• Home
  • Attualità
  • Cronaca
  • Spettacoli
  • Cultura
  • Benessere
  • Magazine
  • Video
  • EN_blog

Ven11222024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Italicum. Iniziata a Trieste la raccolta delle firme per il referendum. Luoghi e orari

Italicum. iniziata a Trieste la raccolta delle firme per il referendum

Riceviamo dal Comitato a difesa della Costituzione di Trieste:

Oltre 350 firme contro l’”Italicum” raccolte a Trieste in avvio di campagna.

Nuovi banchetti sabato 16 e domenica 17 aprile

E’ partita di slancio a Trieste la raccolta delle firme per i referendum abrogativi contro il cosiddetto ”Italicum” (la nuova legge elettorale fortemente voluta dal premier Renzi). Nel corso dell’assemblea alla Stazione Marittima di mercoledì 6 aprile e nei banchetti di sabato 9 e domenica 10, sono state raccolte infatti oltre 350 firme a cura del locale Comitato Difesa Costituzione.

I due quesiti referendari riguardano l’abrogazione dell’abnorme premio di maggioranza previsto per la lista che raccolga più voti (il 54% dei seggi con solo il 40% dei voti) e la previsione dei capilista “bloccati” – candidabili in 10 collegi – cioè scelti dai capipartito e non dai cittadini. Si tratta di disposizioni analoghe a quelle della precedente legge “Calderoli”, più nota come “”Porcellum”, dichiarate incostituzionali nel gennaio 2014.

Queste norme, combinate con le modifiche alla Costituzione contenute nel disegno di legge “Boschi” approvato ieri in via definitiva dalla Camera, permetterebbero ad un solo partito – anche minoritario nel Paese - di controllare tutte le istituzioni, comprese quelle di garanzia (Corte Costituzionale, Presidente della Repubblica, ecc.). Verrebbe così vanificato il delicato sistema di pesi e contrappesi, che in ogni democrazia evoluta salvaguarda sia i diritti delle minoranze, sia i diritti fondamentali dei cittadini, dagli abusi di chi detiene il potere.

Altri banchetti per la raccolta delle firme funzioneranno sabato 16 e domenica 17 aprile, dalle 11 alle 18, nel comprensorio dell’ex OPP di San Giovanni, durante la manifestazione “Horti Tergestini”.

Possono firmare tutti i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali, muniti di un documento di identità valido.

Le firme per i referendum contro l’”Italicum” si raccolgono anche nei Comuni

Gli orari in Provincia di Trieste

Anche i Comuni hanno ricevuto i moduli per la raccolta delle firme per le due richieste di referendum abrogativi di alcune norme della nuova legge elettorale (il cosiddetto “Italicum”). Il primo quesito referendario chiede di abrogare le norme che prevedono l’elezione dei capilista “bloccati” – senza cioè poter esprimere preferenze - con possibilità di candidare la stessa persona in 10 collegi contemporaneamente. Il secondo quesito chiede invece di abrogare le norme che prevedono abnormi premi di maggioranza sia per la lista che ottenga almeno il 40 per cento dei voti al primo turno, sia per quella che ottenga più voti all’eventuale ballottaggio.

Il Comitato Difesa Costituzione di Trieste ha consegnato i moduli per le richieste di referendum ai sei Comuni della Provincia, i quali li mettono a disposizione dei cittadini nei seguenti luoghi e orari 

(purtroppo diversi da Comune a Comune. Alleghiamo per comodità la tabella oraria di tutt'e sei i comuni):

Trieste – largo Granatieri 2, I p., st. 210 

  • il lunedì dalle 9 alle 11 e dalle 14.30 alle 16.30
  • il martedì dalle 9 alle 12
  • il mercoledì dalle 11 alle 13
  • il giovedì dalle 9 alle 11 e dalle 14.30 alle 16.30
  • il venerdì dalle 9 alle 11

Muggia – Municipio, uff. anagrafe

  • dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12
  • il lunedì e il mercoledì anche dalle 14 alle 16.30

