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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Debora Serracchiani all'anniversario della Liberazione: "libertà di movimento grande pregio"

Debora Serracchiani all'anniversario della Liberazione:

Pordenone - La presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ha celebrato la giornata del 25 aprile, anniversario della Liberazione, a Pordenone, dove ha deposto una corona al monumento ai Caduti in piazzale Enea Ellero dei Mille e al cippo e alla lapide alla memoria delle Medaglie d'oro Franco Martelli e Terzo Drusin.

"La libertà è un bene sempre a rischio di essere intaccato, anche nelle forme più striscianti, per questo dobbiamo stare in guardia e difenderlo - ha detto la governatrice. - Dobbiamo conservare la consapevolezza che il privilegio della libertà, che oggi portiamo come un abito, ci viene consegnato da scelte di individui come noi, singole donne e uomini che hanno preferito mettere a rischio la vita anziché sopportare violenza, sopruso e ingiustizia".

"Furono spesso giovani, ma non furono mai incoscienti, portando in loro valori fondamentali per sempre e per tutti. Di fronte a questo sacrificio non ci sia divisione, non si mantenga riserva, prima di tutto si renda l'onore a chi prese le armi per cacciare l'occupante nazista e debellare il fascismo".

"La nostra Liberazione - ha rimarcato Serracchiani - è parte di un movimento che coinvolse e diede nuovo animo e più alti ideali a tutta l'Europa. Non dimentichiamocene oggi, mentre in tante parti del continente vediamo Governi e cittadini ripiegati su se stessi e incerti sul valore di una libertà rara come quella di spostarsi senza barriere".

Per la presidente, "del pregio grande della libertà di movimento, che riassume in sé tante altre libertà e diritti individuali, ci rendiamo conto con particolare evidenza noi cittadini di una regione che confina con due Stati. La nostra Liberazione è stata pagata con versamento di sangue pure fraterno e compiuta dieci anni più tardi del resto d'Italia: il suo prezzo ci rende ancora più gelosi custodi del significato simbolico del 25 aprile".

Alla memoria di Giulio Regeni il Premio Speciale della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin

Alla memoria di Giulio Regeni il Premio Speciale della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin

Trieste - Entra nel vivo la rassegna di attualità “Link”. Sabato 23 aprile, nell’ambito dela manifestazione, in programma a Trieste fino a lunedì 25 aprile, sono stati annunciate le terne finaliste del Premio Giornalistico internazionale Marco Luchetta.

Va alla memoria di Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano trucidato in Egitto, il Premio Speciale 2016 assegnato dalla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin.

Questo il commento della presidente Daniela Luchetta: “non esistono parole per esprimere quello che proviamo per Giulio. E l'unico modo possibile per dire qualcosa è dare il nostro contributo alla ricerca della verità. Nella certezza che mai potrà essere fatta giustizia”.  

Nel corso del dibattito sulla tragica vicenda del ricercatore friulano, svoltosi sabato 23 con la giornalista RAI Maria Gianniti, il rettore dell'Università di Trieste Maurizio Fermeglia e il presidente dell'Assostampa FVG Carlo Muscatello, il rettore ha manifestato alcune perplessità sul tutoraggio dell’Università di Cambridge nei confronti di Regeni, ricercatore di quell’ateneo: ”C'è stata un po' di leggerezza, aggravata dal fatto che il supervisore è una persona araba e, se non sbaglio, proprio di nazionalità egiziana".

Fermeglia ha sostenuto che all'ateneo inglese "avrebbero dovuto attivare misure di sicurezza in modo più attento". In Italia, ha osservato "abbiamo tantissimi rapporti con Paesi in cui ci sono problemi e per questo, prima di inviare lì studenti o colleghi occorre l'autorizzazione dal ministero degli Esteri, e se questa viene data, diamo indicazioni e supporti" a chi parte.

"Nel caso di giovani, e non di colleghi esperti, occorre prudenza, l'obiettivo non è cambiare le sorti di un paese, ma portare a casa una tesi di laurea".

Per quanto riguarda i reportage in gara al Premio Luchetta 2016, annunciati dal presidente della Giuria Vincenzo Morgante, questi riflettono le questioni al centro della stampa internazionale e raccontano volti e storie legati all’esodo epocale di milioni di migranti dalle guerre, aree del mondo vessate dal terrorismo jihadista, fronti caldi della Siria e del Mediterraneo.

