Vittorio Sgarbi a Udine: "Bianco & Nero? Sono io"
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- Categoria: Cultura
- Pubblicato Martedì, 04 Settembre 2012 15:41
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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“Bianco e nero sono io. Amato e odiato. Capisco quelli che mi amano, non capisco quelli che mi odiano.
Vittorio Sgarbi ( foto di Giulia Iacolutti) è così, prendere o lasciare e lunedì sera, ad ascoltarlo in Piazza San Giacomo a Udine c'erano mille persone.
"Mi ricordo che un antico premier italiano entrò in parlamento nel 1994, due anni dopo di me e si lamentava che tutto era inutile, che si perdeva tempo, che non si riusciva a concludere nulla e dopo nemmeno un mese attribuiva la colpa al suo complesso di superiorità, ma io gli dissi e pensi a me allora che sono superiore senza complessi.”
“Nel 1983 ho avviato il primo corso in Italia di storia dell'arte in Conservazione dei beni culturali. Per tre anni ho insegnato a Udine "Storia delle tecniche artistiche". Ricordo che numerosissimi allievi affollarono l'aula in 200 la prima lezione, poi evidentemente dissi loro qualcosa di tremendo (non so cosa) tanto che velocemente si ridussero a 40. Uno di questi quaranta diventò anche presidente della regione FVG, Alessandra guerra. Poi ci fu Raffaella Zubin che diventò Direttore del Museo di Gorizia. Ma il primo allievo fece un vero colpo di genio, riuscì a far pubblicare in copertina sull’Espresso un falso di Raffaello (il vero oltretutto è esposto a Palazzo Pitti) facendolo passare per vero.”
Ma Sgarbi è stato chiamato a Udine da "Bianco & Nero" per parlare di arte contemporanea, della contemporaneità dell’arte e del suo ultimo libro “L’arte è contemporanea".(Bonpiani editore)
“L'arte, dice, interessa pochissimo a molti e moltissimo a pochi. E il professore, il critico d'arte competente e coltissimo che inchioda il pubblico alle poltrone spiega che le opere non sono creazioni da contemplare, ma carne viva; Per Arcangeli, presente e passato non si contrappongono, ma si rafforzano a vicenda: ad esempio, inattese consonanze legano Wiligelmo e Pollock, Piero della Francesca e Mondrian."
Sgarbi mostra insofferenza nei confronti degli "indipendent curator" di oggi: aggiornati, privi di autorevolezza culturale, indifferenti al dialogo con l'opera, passivi nell'adattarsi a teorie generiche, disinvolti nell'assecondare le richieste del mercato, nel difendere una casta di privilegiati, nel farsi ammaliare dalle ultime trovate, nel rifiutare valori come piacevolezza e godimento. Recuperando suggestioni crociane, ritiene che l'arte autentica sia sempre attuale: poco conta la data in cui un dipinto è stato eseguito, perché ogni rilettura «avvicinerà» quel dipinto. Contemporaneo, è sinonimo di classico: Mantegna è contemporaneo, come Caravaggio che attraversa le fibre dell'attualità, intuendo «qualcosa che noi tutti avvertiremo». Siamo dinanzi a una categoria non ideologica, ma intemporale: quasi un sinonimo di eternità e di classicità. Contemporaneo è un evento che non ha smesso di dire quel che aveva da dire. E aggiunge: "Ho voluto pubblicare per la prima volta nella storia dell’editoria un libro solo ma con due copertine diverse. Una copertina rappresenta Italia in croce opera di Gaetano Pesce, architetto designer che sta in America , l’altra di quello che io ritengo il pittore più bravo del nostro tempo, Antonio Lopez Garcia. Il dipingere non gli vieta di non esser contemporaneo. La visione quando comprate il libro non è la mia, ma la vostra di scegliere o uno o l’altro. Non qualcosa che devi ingurgitare perchè ti hanno detto che è un’opera d’arte contemporanea. Decidi tu in base a quello che ti dice." Verso la conclusione Haring, e la mostra di Udine accompagnata nei giorni precedenti all'inaugurazione da non poche polemiche. "Quando ad un artista opponi il potere, o lo censuri, in realtà lo fortifichi". Il pubblico si alza dopo due ore e tributa a Sgarbi lunghi applausi scroscianti. E qualcuno commenta :"avrà pure un caratteraccio, ma è bravissimo".