S. Dorligo - Dolina – Municipio, uff. anagrafe 

  • dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.15
  • il lunedì e il mercoledì anche dalle 14.30 alle 16.45

Duino-Aurisina – Municipio, I p., uff. Segretario Comunale 

  • dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12
  • il lunedì ed il mercoledì anche dalle 15 alle 17

Sgonico – Municipio, I p., Segreteria comunale 

  • dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.30
  • il mercoledì anche dalle 15.30 alle 17

Monrupino – Municipio, piano terreno, ufficio anagrafe 

  • dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30
  • il lunedì ed il mercoledì anche dalle 14 alle 17.30

In Comune possono firmare soltanto gli elettori di quel Comune. Si firma muniti di un documento di identità valido.

maggiori informazioni in merito alle richieste di referendum sull’”Italicum” nei siti: 

comitatodifescostituzionetrieste.blogspot.it

www.referendumitalicum.it

 

Omicidio di Giulio Regeni, presidente al Sisi ribadisce estraneità dei servizi di sicurezza egiziani

Omicidio di Giulio Regeni, presidente al Sisi ribadisce estraneità dei servizi di sicurezza egiziani

Roma - Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, in un incontro con esponenti politici, sindacati e Organizzazioni non governative in Parlamento ha affermato che "Noi egiziani abbiamo creato un problema con l'assassinio" di Giulio Regeni. Lo riporta il quotidiano locale Daily News Egypt.
 
Al Sisi ha anche ribadito le sue condoglianze alla famiglia del giovane ricercatore italiano. Egli ha negato che i servizi di sicurezza egiziani siano dietro all'uccisione del giovane. E ha sostenuto invece che dietro l'omicidio del ricercatore italiano c'è "gente malvagia", senza però fornire altri dettagli.

Ha lamentato che il "problema per l'Egitto" rappresentato dal caso di Giulio Regeni è stato generato dalla pubblicazione da parte di media egiziani di "menzogne".

Sisi si è poi rivolto agli inquirenti italiani invitandoli a tornare al Cairo: "abbiamo detto loro, venite e diciamo ancora una volta: venite, siate con noi. Noi trattiamo le questione in tutta trasparenza". "Che gli inquirenti siano con noi e partecipino a tutti gli sforzi che si fanno".

"Attribuiamo grande interesse a questo caso in particolare, in quanto abbiamo relazioni molto privilegiate con gli italiani", ha proseguito al Sisi.

L'Italia si appresta intanto a intraprendere nuove iniziative di pressione nei confronti dell'Egitto per far luce sul caso. Il primo passo è stato l'incontro tra il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e l'ambasciatore al Cairo Maurizio Massari, in cui c'è stata una "prima valutazione" delle nuove misure da adottare.

La diplomazia italiana ha anche il sostegno della Gran Bretagna, che ha chiesto formalmente un'indagine "trasparente" all'Egitto.

Il Cairo, da parte sua, ha apparentemente aperto uno spiraglio evocando la possibilità di consegnare i tabulati telefonici - il principale oggetto della contesa giudiziaria - agli inquirenti italiani.

Se non si creeranno le premesse per un'autentica cooperazione, le azioni vanno da un ulteriore raffreddamento dei rapporti bilaterali, a partire dalla sospensione degli accordi culturali, ad un possibile warning per i ricercatori e gli studenti italiani che intendano recarsi (o già sono) in Egitto.

Ritorsioni di tipo economico non sono per ora previste. Un'altra possibilità è portare il contenzioso in sede Onu, puntando i riflettori sulla questione dei diritti umani in Egitto.

In attesa di nuovi sviluppi, l'ambasciatore Massari resterà a Roma ancora per diversi giorni. Dall'Europa, intanto, sono arrivate nuove dichiarazioni di sostegno all'iniziativa italiana.

Da Londra, il Foreign Office ha sollecitato alla controparte egiziana un'investigazione "completa e trasparente", spinto da una petizione promossa in Gran Bretagna in ambienti accademici e firmata finora da 10.000 persone. 