Tre servizi BBC sono innanzitutto in finale per le Tg News del Premio Luchetta 2016: sono firmati da Fergal Keane /Premio Luchetta 2012) con Nicholas Springate, che hanno raccontato l’epopea di una bimba siriana in sedia a rotelle, riuscita a fuggire dal suo Paese; da Caroline Hawley sulle conseguenze di una guerra senza fine per l’infanzia siriana e da Quentin Sommerville, che è riuscito a intervistare i bimbi soldato fuggiti all’addestramento dell’Isis.

Gli stessi temi riecheggiano nella sezione reportage:  in finale ancora la BBC con Hazel Chandler e lo speciale sui bimbi soldato della Sierra Leone, oltre al Tg3 con il reportage di Nico Piro (Premio Luchetta 2009) sul campo rifugiati di Grand Synthe nella Francia atlantica; e all’Espresso.it che ha prodotto il servizio di Cristina Mastandrea e Floriana Bulfon diffuso da La7 e RaiNews24 sui minori in fuga dalle guerre soli e senza famiglia, abbandonati a se stessi nella giungla delle metropoli.    

Per la stampa italiana in finale al Premio Luchetta 2016 tre emozionanti reportage che mettono a fuoco storie di migranti in fuga dal terrore: Alessandra Coppola del Corriere della Sera ha raccontato la storia di una famiglia siriana in cerca di cure per la figlia ammalata; Pietro Del Re su Repubblica ha ripercorso l’odissea del giovanissimo Abdul, sbarcato a Kos dall’Afghanistan;  Niccolo’ Zancan sulla Stampa ha fotografato il dramma dei migranti fra Grecia e Macedonia, assediati dal filo spinato nell’agosto 2015.  

Per la stampa internazionale si contendono il Premio Luchetta 2016 tre grandi testate: New York Times, che ha raccontato con Katrin Bennhold la storia del piccolo Reza, rimasto orfano nella fuga attraverso la Macedonia; El Pais, intervenuto con Alejandra Agudo sul problema della scolarizzazione per le bambine in Bangladesh;  il Mirror, sullo scandalo dei bambini africani che lavorano nelle discariche per recuperare i fili di rame dai computer, raccontato da Tom Parry.

Per la sezione fotografia dedicata a Miran Hrovatin sono in gara gli scatti di Fabrizio Villa, pubblicato dal Corriere della Sera – La Lettura per ricordare i ‘figli del mare’, piccoli Avlan morti nelle acque nel 2015; di Gjorgji Lichovski, per la fotografia del bimbo che consola suo padre davanti allo stop ai migranti nei Balcani, pubblicato su the Huffington Post; e di Iker Pastor, che ha colto l’attimo in cui i genitori siriani lavano il neonato Bayan fuori dalla tenda del campo profughi, apparso in Italia su Repubblica.

Per saperne di più: www.premioluchetta.it

Inchiesta sulle "spese pazze" dei consiglieri regionali FVG: 18 assolti su 22 indagati

Inchiesta sulle

Trieste - Con sentenza del 18 aprile il Gup del tribunale di Trieste, Giorgio Nicoli, ha assolto 18 dei 22 indagati, consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia della presente e delle passate amministrazioni, perché il fatto non sussiste.

Erano accusati di peculato in merito alla cosiddetta inchiesta "spese pazze". Rinviato a giudizio soltanto un indagato, il leghista Ugo De Mattia.

Accolte anche due richieste di patteggiamento (quella dell'ex presidente leghista del Consiglio regionale, Edouard Ballaman e quella di Matteo Caldieraro, impiegato di un'agenzia viaggi accusato di favoreggiamento).

Una terza richiesta di patteggiamento è quella di Danilo Narduzzi, ex capogruppo della Lega Nord, che dovrà tornare davanti al Gup.

Tra gli assolti Maurizio Bucci, Piero Camber, Mara Piccin (già all'udienza preliminare) e Gaetano Valenti, tutti difesi dall'avvocato Giovanni Borgna del foro di Trieste.

"La pronuncia di assoluzione per insussistenza del fatto - osserva l'avvocato Giovanni Borgna del Foro di Trieste - ha confermato le giustificazioni fornite dai Consiglieri ed ha dimostrato che nella nostra Regione non ci sono stati illeciti di rilevanza penale, nonchè, ove fosse necessario, che il processo penale ha come riferimento esclusivi il caso concreto e la legge ed è pericoloso gestirlo sull'onda del pubblico scandalo, mediante strumenti mediatici".

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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