti dal Coro popolare della Resistenza, già conosciuto al grande pubblico durante le celebrazioni per il 25 aprile del capoluogo friulano.
Lo spettacolo, come ricordato, si svolgerà a ingresso libero in piazza Venerio. Solo in caso di maltempo si terrà presso l’Oratorio del Cristo con ingresso di fronte all’ex chiesa di San Francesco.
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