Cultura
Il Centro di Studi pasoliniani di Casarsa apre venerdì 16 e sabato 17 novembre al Convegno: "Pasolini e il Friuli"
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- Pubblicato Lunedì, 12 Novembre 2012 11:33
- Scritto da Fabiana Dallavalle
L’esordio di Poesie a Casarsa di Pier Paolo Pasolini irrompe sulla scena letteraria del 1942 con la
perentorietà dell’eccezione creatrice. Il libriccino conteneva appena 13 testi, preludenti al dialogo in versi tra
Figlio e Madre La domenica uliva, ma subito si lasciava alle spalle ogni ipoteca bozzettistica di corrività
vernacolare o falsamente popolareggiante e inaugurava un canto nuovo di raffinata sperimentazione, al
crocevia tra un’acuminata sensibilità d’autore e il filtro di una preziosa cultura poetica, intrisa di echi
ermetici e simbolisti. D’eccezione era poi l’intuizione del dialetto come linguaggio naturalmente poetico,
“lingua pura per poesia” e tensione alla “melodia infinita”.
E dunque adatto era il casarsese, idioma di periferia letterariamente vergine, perché privo di tradizione scritta, e inoltre, in quanto idioma di eco materna, saturo anche di implicazioni viscerali e affettive. In quel codice Pasolini calò la sua Provenza
romanza e sentimentale, facendovi convergere la squisita mitografia di un sé Narciso, precocemente scisso
dalle antinomie inconciliate tra amore e morte e tra innocenza e peccato, e poi sempre più, con il progredire e
l’ampliarsi di quel félibrige coagulato anche intorno all’”Academiuta”, vi espresse l’altro da sé, l’epos della
realtà popolare, cristiana e contadina, impigliata nei riti di un’arcaica atemporalità.
Con quella operazione, e con le sue complesse diramazioni interne, Pasolini fornì un geniale esempio di
sublimazione a significatività universale del particolare locale, colto nella microarea marginale di una piccola
isola linguistica, e introdusse una sintesi poetica che poi connotò il fenomeno vistoso della poesia in
dialetto del secondo Novecento, nelle varie regioni d’Italia come nella stessa esperienza degli autori friulani,
coevi o successivi al cantore di Casarsa. Fu un’influenza decisiva e imprescindibile su cui i lavori di questo
convegno intendono particolarmente gettare fasci di luce interpretativa, rileggendo l’apprendistato poetico
pasoliniano secondo aggiornati punti di vista linguistico-letterari e insieme ricostruendo la mappa dei
rapporti, delle intersezioni e del dibattito anche teorico che la poesia friulana di Pasolini ha saputo
riverberare intorno a sé. Ciò non solo con le espressioni liriche giovanili, ma anche con l’antilirico
rovesciamento, spinto fino alla ritrattazione e all’abiura, con cui nel 1974 il Pasolini corsaro degli anni
settanta, quasi postumo a se stesso, riscrisse in nero e come “Seconda forma” parte del canzoniere del 1954
La meglio gioventù.
All’idillio giovanile di una mitizzata patria d’elezione sentimentale e linguistica si
contrapponevano allora i resti frantumati del mito perduto, sfregiato dall’orrore edonistico del
neocapitalismo. Ed è sintomatico che, per la metafora di questa tragedia personale e cosmica, il poeta
facesse ricorso per l’ultima volta al suo friulano, ricorrente suono carsico della memoria e cartina di
tornasole, un tempo fonte di suoni da origine del mondo e ora idioma spento di un Friuli funereo e
definitivamente profanato.
Il programma del Convegno
Venerdì 16 novembre, ore 15 – Teatro Pasolini /Casarsa
Introduzione
Franco Brevini (Università di Bergamo)
La poesia dialettale: un caso letterario del Novecento
Tavola rotonda: Pasolini poeta friulano
Anna Bogaro (Università di Udine)
Pasolini, l’“Academiuta” e la fine della letteratura “dialettale” friulana
Roberta Cortella (Roma)
I percorsi romanzi del giovane Pasolini
Nicola De Cilia (Treviso)
Bisogna essere assolutamente moderni?
