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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Entro la fine del 2016 il 112 diventa il numero unico per le emergenze in Friuli Venezia Giulia

Entro la fine del 2016 il 112 diventa il numero unico per le emergenze in Friuli Venezia Giulia

FVG - Entro la fine dell'anno i cittadini del Friuli Venezia Giulia per ogni caso di emergenza, sia essa sanitaria o di pubblica sicurezza, avranno un unico numero di telefono da tenere a memoria e da chiamare: il 112.

Così la Regione aderisce alle direttive europee e rende più efficace ed efficiente il servizio di pronto intervento e di soccorso in tutti i suoi ambiti.

È l'effetto del Protocollo d'intesa finalizzato all'attuazione del 112, il Numero Unico di Emergenza Europeo (NUE), e sottoscritto il 31 maggio a Roma dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e dal ministro dell'Interno Angelino Alfano.

Il nuovo Call Center, in cui lavoreranno in tutto 29 operatori, troverà base operativa a Palmanova nella sede della Protezione civile regionale e garantirà all'utenza un servizio gratuito, innovativo e multilingue.

Di estrema importanza, inoltre, la funzione di localizzazione della chiamata, che permetterà di risalire al numero civico o alla cella della rete mobile, a seconda che la segnalazione provenga da un'utenza fissa o da un cellulare.

Il filtro operato dalla nuova struttura contribuirà anche a individuare le chiamate improprie (collocate dalle statistiche complessivamente attorno al 50 per cento), che altrimenti rischierebbero di intasare le linee impendendo a chi si trova in una situazione di allarme di ricevere soccorso in tempi rapidi.

Andranno in soffitta quindi il 113, il 118, il 115 e lo stesso 112, per come lo conosciamo oggi. Si tratterà comunque di un distacco graduale, nel senso che all'entrata a regime del nuovo servizio i vecchi numeri continueranno per un breve periodo a essere ancora operativi.

Circa un milione di euro la cifra che la Regione investe per l'attivazione della centrale unica di risposta: fra strumentazioni, reclutamento del personale, formazione e manutenzioni.

Per quel che riguarda invece le spese di adeguamento tecnologico dei centri di risposta di secondo livello, nonché quelle di interfacciamento con la sede di Palmanova del NUE, saranno in entrambi i casi a carico delle Amministrazioni responsabili per competenza.

La presidente della Regione Debora Serracchiani ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto e per il risultato conseguito di essere la terza regione in Italia dopo Lombardia e Lazio ad avviare il servizio.

Il premier Renzi firma protocollo d'intesa su Porto Vecchio di Trieste. Diventerà un polo culturale

Il premier Renzi firma protocollo d'intesa su Porto Vecchio di Trieste. Diventerà un polo culturale

Trieste - Presso il Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste è stato sottoscritto sabato 28 maggio il Protocollo d’Intesa tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Trieste e Autorità Portuale di Trieste “per la valorizzazione delle aree già facenti parte del compendio del Porto Vecchio di Trieste”.

Il documento è stato firmato dal presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dal sindaco di Trieste Roberto Cosolini e dal commissario straordinario dell'Autorità Portuale di Trieste Zeno D'Agostino, presente il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini.

L'Accordo, a partire dalla sdemanializzazione delle aree del Porto Vecchio - tranne le banchine, l'Adriaterminal e la fascia costiera - che le attribuisce al patrimonio del Comune di Trieste, fa leva sullo stanziamento di 50 milioni di euro approvato dal CIPE il primo maggio scorso finalizzato alla creazione, nel Polo triestino, di un grande attrattore culturale transfrontaliero.

L'intervento finanziario a beneficio del Porto Vecchio rientra nel Piano stralcio Turismo e Cultura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e punta a realizzare, come si legge nel Protocollo, "un esemplare intervento di sviluppo territoriale mediante il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico".

Le parti firmatarie s'impegnano a realizzare le opere per l'infrastrutturazione e l'inserimento dell'area del Porto Vecchio nel tessuto cittadino e a elaborare il Piano strategico di valorizzazione predisponendo gli strumenti urbanistici necessari.

