Cultura
Mestieri Artistici per Giovani Innovatori e Creativi: iscrizioni prorograte fino al 7 gennaio
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- Pubblicato Mercoledì, 02 Gennaio 2013 15:12
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Ancora pochi giorni per partecipare alle Botteghe Magic, stage didattico-formativi gratuiti per tutti i giovani tra i 16 e 35 anni che in Friuli Venezia Giulia vivono, studiano o lavorano: le iscrizioni sono prorogate al 7 gennaio. Quattro le tipologie delle Botteghe dell’Arte: Teatro al quale possono partecipare i giovani tra i 16 e i 29 anni, alla bottega Cinema invece coloro che hanno tra i 19 e 35 anni, Arti Grafiche e della Visione tra i 18 e 35 anni ed infine Design Industriale tra i 18 e i 25 anni.
Coloro che vogliono imparare come realizzare un videoclip, una ripresa video, una sceneggiatura possono iscriversi alla bottega di cinema; chi invece vuole imparare le arti del palcoscenico e quindi recitare, cantare, danzare, realizzare scenografia e costumi avrà la possibilità di farlo iscrivendosi alla bottega del teatro. le altre due botteghe sono rivolte a coloro che vogliono acquisire le tecniche per disegnare, progettare e realizzare un oggetto attraverso la bottega di design industriale e per coloro che vogliono imparare i segreti dell’illustrazione grafica e dell'animazione video c’è la bottega di arti grafiche e della visione.
Ma Magic non si ferma qui. Gianmaria Nerli, tra i coordinatori del progetto, spiega che “Il progetto capitanato dal Comune di Udine si è chiesto quali parole raccontano la città attuale come la città del futuro, quali parole ne riassumono le aspirazioni. Così ha immaginato 5 parole Magic che, attraverso un fitto programma di performance, spettacoli, Interventi di Creatività Urbana (ICU) e imprevedibili esordi (IES) in calendario fino a giugno 2013, raffigureranno le molteplici città che la città racchiude: Udine, città del nutrimento, Udine, città dell’incontro, Udine, città dei mutamenti, Udine, città della sostenibilità, Udine, città del futuro. In questo programma fondamentale sarà l’apporto dei giovani udinesi che partecipano alle botteghe dell’arte attraverso gli Interventi di creatività urbana e gli Imprevedibili esordi, pensati come i momenti concreti, condivisi e partecipati per rimettere in moto la forza creativa delle arti e dei giovani artisti, quale occasione per intervenire, trasformare e ripensare la città. Agli Icu nati dalla creatività degli allievi, che vedranno interventi di videomapping urbano, esordi di canto e danza in case private, minimetraggi, ritratti mutanti nelle piazze e nelle carceri, prototipi di oggetti di design, si aggiungeranno azioni pubbliche di artisti affermati, che andranno dalle video intrallazzoni ai concerti, dalla street art all’architettura sostenibile, dalle profezie alla fotografia di comunità. Dalla fine di gennaio sarà possibile conoscere nel dettaglio l’ambizioso e articolato programma di Magic e dei tanti interventi di creatività urbana che investiranno Udine”.
Si ricorda inoltre che Magic bandisce un concorso internazionale - Call for Artist, aperto a tutti i giovani residenti in Italia e all’estero, per la realizzazione di tre reportage, video, audio e per immagini (fotografie, fumetti): 12mila Euro in palio. Info e moduli si trovano sul sito www.magicudine.it
Di jerbas e di Suns”: un grande concerto al Palamostre di Udine
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- Pubblicato Venerdì, 21 Dicembre 2012 11:34
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Un’interminabile “standig ovation” ha concluso “Di jerbas e di Suns”, atteso concerto organizzato dall’ Associazione Culturale Giorgio Ferigo e da Forum editrice., martedì sera al Palamostre. Protagonista la “musica etica” dei “Povolar Ensemble”, il loro grande patrimonio culturale e le canzoni provenienti dall’album “Il cjamp dai pierduts amôrs”(1983). A presentare la serata Toni Zogno, musicista dello storico gruppo ( composto da Giorgio Ferigo, Francesco Vigato, Fiammetta Bogno). A lui il compito di aprire il “terzo tempo” di un progetto iniziato con la pubblicazione ( edita da Forum)della prestigiosa riedizione di canzoni, foto, documenti e testimonianze, curata dallo stesso Zogno, accompagnate da un testo di Marco Stolfo, provenienti da tre precedenti album, più un quarto cd con il “live” del concerto del 1988 a Tolmezzo. Di grande eleganza l’arrangiamento dei brani scelti per l’esecuzione a cura di Mauro Costantini, pianista e “direttore” di una formazione di musicisti di ottimo livello, come Federico Luciani (percussioni), Mirko Cisilino (tromba e flicorno), Emanuel Donadelli (batteria), Massimiliano D’Osualdo (fisarmonica), Simone Serafini (contrabbasso), accompagnati dalle voci di Maria Fernanda Pardini e Flaviano Miani. Un simbolico passaggio di consegne per la musica dei Povolar, una “germinazione” avvenuta grazie all’interpretazione di nuovi musicisti che si sono appropriati dell’album con grande rispetto restituendo al pubblico tutta la modernità dei testi.
