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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Pierluigi Cappello e la sua poesia protagonisti di UdinEstate

Pierluigi Cappello e la sua poesia protagonisti di UdinEstate

Un approfondimento della produzione letteraria di uno dei più grandi poeti italiani contemporanei. Mercoledì sera, nella suggestiva cornice di Corte Morpurgo, Pierluigi Cappello e l’assessore comunale alla Cultura, Luigi Reitani hanno dialogato  seguiti da un pubblico attento, e perfino a tratti intimidito dalla bellezza di certe parole pronunciate. Il poeta friulano, vincitore del Premio Viareggio-Rèpaci 2010 con “Mandate a dire all’imperatore”, ha presentato ad  UdinEstate la sua grande produzione poetica. 

In un imperdibile conversazione a due ma, allo stesso tempo, con il pubblico, Cappello ha letto alcune tra le sue più intense poesie (alcune tratte dal Canzoniere d’amore e raramente lette in pubblico), facendo emergere il profilo di un poeta capace con i suoi versi di descrivere “un mondo che va cantato, nella sua prepotente e sensitiva natura, nell’eco delle voci e nell’ombra dei volti e nella traversia delle cose che contano, con trasporto amoroso e con tenace patire”. Cappello, nato a Gemona nel 1967, vive a Tricesimo dove svolge un’intensa attività culturale.

Nel marzo scorso il Consiglio comunale di Udine ha approvato all’unanimità una mozione della Commissione cultura che impegna il sindaco Honsell e l’assessore Reitani a sollecitare il presidente del consiglio dei ministri Mario Monti a garantire a Cappello, i benefici della legge Bacchelli, che prevede l’assegnazione di un vitalizio straordinario a favore di quei cittadini “che abbiano illustrato la Patria con i meriti acquisiti nel campo delle lettere, delle arti, e che versino in stato di particolare necessità”. Grande è la sua produzione poetica e la sua attività letteraria. Così come importante è l’opera pedagogica svolta da Cappello che raramente si sottrae all’invito di portare la poesia nelle scuole. “Insegnare la poesia ai giovani, partendo dalla lettura ad alta voce, questo dovrebbero fare gli insegnanti, senza incasellarla in categorie,  far sapere ai ragazzi che la poesia,  non è un monumento, bisogna smontarla e giocarci”.

Tra le domande del pubblico una sulla cultura che sta dietro la scrittura poetica. Cappello racconta degli esercizi fatti in gioventù, una sorta di iniziazione con Dante, Leopardi e Foscolo, le loro liriche smontate per comprendere ritmo e sonorità. “Imparare e saper dimenticare per trovare la propria intonazione per via naturale”. Sapienza dunque come capacità dell’oblio. E siccome la poesia è un attitudine, il modo migliore di praticarla è la lettura per sé stessi, alla ricerca del  suono che il poeta ha trovato per consolare e abbracciare il mondo.

 

 

 

Teatro Giovanni da Udine: quale futuro?

Teatro Giovanni da Udine: quale futuro?

Annunciato come un momento di confronto anche polemico e soprattutto come occasione di confronto costruttivo sul futuro prossimo, l’incontro tenutosi ieri, nello Spazio Fantoni del Teatro Nuovo Giovanni da Udine,  dal titolo "Quale Futuro per il Giovanni da Udine?" lascia in realtà aperte numerose questioni a cui solo in minima parte si sono date risposte.

La discussione strategica volta a rafforzare una realtà teatrale che da anni ha portato lustro al territorio regionale nel panorama artistico nazionale e internazionale, con il giornalista Gianpaolo Carbonetto, in veste di moderatore, l'assessore Luigi Reitani in rappresentanza del Comune di Udine, l'assessore Fraccarossi per la Provincia su delega di Adriano Ioan e dr. Augusto Viola in rappresentanza dell'Assessore Regionale Elio De Anna con il Presidente della Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine, dr. Tarcisio Mizzau, il sovrintendente/Direttore artistico prosa, Cesare Lievi e il Direttore artistico musica e danza, Marco Feruglio ha messo in luce soprattutto la necessità di una riflessione attenta sul teatro “che si ha in mente” insieme alle strategie che dovrebbero promuovere le presenze in teatro del pubblico.

L'iniziativa  promossa da temporealefvg,  con la Fondazione G.d.U, anche alla luce delle ultime polemiche generate da alcuni tagli imposti dal presidente Mizzau al personale non stabilizzato, in forza al teatro Giovanni da Udine,  è cominciata con una ricognizione sui numeri da parte dallo stesso presidente della Fondazione che ha confermato le cifre sugli abbonati perduti, 366 nella prosa, una perdita costante dal 2007, ma anche un aumento dei così detti borderò, cioè la quantità dei biglietti venduti per gli spettacoli fuori abbonamento. 