Altro aspetto fondamentale dell'intesa è la costituzione entro trenta giorni, da parte dei soggetti firmatari, di un Tavolo senza oneri finanziari coordinato dalla Regione, al quale potranno essere invitati rappresentanti di altre Amministrazioni ed Enti, con il compito di dare attuazione al Protocollo.

Dopo la firma dell'Accordo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha invitato a "smettere di sprecare il bello che abbiamo nelle nostre incredibili regioni" e ha indicato l'impegno di spendere le risorse per il Porto Vecchio entro il 2017. Il premier  ha manifestato tutta la sua ammirazione per il potenziale dell'area, "un luogo incantato, meraviglioso, impressionante, con 87 edifici" che, ha rilevato, sono "potenzialmente uno più attraente dell'altro".

"La competizione mondiale sarà sempre di più intorno ad aree urbane che coniugano luoghi belli, ma anche di crescita economica; accanto a questi luoghi belli bisogna sapere finalmente creare spazi di opportunità e talento e questo per me è il Porto Vecchio di Trieste" ha affermato il premier.

Di un Accordo di Programma molto puntuale e della volontà che i cantieri partano prima possibile ha parlato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che ha salutato la firma del Protocollo come il frutto di un lavoro di squadra nella logica di rimettere insieme i pezzi che già c'erano ma che non erano ancora collegati.

La presidente della Regione ha visto così coronata un'azione di stimolo che ha ricevuto da parte del Governo un'attenzione continua e costante.

Se per il sindaco di Trieste il Porto Vecchio potrà diventare un polmone per il futuro economico della regione, il commissario D'Agostino ha ricondotto la portata dell'Accordo odierno al contesto di un Porto, quello di Trieste, che nei primi cinque mesi del 2016 ha contato solo su numeri positivi: primo in Italia con 57 milioni di tonnellate movimentate, primo Porto petrolifero del Mediterraneo e secondo Porto ferroviario d'Italia con l'ambizione di superare nel primato La Spezia.

Da rilevare che il Protocollo, che si richiama a tutte le azioni fin qui svolte per la sdemanializzazione e quindi l'individuazione delle aree e degli immobili che saranno trasferiti al Comune di Trieste in vista del loro recupero e riuso in varie direzioni da stabilire, contiene importanti principali novità, nell'ottica del sostegno a un'operazione così vasta e complessa.
 
Tali novità sono innanzitutto l'ingresso diretto del Governo, e in particolare della stessa Presidenza del Consiglio nel progetto, e ciò tramite la costituzione di un apposito “Tavolo dei sottoscrittori” - composto appunto dagli Enti che oggi hanno sottoscritto il Protocollo, con il successivo eventuale intervento di altri soggetti ritenuti utili per competenza – il quale verrà “sempre convocato a richiesta della Presidenza del Consiglio o di almeno due delle altre Parti”.
 
In questo modo si intende coordinare e accelerare tutta la serie di complesse operazioni burocratiche e anche assicurare una continuità decisionale e una sorta di “non ritorno” nel mantenimento del grande progetto anche in futuro (anche nell'eventuale formarsi di Amministrazioni di segno diverso).

Infatti, in particolare all'Art. 4, il Protocollo prevede “fattispecie di inosservanza degli impegni assunti” imputabili a eventuali casi di “inerzia, omissione, ritardi ingiustificati, attività ostative”, con conseguenti inviti a sanare la situazione fino – in caso di inottemperanza – all'”esercizio del potere sostitutivo previsto dall'ordinamento vigente”.

Nella stessa linea il Protocollo prevede anche sia la durata in carica del Tavolo, sia la validità del Protocollo stesso “fino al completamento dei progetti e delle azioni previsti dal medesimo”; ovvero fino alla “piena attuazione degli obiettivi fissati dall'articolo 1, commi 618 e 619, della Legge 23.12.2014, n.190” - cioè dai noti emendamenti alla Legge di Stabilità 2015 prevedenti lo spostamento del Punto Franco e la sdemanializzazione del Porto Vecchio, avviato verso una nuova destinazione urbanistica.

In sostanza, sulla strada della sdemanializzazione, recupero, riqualificazione e riuso del Porto Vecchio, gli odierni sottoscrittori non prevedono alcuna “marcia indietro” fino al completamento dell'opera.

