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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

A quarant'anni dal terremoto: l'Esercito italiano raccoglie foto e testimonianze

A quarant'anni dal terremoto: l'Esercito italiano raccoglie foto e testimonianze

Roma - Il 6 maggio ricorre il 40° anniversario del tragico terremoto che colpì duramente i territori del Friuli Venezia Giulia.

Alle 21 un tremendo terremoto, con epicentro a Gemona del Friuli, provocò una delle tragedie che hanno segnato la storia d’Italia con quasi 1.000 morti, più di 100.000 sfollati, 45 comuni rasi al suolo e danni per 4.500 miliardi di lire.

L’Esercito Italiano non fece mancare il suo supporto nei soccorsi alla popolazione, mettendo a disposizione la sua capacità di intervento. A distanza di tanti anni, l’Esercito Italiano desidera raccogliere le testimonianze (parole e immagini) di chi ha vissuto quei tragici momenti e di cosa ricorda dell’intervento della Forza Armata.

L’invito è rivolto anche alle generazioni più giovani per conoscere quanto di quelle esperienze sia stato loro tramandato. E’ possibile inviare ricordi e racconti anche con foto, a

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Le parole e le immagini più belle saranno pubblicate. Le testimonianze, sia in forma di testo sia fotografiche, dovranno avere le seguenti caratteristiche: testo: massimo 30 righe, 1800 caratteri, font Helvetica 16; fotografie: in formato digitale, orientamento orizzontale, corredate da breve didascalia.

Sviluppi nelle indagini sull'uccisione di Giulio Regeni. Nuovo viaggio al Cairo dei detective italiani

Sviluppi nelle indagini sull'uccisione di Giulio Regeni. Nuovo viaggio al Cairo dei detective italia

Roma - Un nuovo vertice tra investigatori romani e del Cairo che indagano sull'omicidio di Giulio Regeni si terrà nei prossimi giorni nella capitale egiziana.

L'invito a funzionari del Ros e dello Sco per fare un punto della situazione è arrivato dal procuratore generale della repubblica araba d'Egitto Ahmed Nabil Sadeq. La partenza della delegazione italiana è prevista per il fine settimana.

Nel frattempo, i tabulati di alcuni dei 13 cittadini egiziani ritenuti di interesse per gli inquirenti romani che indagano sull'omicidio di Giulio Regeni sono stati consegnati alla procura dai magistrati del Cairo.

A procedere all'invio degli atti, nell'ambito della seconda rogatoria inoltrata da piazzale Clodio il 14 aprile scorso, è stato il procuratore generale della repubblica araba d'Egitto Ahmed Nabil Sadeq.

Questi sviluppi avvengono all'indomani di una serie di episodi che hanno rivelato nuove contraddizioni nell'ambito delle autorità egiziane.

Gli inquirenti italiani hanno accertato che ad un mese dalla scomparsa del ricercatore ci fu un accesso al suo account di posta elettronica da un dispositivo mobile egiziano.

Gli investigatori hanno chiesto a Google di ottenere l'identificazione dell'Ip da cui è stato effettuato l'accesso che i magistrati hanno scoperto dall'analisi del computer di Giulio.

Il 3 maggio inoltre c'è stata una fuga di notizie, o presunta tale, da parte del governo egiziano, rivelata dai media locali. È stata diffusa "per errore" una mail interna al governo in cui si leggeva che è stato decretato "un obbligo di non pubblicazione da parte del procuratore generale egiziano sulle indagini nel caso del dottorando Giulio Regeni".

Commossa rievocazione del terremoto a Montecitorio. I ricordi del commissario Zamberletti

Commossa rievocazione dei giorni del terremoto a Montecitorio. I ricordi indelebili del commissario

Roma - È stato presentato il 3 maggio nella Sala della Regina a Palazzo Montecitorio, in anteprima, il documentario "Resurî 1976-2016. 40 anni dal terremoto in Friuli" alla presenza della presidente della Camera Laura Boldrini e di numerose autorità. Sono intervenuti con la loro testimonianza Giuseppe Zamberletti, allora commissario straordinario per il terremoto, e Diego Carpenedo, già senatore della Repubblica, consigliere e assessore regionale all'epoca della ricostruzione.

Resurî, realizzato dalle Produzioni televisive dell'Agenzia Regione Cronache (ARC) della Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la sede regionale della Rai per il Friuli Venezia Giulia e il contributo di Rai Teche, è stato accolto con commozione dalla platea e la sua anteprima proposta "nel cuore delle istituzioni" segna l'inizio della fitta serie di eventi commemorativi del terremoto del 1976.

Dalla "drammatica vicenda" del terremoto in Friuli "emerge che il popolo italiano, di fronte alle prove più dure, sa esprimere generosità e spirito di sacrificio. Ma questo slancio si valorizza a pieno e dà i risultati migliori quando dalle istituzioni viene la stessa unità d'intenti, lo stesso impegno". Così la presidente della Camera Laura Boldrini. "Quanto accadde in Friuli quaranta anni fa è dunque qualcosa che ha un valore generale per tutto il nostro Paese. E anche per questo dobbiamo tenerne vivo il ricordo".