Dati e numeri da studiare, il teatrone ha un bilancio in attivo, che per il direttore Cesare Lievi devono condurre a nuove e diversificate strategie. Alcune già attuate nei suoi due anni di direzione, la creazione dell’ufficio scuola con il biglietto di classe, l’apertura agli universitari con proposte che consentano ai giovani di andare a teatro a prezzi contenuti e per il nuovo anno artistico il coinvolgimento con formule speciali di abbonamento degli ordini professionali della città. “Non intendo dimenticare gli abbonati, spiega Lievi ma voglio dire loro di seguirci anche nelle nuove proposte teatrali che sono una novità rispetto a quello che conoscono”. Appassionato l’intervento di Reitani: “Il Comune sostiene gli Enti locali  nel rispetto dell’autonomia di scelte culturali e strategiche che devono essere sostenibili. Finanzia il teatro perché la cultura è un investimento. Il Giovanni da Udine non può essere solo vetrina ma deve produrre dando accesso ad un patrimonio teatrale che è di tutti ed ispirato al principio dell’internazionalità.” “Lo sviluppo è per Viola, quello che contempla territorialità, relazioni internazionali  e tecno strutture con opportunità di sviluppo nel medio termine, anche in collaborazione con altre realtà presenti sul territorio.

Auspicata una maggiore attenzione alla “governance” ed ad una  più incisiva visione del teatro come azienda, bene pubblico che produce lavoro e indotto.” Anche se è stato confermato da Manuela Fraccarossi il sostegno dalla Provincia che però ha ridotto, a causa dei tagli ai bilanci  a 150 mila euro il suo contributo restano aperte come dicevamo parecchie questione solo sfiorate purtroppo nel dibattito che ha seguito le relazioni degli ospiti. Il teatro è spazio comunale in relazione con tutto il sistema teatro della regione. Il pubblico degli abbonati del Giovanni da Udine, con la costante disaffezione alla prosa sta mandando un segnale chiaro alla direzione. L’analisi delle tendenze, finanche del gradimento, strumento assai democratico praticato ormai in molti spazi della società civile, di una programmazione teatrale non calata dall’alto ma fatta con e per il pubblico, è  uno dei percorsi possibili.

 

Fabiana Dallavalle

 

Apre il Piccolo festival 2012 con un primo grande concerto a Canebola

Apre il Piccolo festival 2012 con un  primo grande concerto a Canebola

Prende il via il Piccolo festival 2012 che alla sua quinta edizione,  rinforza la sua identità e la sua vocazione internazionale.

Ancor prima di aprire il Festival, il tema di quest’anno è la follia,  con un grande concerto il 28 giugno alle 21.00, è stata definita la collaborazione con il Teatro Nazionale Sloveno dell’Opera di Lubiana che ospiterà un dittico settecentesco nuova produzione del Piccolo Festival per la stagione 2013.

Un progetto prestigioso, ed una collaborazione nata felicemente nell’ottica di formare, con l’allargamento ai giovani cantanti dell'Opera Studio del teatro sloveno, un cast misto italo-sloveno. Altri contatti sono tutt’ora in atto per allargare il progetto e sancire una nuova e duratura collaborazione in tutta l'area della Alpe-Adria, coinvolgendo in primis la Croazia.

 Il Piccolo Festival  esporta dunque le sue idee e si rende ambasciatore culturale della Regione oltre i confini proponendo un programma e un progetto originali che si fondano sulla produzione di qualità a costi sostenibili.

Simbolo della collaborazione e vicinanza con la Slovenia è dunque il Concerto di apertura di Piccolo Festival 2012, il 28 giugno alle ore 21, a Bocchetta Sant’Antonio (Località Canebola): “Natisone/Nadiža,questo è il titolo del concerto, avrà come protagonisti il notissimo cantautore sloveno Vlado Kreslin e l'apprezzato gruppo isontino “Zuf de Žur” che proporranno un programma con suggestioni musicali e linguistiche provenienti  dal Friuli alla Serbia.

Una serata da non perdere in un luogo magnifico, una vera finestra sulla nostra Regione a due passi dal confine italo sloveno con il comune di Caporetto.

 Ma il festival prosegue anche nella tradizione di proporre due titoli d'opera, una nuova produzione per adulti e un’ospitalità (in prima regionale) per bambini. Il 6 luglio, a Capriva del Friuli, in occasione del prestigioso premio Casanova debutta “Il signor Bruschino” di G. Rossini. Spiega il direttore del Festival, Gabriele Ribis: “credo che questo genere musicale sia profondamente legato all'identità culturale stessa del nostro paese, e che possa diventare nel tempo, anche un potente strumento di promozione, non solo culturale ma anche turistico della nostra Regione. Ci vuole il coraggio di percorrere vie nuove. Ecco perché produciamo lavori legati al territorio e nati in quest'ambito culturale, sia nel passato (le opere che Rossini ha prodotto per i teatri veneziani) che nel presente. L'opera di Daniela Terranova, giovane compositrice udinese di successo internazionale, dal titolo “C’era una volta il Re Tuono” dedicata ai bambini, debutterà invece a Moruzzo (Castello di Brazzà), il 1 luglio. “Credo fermamente che sia fondamentale guardarsi attorno per capire cosa succede sulla scena musicale internazionale. In questo mi aiuta la mia carriera professionale con cui ho modo di cogliere molti spunti. La cultura, e la musica conclude Ribis, hanno il dovere di stimolare la curiosità e proporre nuovi orizzonti. Con il Piccolo Festival vogliamo dare spazio agli spettacoli ed agli artisti giovani. Questa è la nostra proposta fondatasulle idee e non solo sui nomi.”

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