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Omicidio di Giulio Regeni, presidente al Sisi ribadisce estraneità dei servizi di sicurezza egiziani
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Mercoledì, 13 Aprile 2016 15:33
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, in un incontro con esponenti politici, sindacati e Organizzazioni non governative in Parlamento ha affermato che "Noi egiziani abbiamo creato un problema con l'assassinio" di Giulio Regeni. Lo riporta il quotidiano locale Daily News Egypt.
Al Sisi ha anche ribadito le sue condoglianze alla famiglia del giovane ricercatore italiano. Egli ha negato che i servizi di sicurezza egiziani siano dietro all'uccisione del giovane. E ha sostenuto invece che dietro l'omicidio del ricercatore italiano c'è "gente malvagia", senza però fornire altri dettagli.
Ha lamentato che il "problema per l'Egitto" rappresentato dal caso di Giulio Regeni è stato generato dalla pubblicazione da parte di media egiziani di "menzogne".
Sisi si è poi rivolto agli inquirenti italiani invitandoli a tornare al Cairo: "abbiamo detto loro, venite e diciamo ancora una volta: venite, siate con noi. Noi trattiamo le questione in tutta trasparenza". "Che gli inquirenti siano con noi e partecipino a tutti gli sforzi che si fanno".
"Attribuiamo grande interesse a questo caso in particolare, in quanto abbiamo relazioni molto privilegiate con gli italiani", ha proseguito al Sisi.
L'Italia si appresta intanto a intraprendere nuove iniziative di pressione nei confronti dell'Egitto per far luce sul caso. Il primo passo è stato l'incontro tra il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e l'ambasciatore al Cairo Maurizio Massari, in cui c'è stata una "prima valutazione" delle nuove misure da adottare.
La diplomazia italiana ha anche il sostegno della Gran Bretagna, che ha chiesto formalmente un'indagine "trasparente" all'Egitto.
Il Cairo, da parte sua, ha apparentemente aperto uno spiraglio evocando la possibilità di consegnare i tabulati telefonici - il principale oggetto della contesa giudiziaria - agli inquirenti italiani.
Se non si creeranno le premesse per un'autentica cooperazione, le azioni vanno da un ulteriore raffreddamento dei rapporti bilaterali, a partire dalla sospensione degli accordi culturali, ad un possibile warning per i ricercatori e gli studenti italiani che intendano recarsi (o già sono) in Egitto.
Ritorsioni di tipo economico non sono per ora previste. Un'altra possibilità è portare il contenzioso in sede Onu, puntando i riflettori sulla questione dei diritti umani in Egitto.
In attesa di nuovi sviluppi, l'ambasciatore Massari resterà a Roma ancora per diversi giorni. Dall'Europa, intanto, sono arrivate nuove dichiarazioni di sostegno all'iniziativa italiana.
Da Londra, il Foreign Office ha sollecitato alla controparte egiziana un'investigazione "completa e trasparente", spinto da una petizione promossa in Gran Bretagna in ambienti accademici e firmata finora da 10.000 persone.