Uccisione di Giulio Regeni, rientrato l'ambasciatore Massari. Governo italiano ribadisce richiesta verità

Uccisione di Giulio Regeni, rientrato l'ambasciatore Massari. Governo italiano ribadisce richiesta v

Roma - È rientrato in Italia il 10 aprile senza rilasciare dichiarazioni l'ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari, richiamato per consultazioni dopo il fallimento dell'incontro tra inquirenti italiani ed Egiziani in merito all'uccisione del ricercatore di Fiumicello Giulio Regeni.

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha così commentato il provvedimento del governo italiano: "Non c'è da parte nostra una rinuncia a chiedere che venga assicurata la verità, come è doveroso che sia. C'è la decisione, visto che il livello di collaborazione si è rivelato insufficiente, di prendere delle misure che diano questo segnale di insoddisfazione in modo proporzionato e senza scatenare guerre mondiali".

Anche il primo ministro Matteo Renzi ha espresso la sua posizione, in un'intervista rilasciata al TG5: "Abbiamo sempre avuto un buon rapporto con l'Egitto, però, parliamoci chiaro qui c'è un giovane italiano che è stato torturato ed ucciso. Per rispetto alla sua famiglia e al nostro paese abbiamo il diritto e il dovere di conoscere la verità. Non potremmo fermarci se non davanti alla verità, quella vera, non quella accomodata".

L'Egitto si è rifiutato di consegnare agli inquirenti italiani i tabulati telefonici richiesti sul caso della morte di Regeni perché "sarebbe contro la Costituzione e le leggi vigenti egiziane" hanno fatto sapere fonti governative del Cairo.

La Farnesina da parte sua ha ribattuto affermando che "Le indagini investigative nel mondo si fanno molto spesso basandosi sui tabulati, sulle intercettazioni. Se non ci fosse il traffico di celle telefoniche, buona parte delle indagini che si fanno anche nei Paesi più attaccati alla privacy non si farebbero - ha detto il ministro Gentiloni - .Io rispetto gli argomenti dei governi con cui abbiamo a che fare però bisogna giudicare con buon senso, e il buon senso dice che nelle indagini si usano questi strumenti. Dalle Alpi alle Piramidi".

Intanto il quotidiano "La Repubblica", che sta seguendo da vicino la vicenda, segnala due particolari che confermerebbero il coinvolgimento di apparati egiziani nella scomparsa e nell'uccisione di Regeni.

La prima è il "guasto" alle telecamere della stazione della metropolitana presso l'abitazione di Giulio, segnalato proprio per il 25 gennaio, e l'assenza di registrazioni nella stazione di piazza Tahrir, di cui gli inquirenti egiziani non hanno dato spiegazione.

"L'accidia degli inquirenti egiziani - scrive La Repubblica - è necessaria ad allontanare l'attenzione dalla scena di piazza Tahrir la sera del 25 gennaio, quinto anniversario della Rivoluzione. Perché su quella piazza ci sono la Polizia, sono gli uomini della Sicurezza Nazionale. E perché in quella piazza, quel 25 gennaio, sono in corso retate che - come comunicheranno fonti del ministero dell'Interno - hanno come bilancio l'arresto "ufficiale" di "19 egiziani e uno straniero" . Uno "straniero". Chi?"

Il secondo particolare è la pubblicazione, avvenuta all'indomani dell'anniversario della rivoluzione, che ricorreva appunto il 25 gennaio, di un articolo sul quotidiano locale "Veto". Nell'articolo veniva riportato l'arresto di un cittadino straniero all'interno di un caffè.


Qui l'articolo su "La Repubblica"

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

Pubblicità

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Privacy e cookies

Privacy policy e cookies

Questo sito è impostato per consentire l'utilizzo di tutti i cookie al fine di garantire una migliore navigazione. Se si continua a navigare si acconsente automaticamente all'utilizzo. Per comprendere altro sui cookie e scoprire come cancellarli clicca qui.

Accetto i cookie da questo sito.