Allegato: Protocollo
 

Vicina Austria, vince di misura il Verde Van der Bellen. Serracchiani: "Auguro sintesi e unione"

Vicina Austria, vince di misura il Verde Van der Bellen. Serracchiani:

Trieste - Nella vicina Austria, il candidato Verde Alexander Van der Bellen ha vinto le elezioni con il 50,3% dei voti. Sono i risultati ufficiali comunicati dal ministero degli Interni il 23 maggio. Van der Bellen ha staccato il candidato ultranazionalista Norbert Hofer di 31.026 voti.

Il verde è stato eletto con 2.254.484 voti (50,35%), mentre il suo rivale ha ricevuto 2.223.458 voti (49,65%)."Sarò al servizio di tutti", ha detto il neo eletto presidente.

Alexander Van der Bellen è un professore universitario legato ai Verdi, anche se in campagna elettorale si è presentato come candidato indipendente, raccogliendo così al ballottaggio il sostegno fondamentale dei socialdemocratici Spö e dei popolari Övp, rimasti privi di candidati già al primo turno.

Van der Bellen è nato nel 1944 da una famiglia nobile, scappata dalla Russia dopo la Rivoluzione d'ottobre prima verso l'Estonia, poi in Tirolo, che all'epoca era parte del Reich tedesco.

A Innsbruck Van der Bellen ha iniziato la sua carriera universitaria alla facoltà di economia, divenendo professore ordinario. Negli anni '80 si è trasferito a Vienna, dove è entrato in contatto con la politica, prima nelle file della Spö e dopo nei Verdi.

“L’esito delle elezioni presidenziali ha fatto emergere un Paese che non può rimanere diviso, anche in coerenza con la sua grandissima civiltà e le alte tradizioni culturali”.

Lo ha affermato a Trieste il presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, a margine dell’incontro con i presidenti della Regione Veneto e del Land Carinzia Luca Zaia e Peter Kaiser, commentando l’elezione di Van der Bellen alla carica di presidente della Repubblica d’Austria.

Per Serracchiani “certamente si può esprimere sollievo per il compattamento che ha fermato il candidato della destra estrema. Tuttavia lo stretto margine che attribuisce la vittoria a Van der Bellen obbliga anche a riflettere su dinamiche sociali ed elettorali che devono essere prese molto sul serio. Al nuovo presidente auguro di saper esser punto di sintesi e unione per l’intero suo popolo, e ponte verso tutti gli Stati vicini e d’area".

"La vicinanza e la storica amicizia che legano Austria e Italia – ha continuato Serracchiani – e in particolar modo le regioni confinanti già strette da vincoli di collaborazione istituzionali, non saranno sicuramente indebolite. Anzi credo che si dovrà andare in ogni caso verso un rafforzamento dei rapporti bilaterali, non solo alla luce di emergenze più o meno impellenti, ma anche nell’ottica di un processo di integrazione che – ha concluso – non si deve fermare”.
 
"La vittoria di Alexander Van der Bellen alle elezioni presidenziali austriache è una buona notizia, e siamo molto contenti anche per i riflessi che questo avrà nelle relazioni bilaterali tra i nostri due Paesi”.

Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Pensando all’esito delle consultazioni in chiave di gestione dell’immigrazione, per Gentiloni “non c’è alcun interessa per l’Austria a radicalizzare le contrapposizioni su temi migratori”.

Al contrario c’è tutto l’interesse a collaborare, visto che tra i due governi “c’è un’esperienza che accomuna, ed quella di aver trasformato una zona di tensioni e di grande difficoltà come l’Alto Adige e il sud Tirolo in uno dei migliori esempi dialogo in Europa”.

"Oggi, i sentimenti di amicizia tra Austria e Italia rappresentano non solo elemento imprescindibile per il comune sviluppo sociale ed economico dei nostri Paesi, ma anche un solido ancoraggio per il rafforzamento del progetto europeo, scosso da numerose e talvolta inedite sfide". È quanto scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al Presidente Federale eletto della Repubblica d'Austria, Alexander Van der Bellen.

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