Le canzoni introdotte da due narratori, i bravi Riccardo Maranzana e Francesca Casaccia, ai quali era affidato il compito di rievocare il clima culturale in cui si costituì il Povolâr Ensemble, anomalo gruppo di musicisti che alla fine degli anni ’70, tra la Carnia e il Veneto, provarono a introdurre in Friuli, nella lingua locale, la nuova canzone d’autore, ha contribuito a rivelare quelli che furono i motivi ispiratori dell’album originale, pieno di rimandi letterari, con i materiali e le fonti a cui Ferigo si era riferito per ideare una “Spoon River carnica”, rintracciata tra le vecchie lapidi del cimitero di San Giorgio di Comeglians. Storie emozionanti e musica che hanno regalato al pubblico stralci di vita quotidiana, ordinarie vicende di oppressione e lacerazione esistenziale, con i drammi, gli amori tormentati, i furti e i delitti di una piccola umanità, finalmente raccontata fuori dagli stereotipi di una logora tradizione musicale. Accurato sia il percorso narrativo tracciato da Annalisa Comuzzi e Francesca Valente, sia le immagini di scena di Riccardo Losito.
“Mistirus". L’arte della stampa va in mostra al Museo Etnografico di Cavazzini
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- Pubblicato Venerdì, 14 Dicembre 2012 14:59
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Trent’anni di lavoro, iniziato a Udine nella stamperia di via Gemona assieme a Corrado Albicocco. Trent’anni di libri realizzati a mano vere e proprie opere d’arte create da Federico Santini.
C’è ancora il profumo della tradizione e della passione per uno dei più antichi mestieri nella mostra “Mistirùs. L’arte della stampa.I libri d’arte della stamperia di Federico Santini”, che verrà inaugurata domenica 16 dicembre alle 16 al Museo Etnografico del Friuli. Un’inaugurazione arricchita dalla lettura di poesie a cura dell’Associazione Teatrale Friulana, da un intermezzo musicale e, per finire, un brindisi per le imminenti festività natalizie.
La mostra prende il nome dal libro Mistieròi di Andrea Zanzotto che raccoglie una serie di poesie dedicate ai vecchi mestieri. Anche la scelta della location è significativa, in quanto a palazzo Giacomelli si racconta il Friuli anche attraverso le antiche arti e i vecchi mestieri che fanno sì parte di un tempo passato, ma anche dell’oggi, grazie alla riscoperta e al ritorno dei giovani ad alcuni lavori di artigianato.
Federico Santini non è solo un artigiano. Quando realizza i sui libri, le sue mani creano arte, il suo lavoro è poesia. I ritmi e i tempi sono quelli di una volta, scanditi dalla paziente attesa che la colla sul fuoco sia pronta, dal segno che la matita traccia sul foglio, dalla calma che richiede l’incisione. “Mi piace ricordare – racconta lo stesso Santini –,i lavori fatti per Tramontin, la cartella Vedova Zanzotto, costruita con la condivisione di Cacciari, quella di Ciussi e Invernizzi, di raffinata esecuzione tecnica. Tra le ultime realizzate, un mar deserto, cartella progettata interamente da Enrico Della Torre, oggi uno dei pochi artisti incisori di grande livello. Ma forse – continua Santini – il periodo più bello e continuativo è stato quello in cui si è instaurato il rapporto con Tonino Guerra: i libricini realizzati mi sono serviti per conoscere, condividere, imparare, esprimere il mio lavoro di artigiano che ho messo a disposizione di Tonino, un uomo che sapeva lavorare con gli artigiani e valorizzare loro lavoro”.
Un’occasione rara, dunque, la mostra di palazzo Giacomelli in via Grazzano per ammirare le magnifiche opere di un mestiere che pochissimi artigiani ancora svolgono.
L’ingresso all’esposizione, visitabile fino al 16 gennaio, è libero negli orari di apertura del museo, dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 17.
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