"Di situazioni tragiche da raccontare ce ne furono a migliaia, meglio allora pensare a quelle belle - ha esordito Giuseppe Zamberletti. - Quando restituimmo ai legittimi proprietari le roulotte che avevamo requisito dopo le scosse di settembre, i friulani che le avevano occupate lasciarono all'interno un mazzo di fiori per ringraziare. Un gesto semplice ma bello che testimonia il clima di quei mesi".

Giuseppe Zamberletti, classe 1933, Commissario straordinario per il sisma in Friuli nel 1976, è considerato il pioniere della Protezione Civile italiana.

"Mi ricordo che ricevetti la telefonata di Aldo Moro la mattina del 7 maggio - racconta -. 'Guarda la situazione in Friuli è molto più grave del previsto. D'accordo con Francesco Cossiga (Ministro degli Interni) ti abbiamo nominato Commissario straordinario'. Nel pomeriggio, con un volo da Ciampino - racconta Zamberletti - ero già a Campoformido e poche ore dopo sul luogo del disastro".

L'ex Commissario straordinario anche si commuove nel ricordare quei giorni e i protagonisti di quella ricostruzione. "Su tutti il presidente della Regione, Antonio Comelli (venerdì 6 maggio gli sarà intitolato l'auditorium della Regione, a Udine, in una cerimonia alla quale parteciperà il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ndr) - prosegue Zamberletti - una persona ferma, decisa, determinata, ma gentilissima nei modi. Insomma un amministratore a tutto tondo, una persona che conosceva nel profondo il suo popolo, con il quale sono subito andato d'accordo".

Zamberletti conferma lo straordinario ruolo dei sindaci "che furono il motore della ricostruzione", afferma, mentre esalta il ruolo della Brigata alpina Julia. "Quando decidemmo di trasportare centinaia di migliaia di residenti nelle località di Grado, Lignano, Bibione e Caorle, nelle varie riunioni dovetti portare con me il Generale comandante della Julia. I friulani credettero più a lui che a me. Fu così che li convincemmo a lasciare le loro terre fino alla primavera successiva".

E altri ricordi: "a Natale 1976 feci una visita agli anziani e ai giovani che avevamo traslocato nelle località di villeggiatura. Una vecchietta a Lignano mi venne incontro con un tappeto: 'le ho ricamato il castello di Gemona com'era prima del terremoto - mi disse - lei non lo ha potuto vedere e noi non lo rivedremo più'. Mentendo dissi di non preoccuparsi che il castello lo avremmo ricostruito - ride soddisfatto Zamberletti -. Dopo 40 anni il castello è stato ricostruito. Avevo mentito, ma dopo tanti anni quella menzogna è diventata verità", conclude.

Ecco le parole della presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani: "il Friuli diede l'esempio di come un popolo civile e determinato, sostenuto dallo Stato ma posto nelle condizioni di esercitare i margini della propria autonomia, possa prima superare la prova della ricostruzione e poi vincere la sfida della modernizzazione avanzata, senza lasciare ombre o macchie di speculazione o malaffare".

"Rinascita e identità: furono questi gli elementi attorno ai quali ritrovarsi con una classe dirigente unita, coraggiosa, che, al di là delle appartenenze politiche, seppe utilizzare al meglio gli strumenti dell'autonomia".

Così ha concluso la governatrice: "Ricordare questo è importante e diventa una risposta a quanti sostengono che la specialità rappresenti una sorta di privilegio anacronistico. Lo Statuto speciale si difende con i fatti, quarant'anni fa come oggi".

I drammatici soccorsi, la coesione istituzionale, il ruolo dei sindaci, delle prefetture, dei vigili del fuoco, delle forze armate e di polizia e dei volontari sono rivissuti in un documentario che racconta con immagini e interviste dell'epoca una tragedia in cui i friulani "non furono lasciati soli dalla comunità nazionale e internazionale" e che "ha lasciato in eredità la cultura del lavorare assieme".

I furlans si rimboccarono le maniche, come si ascolta dalle parole dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Insieme allo Stato, seppero, con tenacia, trasparenza e onestà, ricostruire secondo priorità condivise da tutti: prima le fabbriche, poi le case, poi le chiese.

Nella grande platea di Palazzo Montecitorio sedevano numerosi parlamentari e consiglieri regionali, guidati dal presidente dell'Assemblea del Friuli Venezia Giulia Franco Iacop e dai vicepresidenti Paride Cargnelutti e Igor Gabrovec. La Giunta regionale era rappresentata, insieme alla presidente Serracchiani, dal vicepresidente Sergio Bolzonello e dagli assessori Paolo Panontin, Mariagrazia Santoro e Gianni Torrenti.

In prima fila la presidente della Rai Monica Maggioni e il presidente della Commissione Paritetica Ivano Strizzolo. L'Associazione Comuni terremotati e sindaci della Ricostruzione del Friuli era presente con il presidente Fabio Di Bernardo e il presidente onorario Franceschino Barazzutti e vicino a loro Francesco Pittoni, presidente del Fogolar Furlan di Roma, e Roberto Sancin, che guida l'Associazione triestini e goriziani in Roma Generale Licio Giorgieri.

Molto fitta la partecipazione di autorità diplomatiche, con gli ambasciatori Bogdan Benko (Slovenia), Ana Hrustanovic (Repubblica di Serbia), Giancarlo Kessler (Svizzera, Malta e San Marino), Peter McGovern (Canada) e Zeliana Zovko (Repubblica di Bosnia ed Erzegovina).

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