Il tempo del mito e il tempo della storia in Poesie a Casarsa
Lisa Gasparotto (Università di Udine)
Prospezione sull' Italiano è ladro di Pier Paolo Pasolini
Elvio Guagnini (Università di Trieste)
Declinazioni, accezioni e sfumature della “lingua della poesia”.
Pasolini lettore di Giotti e di Marin
Maura Locantore (Università di Potenza)
Luigi Ciceri: editore del Pasolini friulano
Pasquale Voza (Università di Bari )
Dalla "meglio" alla "nuova gioventù": dall'eden friulano alla «crisi cosmica»
Testimonianze
Franco Loi e Nico Naldini
modera Gianmodera Gian Paolo Gri (Università di Udine)
sabato 17 novembre, ore 9.30 – Teatro Pasolini / Casarsa
Introduzione
Giampaolo Borghello (Università di Udine)
La linea Pascoli-Pasolini
Tavola rotonda: Una mappa poetica dialettale
Umberto Alberini (Udine)
Una "voce dalle sorgive della psiche". Amedeo Giacomini.
Tra genius loci e rusticitas, poesia e paesaggio
Marco A. Bazzocchi (Università di Bologna)
Pasolini (Pascoli) e le lingue minori d'area romagnola
Aldo Colonnello (Circolo Menocchio, Montereale Valcellina)
Le parole per dirsi. La scelta di scrivere poesia nel 'friulano di casa':
Novella Cantarutti (Navarons di Meduno), Ida Vallerugo (Meduno), Federico Tavan (Andreis),
Rosanna Paroni Bertoja (Montereale), Antonio De Biasio (Montereale-Castelu),
Beno Fignon (Montereale, Andreis)
Cesare De Michelis (Università di Padova)
Pasolini lettore di Zanzotto e Zanzotto lettore di Pasolini
Piera Rizzolatti (Università di Udine)
Enrica Cragnolini allieva di Pasolini
Gianfranco Scialino (Udine)
La faglia Pasolini nella poesia del Novecento in Friuli
Eredità
Pierluigi Cappello e Gian Mario Villalta
modera Angela Felice (Centro Studi Pier Paolo Pasolini Casarsa)
Stefano Casi, Angela Felice, Gerardo Guccini
Pasolini e il teatro (Quaderni del Centro Studi Pier Paolo Pasolini, ed. Marsilio, 2012)
presentazione in collaborazione con CIMES-Dipartimento delle Arti / Università degli Studi di Bologna
Eventi collaterali
Mostra /vernice
venerdì 16 novembre, ore 19.30 – Casa Colussi / Casarsa
La perduta gioventù
fotografie di Danilo De Marco
allestimento Ferruccio Montanari con Jessica Etro
Un montaggio di immagini per mettere a nudo quella sorta di equivocità che esiste nell'atto di fotografare.
Non una visione rapida e neppure, attraverso un’ edulcorata espressione del volto, una specie di accomodante
umanità del momento, ma, dopo un lungo silenzioso dialogo, dopo una lunga posa ai limiti della stanchezza,
le immagini fotografiche di una natura profanata. A voi leggere questo montaggio fotografico che ora è il
nostro “adesso” e che ha sicuramente tempi e forme diverse da quelle del passato e da quello che io stesso
pensavo di cercare-trovare. Danilo De Marco
Reading
venerdì 16 novembre, ore 21.30 – Teatro Pasolini /Casarsa
Lengàs dai frus di sera
le poesie friulane di Pier Paolo Pasolini
con Aida Talliente e Renato Rinaldi
intervento musicale bandoneòn Daniele Dibonaventura
regia Andrea Collavino
Sezione tra le più emozionanti della raccolta di poesie La meglio gioventù, scritta tra il 1944 e il 1949 e poi
rivista nella sua “nuova forma” nel 1974, Lengàs dai frus di sera (Linguaggio dei fanciulli di sera)
racchiude tutti i temi cari al giovane poeta di Casarsa, che cercava nel friulano la purezza di una lingua
assoluta e mitica, sottratta al tempo corrosivo della storia: l’inquietante figura di Narciso, il varco aperto con
il mondo dei morti, il paesaggio come epifania del divino. Prima a Mittelfest 2012.
