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"Piena fiducia" della famiglia Regeni nelle indagini della Procura. Cantini nuovo ambasciatore al Cairo
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- Pubblicato Venerdì, 13 Maggio 2016 11:47
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Roma - I genitori di Giulio Regeni hanno incontrato a Roma il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto Sergio Colaiocco per conoscere gli ultimi sviluppi dell’inchiesta dopo il rientro della delegazione di investigatori italiani al Cairo.
Al termine dell’incontro i coniugi Regeni hanno ribadito la "Piena fiducia nei confronti dell’operato della Procura di Roma". "Siamo in attesa della traduzione e della consegna di alcuni atti" hanno aggiunto, osservando che "il dialogo tra la Procura italiana e quella egiziana è tuttora in itinere".
Intanto nei giorni scorsi è stato nominato nuovo ambasciatore al Cairo: è Giampaolo Cantini, ex direttore del dipartimento cooperazione e sviluppo della Farnesina, diplomatico con ampia esperienza in area mediorientale e Nord Africa.
La diplomazia italiana ha il complesso compito di mantenere buone relazioni con l'Egitto alla luce dell'instabilità sul fronte mediorientale e nordafricano e delle minacce dell'Isis, ed allo stesso tempo affermare l'esigenza di giungere alla verità sul caso del giovane ricercatore ucciso.
Secondo Huffington Post Italia "L’Italia si riavvicina all’Egitto: la questione libica lo chiede. Anche in vista dell’importante conferenza internazionale sulla Libia che si terrà a Vienna lunedì prossimo".
Maurizio Massari, ex ambasciatore al Cairo, è stato nominato ambasciatore presso l'Unione Europea prendendo il posto di Carlo Calenda, divenuto il 10 maggio scorso ministro per lo sviluppo economico dopo le dimissioni di Federica Guidi.
Uccisione di Giulio Regeni, il Procuratore: "non so se arriveremo a verità". L'omaggio dei writers
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- Pubblicato Martedì, 10 Maggio 2016 18:29
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Roma - All'indomani dell'incontro al Cairo tra inquirenti italiani ed egiziani sull'uccisione di Giulio Regeni, il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, a margine del convegno svoltosi in Cassazione su Francesco Coco e Vittorio Occorsio, magistrati uccisi 40 anni fa dal terrorismo, così ha risposto ai giornalisti che hanno chiesto se mai si arriverà alla verità: "Non lo so. Deve essere chiaro che le indagini le conducono l'autorità giudiziaria e la polizia di stato egiziani. Noi collaboriamo nei limiti del possibile".
"È una libera scelta dell'Egitto costruire tra le due parti una collaborazione costruttiva - ha aggiunto -. Lo sapremo alla fine della storia".
Il vertice italo-egiziano è stato definito dalla Procura "Un incontro cordiale, utile, che si è svolto in un clima disteso". Gran parte delle richieste degli inquirenti italiani sono state soddisfatte, anche se mancano ancora numerosi elementi.
Il Procuratore Giuseppe Pignatone, il pm Sergio Colaiocco, funzionari ed ufficiali del Servizio centrale operativo di polizia (Sco) e del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei Carabinieri (Ros) che fin dall'inizio hanno seguito l'inchiesta sul caso di Giulio Regeni, si riuniranno nei prossimi giorni per vagliare il materiale acquisito.
Intanto i "writers" egiziani hanno dedicato a Giulio Regeni ritratti e scritte su graffiti murali. In uno di questi si legge: "Giulio era uno di noi ed è stato ucciso come veniamo uccisi noi". Raffigurato anche il gatto del ragazzo.
Indagini sull'uccisione di Giulio Regeni, investigatori italiani ricevono nuovi dati da Egitto
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- Pubblicato Domenica, 08 Maggio 2016 21:59
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - Gli investigatori italiani, giunti in trasferta al Cairo per un nuovo vertice nell’ambito dell’inchiesta sulla barbara uccisione di Giulio Regeni, hanno acquisito dalla Procura Generale del Cairo nuovi documenti.
Si tratta di parte del materiale che era stato sollecitato con la nuova rogatoria del 14 aprile, dopo il fallimento del vertice italo-egiziano a Roma.
Secondo fonti giudiziarie, citate da un sito web egiziano, "la parte egiziana fornisce alla delegazione italiana nuovi indizi emersi dalle indagini, rivelando i dati telefonici dei numeri richiesti dagli italiani e il registro delle chiamate delle comunicazioni mobili di Giulio Regeni".
Sul materiale c'è massimo riserbo da parte degli inquirenti che al termine dell'incontro non hanno rilasciato dichiarazioni. I dati dovranno essere tradotti prima di essere analizzati dal team investigativo.
Intanto resta in carcere per altri 15 giorni Ahmed Abdullah, il presidente dell'organizzazione "Coordinamento egiziano per i diritti e la libertà" (Ecrf) arrestato all'alba del 25 aprile scorso, quando attivisti, membri di movimenti e partiti politici si stavano preparando per una serie di proteste su scala nazionale contro la cessione delle isole Sanafir e Tiran all'Arabia Saudita.
L'organizzazione a cui fa capo Abdullah ha fornito assistenza legale alla famiglia di Giulio Regeni.
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