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Il premier Renzi firma protocollo d'intesa su Porto Vecchio di Trieste. Diventerà un polo culturale
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Domenica, 29 Maggio 2016 21:43
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Presso il Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste è stato sottoscritto sabato 28 maggio il Protocollo d’Intesa tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Trieste e Autorità Portuale di Trieste “per la valorizzazione delle aree già facenti parte del compendio del Porto Vecchio di Trieste”.
Il documento è stato firmato dal presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dal sindaco di Trieste Roberto Cosolini e dal commissario straordinario dell'Autorità Portuale di Trieste Zeno D'Agostino, presente il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
L'Accordo, a partire dalla sdemanializzazione delle aree del Porto Vecchio - tranne le banchine, l'Adriaterminal e la fascia costiera - che le attribuisce al patrimonio del Comune di Trieste, fa leva sullo stanziamento di 50 milioni di euro approvato dal CIPE il primo maggio scorso finalizzato alla creazione, nel Polo triestino, di un grande attrattore culturale transfrontaliero.
L'intervento finanziario a beneficio del Porto Vecchio rientra nel Piano stralcio Turismo e Cultura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e punta a realizzare, come si legge nel Protocollo, "un esemplare intervento di sviluppo territoriale mediante il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico".
Le parti firmatarie s'impegnano a realizzare le opere per l'infrastrutturazione e l'inserimento dell'area del Porto Vecchio nel tessuto cittadino e a elaborare il Piano strategico di valorizzazione predisponendo gli strumenti urbanistici necessari.
Altro aspetto fondamentale dell'intesa è la costituzione entro trenta giorni, da parte dei soggetti firmatari, di un Tavolo senza oneri finanziari coordinato dalla Regione, al quale potranno essere invitati rappresentanti di altre Amministrazioni ed Enti, con il compito di dare attuazione al Protocollo.
Dopo la firma dell'Accordo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha invitato a "smettere di sprecare il bello che abbiamo nelle nostre incredibili regioni" e ha indicato l'impegno di spendere le risorse per il Porto Vecchio entro il 2017. Il premier ha manifestato tutta la sua ammirazione per il potenziale dell'area, "un luogo incantato, meraviglioso, impressionante, con 87 edifici" che, ha rilevato, sono "potenzialmente uno più attraente dell'altro".
"La competizione mondiale sarà sempre di più intorno ad aree urbane che coniugano luoghi belli, ma anche di crescita economica; accanto a questi luoghi belli bisogna sapere finalmente creare spazi di opportunità e talento e questo per me è il Porto Vecchio di Trieste" ha affermato il premier.
Di un Accordo di Programma molto puntuale e della volontà che i cantieri partano prima possibile ha parlato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che ha salutato la firma del Protocollo come il frutto di un lavoro di squadra nella logica di rimettere insieme i pezzi che già c'erano ma che non erano ancora collegati.
La presidente della Regione ha visto così coronata un'azione di stimolo che ha ricevuto da parte del Governo un'attenzione continua e costante.
Se per il sindaco di Trieste il Porto Vecchio potrà diventare un polmone per il futuro economico della regione, il commissario D'Agostino ha ricondotto la portata dell'Accordo odierno al contesto di un Porto, quello di Trieste, che nei primi cinque mesi del 2016 ha contato solo su numeri positivi: primo in Italia con 57 milioni di tonnellate movimentate, primo Porto petrolifero del Mediterraneo e secondo Porto ferroviario d'Italia con l'ambizione di superare nel primato La Spezia.
Da rilevare che il Protocollo, che si richiama a tutte le azioni fin qui svolte per la sdemanializzazione e quindi l'individuazione delle aree e degli immobili che saranno trasferiti al Comune di Trieste in vista del loro recupero e riuso in varie direzioni da stabilire, contiene importanti principali novità, nell'ottica del sostegno a un'operazione così vasta e complessa.
Tali novità sono innanzitutto l'ingresso diretto del Governo, e in particolare della stessa Presidenza del Consiglio nel progetto, e ciò tramite la costituzione di un apposito “Tavolo dei sottoscrittori” - composto appunto dagli Enti che oggi hanno sottoscritto il Protocollo, con il successivo eventuale intervento di altri soggetti ritenuti utili per competenza – il quale verrà “sempre convocato a richiesta della Presidenza del Consiglio o di almeno due delle altre Parti”.
In questo modo si intende coordinare e accelerare tutta la serie di complesse operazioni burocratiche e anche assicurare una continuità decisionale e una sorta di “non ritorno” nel mantenimento del grande progetto anche in futuro (anche nell'eventuale formarsi di Amministrazioni di segno diverso).
Infatti, in particolare all'Art. 4, il Protocollo prevede “fattispecie di inosservanza degli impegni assunti” imputabili a eventuali casi di “inerzia, omissione, ritardi ingiustificati, attività ostative”, con conseguenti inviti a sanare la situazione fino – in caso di inottemperanza – all'”esercizio del potere sostitutivo previsto dall'ordinamento vigente”.
Nella stessa linea il Protocollo prevede anche sia la durata in carica del Tavolo, sia la validità del Protocollo stesso “fino al completamento dei progetti e delle azioni previsti dal medesimo”; ovvero fino alla “piena attuazione degli obiettivi fissati dall'articolo 1, commi 618 e 619, della Legge 23.12.2014, n.190” - cioè dai noti emendamenti alla Legge di Stabilità 2015 prevedenti lo spostamento del Punto Franco e la sdemanializzazione del Porto Vecchio, avviato verso una nuova destinazione urbanistica.
In sostanza, sulla strada della sdemanializzazione, recupero, riqualificazione e riuso del Porto Vecchio, gli odierni sottoscrittori non prevedono alcuna “marcia indietro” fino al completamento dell'opera.
Allegato: Protocollo
dg 258_2016.pdf