Apre Casa Cavazzini: l' arte contemporanea esalta la bellezza del palazzo cinquecentesco nel cuore di Udine
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- Pubblicato Venerdì, 05 Ottobre 2012 18:51
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Un moderno e funzionale museo, già destinato a trasformarsi in un centro propulsore e di ricerca sul contemporaneo. Apre ufficialmente al pubblico “Casa Cavazzini – Museo d’arte moderna e contemporanea di Udine”, nel centro storico del capoluogo friulano.
Nuovi e raffinati allestimenti, opere fino ad ora mai viste, percorsi ed esposizioni a rotazione caratterizzeranno la nuova “casa” dell’arte udinese. Il tutto all’interno di una struttura moderna e funzionale, ma che conserva al suo interno una parte importante della storia udinese e del palazzo stesso come i reperti archeologici ritrovati durante i lavori di ristrutturazione, le splendide tempere murali di Afro basaldella e gli spettacolari affreschi trecenteschi.
“Casa Cavazzini – spiega il sindaco di Udine, Furio Honsell – costituisce di per sé un luogo profondamente friulano dell’arte, della storia, del design, dell’architettura. Grazie alla ristrutturazione piranesiana curata da Gae Aulenti è possibile cogliervi ora una composizione prima inimmaginabile di tracce preistoriche, medioevali, moderne, contemporanee. Casa Cavazzini sembra quindi il luogo predestinato da migliaia di anni a diventare la sede di un’importante galleria d’arte moderna e contemporanea. È perciò con grandissima soddisfazione – conclude – che compio l’ultimo atto di un percorso al quale hanno contribuito i miei predecessori Enzo Barazza e Sergio Cecotti consegnando alla città questa nuova sede museale”.
Grande soddisfazione per il risultato raggiunto con l’apertura del museo traspare anche dalle parole dell’assessore alla Cultura, Luigi Reitani. “Con l’inaugurazione di Casa Cavazzini – commenta –, portiamo a termine un progetto ambizioso iniziato con lungimiranza dalle precedenti amministrazioni e che fa di Udine una città d’arte aperta alle esperienze della contemporaneità. Il nostro sistema museale – continua – si arricchisce di una componente decisiva nel cuore del tessuto urbano, capace di attirare visitatori e di porsi come simbolo identificativo per tutti i cittadini udinesi”.
Gli allestimenti del nuovo museo sono stati progettati dall’architetto Giulio Zaccarelli di Bergamo, supportato dallo studio “TQuattro”, sempre di Bergamo, per la parte grafica. Nei primi mesi di vita del nuovo museo, inoltre, sarà online anche un blog dedicato esclusivamente a “Casa Cavazzini”. Un luogo virtuale dove il visitatore potrà trovare immagini, informazioni, curiosità oltre a uno spazio per le discussioni.
Il complesso si trova all’interno dell’edificio cinquecentesco acquisito dal Comune su precisa disposizione testamentaria del commerciante udinese Dante Cavazzini. Disposizione tenacemente sostenuta dalla vedova Aminta Flebus Cavazzini, mancata qualche anno fa, che perfezionò il passaggio al Comune nel 1987, anno successivo alla scomparsa di Dante. Il museo, che si affaccia su via Cavour e via Savorgnana, si sviluppa su tre livelli per complessivi 3 mila e 500 metri quadri. Il primo e il secondo piano saranno destinati ad accogliere il percorso espositivo permanente con un allestimento delle collezioni completamente rinnovato rispetto al precedente museo (saranno oltre 200 le opere in esposizione, tra quelle permanenti e quelle a rotazione). Al secondo piano troverà posto la collezione Astaldi, donata nel 1982 da Maria Luisa e Sante Astaldi per incrementare le raccolte di arte moderna dei Civici Musei di Udine. Un lascito che conta opere di artisti di fama internazionale come De Chirico, Savinio, De Pisis, Carrà e Santomaso, solo per citarne alcuni. Sarà inoltre nuovamente visibile al pubblico anche la collezione “Friam” (Friuli Arts & Monuments), costituitasi con opere donate da artisti americani a seguito del terremoto che colpì il Friuli nel 1976. Le opere di Willem De Kooning, Carl Andre, Frank Stella, solo per citare alcuni dei nomi più noti, rappresentano infatti uno dei fiori all’occhiello delle raccolte museali.
Ed è proprio sulla grande parete bianca sopra i ritrovamenti archeologici, vicino all’ingresso, che verrà proiettata l’installazione “In teoria”, realizzata dallo studio E-Flux di Marotta e Russo. Delle tag-claud, delle parole, scorreranno sul muro riportando le frasi e i vocaboli che ricorrono più frequentemente nei testi di critica dell’arte del Novecento. Una sorta di benvenuto all’arte per tutti i visitatori che stanno per immergersi nel fascino del moderno e del contemporaneo.
Se i vari livelli del museo presenteranno le collezioni permanenti, il piano terra del palazzo verrà dedicato invece all’allestimento di esposizioni temporanee e ad altri eventi collaterali che diventeranno altrettante occasioni per invitare il pubblico a partecipare attivamente alla vita della nuova sede espositiva.
“Il museo – spiega il conservatore di “Casa Cavazzini”, Vania Gransinigh – è oggi un’istituzione in continuo dialogo con il territorio da cui trae stimoli e sollecitazioni per costruire il patrimonio di conoscenze che è al tempo stesso specchio ed espressione di una collettività. L’articolazione architettonica di Casa Cavazzini ha permesso di riservare al suo interno aree per esposizioni temporanee che sono state concepite come spazi aperti verso l’esterno, spazi dedicati alla ricerca scientifica, alla progettualità, alla valorizzazione di quello che è il contesto culturale, artistico e di conoscenze nel quale il museo affonda le proprie radici”.
Main-event, in concomitanza con l’apertura di “Casa Cavazzini”, la mostra “Metamorphosis" con le collezioni Moroso fra design e arti visive”dedicata a una delle più conosciute industrie di arredo e design friulane a livello internazionale proprio nel 60° anniversario dalla nascita della storica azienda friulana. Un evento dove la bellezza degli oggetti si specchia nella bellezza degli ambienti, esaltando al massimo entrambi.
“L’apertura di Casa Cavazzini – precisa il direttore dei Civici Musei, Marco Biscione – è un momento fondamentale per il sistema museale udinese e la vita culturale della città. La mostra realizzata in collaborazione con Moroso, oltre a raccontare una felice storia tra arte, design e imprenditorialità, rappresenta infatti un esempio di rapporto virtuoso tra pubblico e privato nella promozione della cultura e dell’arte”.
L’esposizione, visitabile fino al 13 gennaio 2013 e arricchita da un catalogo curato da Vania Gransinigh e Andrea Bruciati, è realizzata dallo stesso Bruciati, da Patrizia Moroso e da Marco Viola e si focalizza sui rapporti ideali tra le due sfere creative, quella figurativa da un lato e quella della produzione industriale dall’altro. All’interno della rassegna sono presentati progetti, arredi, prototipi, fotografie e quanto serve a ricostruire, attraverso le collezioni Moroso, la storia del design negli ultimi decenni e le sue prospettive più recenti. Sono infatti esposte alcune delle serie e delle collezioni di arredi più significative create per Moroso dagli anni Ottanta del secolo scorso fino ai giorni nostri da designers di calibro internazionale come Massimo Iosa Ghini, Ron Arad, Javier Mariscal, Patricia Urquiola, Ross Lovegrove o Marc Newson.
“Una passeggiata nel tempo, uno sguardo laterale su quello che si è fatto e quello che si sarebbe potuto fare,una storia per idee, prototipi, varianti, variazioni, ibridi, contaminazioni, interpretazioni d’arte, errori”,spiega Patrizia Moroso, art director dell’azienda friulana e protagonista, insieme al fratello Roberto, della trasformazione che a partire dagli anni ’80 porta l’azienda a diventare leader dell’ haute couturedel design internazionale.
Ator pal mont: Mediterraneo, Europa e percorsi migratori nella 9° edizione
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- Pubblicato Giovedì, 27 Settembre 2012 15:32
- Scritto da Fabiana Dallavalle
“Mediterraneo/ Europa. Percorsi migratori, modelli di civiltà, sfide per il futuro” è il tema della nona edizione della manifestazione Ator Pal Mont, organizzata dall'Associazione culturale Gentes. Dal 29 settembre al 28 ottobre sono in programma una serie di mostre, spettacoli, incontri di studio, conferenze e serate eno-gastronomiche, tra Palmanova, Udine, Rosazzo di Manzano, Remanzacco e Capriva del Friuli. Dopo la scorsa edizione dedicata al cibo e le migrazioni, quest'anno il focus si sposta sulla cultura romena, profondamente radicata in regione. “L'obiettivo è quello di dimostrare che fin dai tempi più remoti – dice il presidente Franco Rossi - migrazione, conoscenza, sapere, cultura sono interfacce di uomini, notizie, idee che si sovrappongono e si confondono, si contaminano e si amalgamano creando sincretismi ed eventi imprevedibili in termini di conflitti, cambiamenti, relazioni”. L'associazione vuole mettere a confronto i diversi mondi che si affacciano sul Mediterraneo, centrali anche nella storia contemporanea.
Il primo appuntamento è per sabato 29 settembre alle 18 nella Polveriera napoleonica di Palmanova (contrada Garzoni) con l'inaugurazione della mostra di arti visive “Palmanova 2012. Da città a fortezza a città aperta”, promossa dal Centro Friulano Arti Plastiche. “Palmanova pur mantenendo la sua struttura di città di fortezza – continua Franco Rossi - ha saputo riconvertire gli spazi militari storici in luoghi aperti al dialogo”.
Venerdì 5 ottobre all'Abbazia di Rosazzo è in programma prima l'inaugurazione ufficiale della manifestazione alle 18 e poi il Premio Internazionale Ator Pal Mont alle 19.30, che che quest'anno va per l'impegno del campo dell'informazione a Gian Paolo Girelli con la sua rubrica Est Ovest; Iana Matei per l'aiuto alle ragazze sfuggite dal racket della prostituzione; a Jordi Savall per la sua ricerca sulla musica delle culture mediterranee e all'istituto ISIG, Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, per lo studio sulla cooperazione transfrontaliera.
Sabato 6 ottobre inizia il percorso “Terra di mezzo. Aspetti della cultura rumena in Europa” per conoscere un paese così vicino al Friuli Venezia Giulia, non solo sotto il profilo storico e culturale, ma anche in vista di possibili sviluppi imprenditoriali. Alle 18 nella Polveriera napoleonica a Palmanova si tiene la conferenza “Iconografia ortodossa” con Inel Costantin. Domenica 7 ottobre a Palmanova, alle 9 nel Civico museo storico Borgo Udine, e poi alle 10 nel palazzo Municipale si terrà l'incontro con la delegazione Alba Julia, quindi alle 10.30 prenderà il via la conferenza di Gabriel Rustoio dal titolo “Ruolo nelle municipalità rumene nella difesa del cristianesimo”. Lunedì 8 ottobre alle 10.45 nel palazzo della Regione, in via Sabbadini a Udine, si apre la giornata dedicata, invece, al convegno: nella mattinata si parlerà di “Migrazione e imprenditoria friulana in Romania”, con il coordinamento di Antonio di Bartolomeo e l'intervento dell'assessore alla cultura Elio De Anna e nel pomeriggio degli aspetti della cultura rumena in Friuli.
Venerdì 12 ottobre alle 18 nella Casa della Contadinanza a Udine spazio all'incontro “Dal mito alla storia fino al VII secolo dopo Cristo”, con il giornalista Umberto Sarcinelli. Sabato 13 ottobre a Villa Russiz dalle 18 si terrà la Giornata della poesia dall'esilio con Giorgio Caproni e i suoi scritti sul viaggio, la frontiera e le terre di nessuno; Francesco Di Nicola, Çirim Muça e Alberto Figliolia.
Venerdì 19 ottobre a palazzo Caiselli a Udine dalle 11, si parlerà quindi di religione, della costruzione dell'Europa moderna, quindi di possibili scenari futuri e del mondo islamico, dalla sua nascita fino ai giorni nostri. Gli ultimi due appuntamenti sono in programma domenica 21 ottobre alle 16 nell'auditorium G. Cesare di Remanzacco con la rappresentazione teatrale in friulano per grandi ma pure per i bambini, “Che farai da grande Federico?”, lettura scenica e animazione che prende spunto dalla vita e dalle opere dello scrittore Federico Tavan. Domenica 28 ottobre, infine, è in programma un'esibizione culinaria - in luogo che sarà comunicato a sorpresa- tutta incentrata sul pesce e il sale nella tradizione.
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