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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Elezioni in FVG: amministrative il 5 giugno, ballottaggi il 19. Il 17 aprile referendum "no trivelle"

Elezioni in FVG: amministrative il 5 giugno, ballottaggi il 19. Il 17 aprile referendum

Trieste - Si terranno il 5 giugno per il primo turno e il 19 giugno per i ballottaggi le prossime elezioni amministrative in Friuli Venezia Giulia. La data è stata fissata dalla Giunta regionale il 1° aprile, nell'ambito della sua autonomia sulle funzioni elettorali che riguardano gli enti locali.

In FVG si voterà per il rinnovo di 39 Amministrazioni comunali di cui quattro che, superando la soglia dei 15 mila abitanti, sono chiamate all'eventuale secondo turno di ballottaggio per l'elezione diretta del sindaco: Trieste, Pordenone, San Vito al Tagliamento e Cordenons (Pordenone).

In tutto, il corpo elettorale comprende 360 mila cittadini. Le operazioni di voto si svolgeranno nella sola giornata di domenica, dalle 8.00 alle 22.00.

Il 19 giugno si terranno anche i referendum consultivi per due fusioni fra Comuni: quelli di Monfalcone, Staranzano e Ronchi dei Legionari (Gorizia), e di Codroipo con Camino al Tagliamento (Udine).    

Ricordiamo l'altro appuntamento elettorale: il 17 aprile si svolge il referendum che riguarda l’abrogazione dell'art. 6 della legge sulle trivellazioni.

Il quesito è il seguente:

 “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale’?”
 
L’oggetto del referendum del 17 aprile sono solo le trivellazioni effettuate entro le 12 miglia marine (che corrispondono a circa venti chilometri). Non sono quindi la maggior parte delle trivellazioni in acque italiane, complessivamente 66 e collocate soprattutto oltre le 12 miglia, e dunque fuori dal referendum.

Parliamo solo di quelle localizzate entro le 12 miglia. In tutto sono 21:
7 in Sicilia,
5 in Calabria,
3 in Puglia,
2 in Basilicata,
2 in Emilia Romagna,
1 nelle Marche,
1 in Veneto.

Queste vengono effettuate da compagnie estrattive diverse, sulla base di una concessione che dura inizialmente 30 anni, poi prorogabile per due volte, cinque anni ciascuna. In totale: 40 anni. Più altri cinque possibili.

Dopo i 40 (o 45, se l'ulteriore proroga veniva accordata) anni, secondo la normativa vigente, oggi scaduta, con la concessione finiva ogni possibilità di trivellazione.

Il provvedimento del governo Renzi, cioè la norma inserita nella legge di stabilità, dice che anche quando il periodo concesso finisce, l’attività può continuare fino a che il giacimento non si esaurisce.

I proponenti del referendum chiedono che questa novità sia cancellata e si torni alla scadenza “naturale” delle concessioni.

Il quesito del referendum del 17 aprile, oltre a non riguardare le trivellazioni oltre le 12 miglia, non riguarda neanche possibili nuove trivellazioni entro le 12 miglia, che rimangono vietate per legge.

Il decreto legislativo 152 prevede già il divieto di avviare nuove attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi gassosi o liquidi entro le 12 miglia, per cui il referendum agisce solo su quelle già in essere.

17 aprile: referendum contro l'estrazione illimitata di idrocarburi dalle 21 trivelle entro le 12 miglia

17 aprile: referendum contro l'estrazione illimitata di idrocarburi dalle 21 trivelle entro le 12 mg

FVG - Appuntamento elettorale domenica 17 aprile: si svolge il referendum che riguarda l’abrogazione dell'art. 6 della "legge sulle trivellazioni".

Il quesito è il seguente:

“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale", come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale’?”
 
L’oggetto del referendum del 17 aprile sono solo le trivellazioni effettuate entro le 12 miglia marine (che corrispondono a circa venti chilometri).

Non sono quindi la maggior parte delle trivellazioni in acque italiane, complessivamente 66 e collocate soprattutto oltre le 12 miglia, e dunque fuori dal referendum.

Parliamo solo di quelle localizzate entro le 12 miglia. In tutto sono 21:
7 in Sicilia,
5 in Calabria,
3 in Puglia,
2 in Basilicata,
2 in Emilia Romagna,
1 nelle Marche,
1 in Veneto.

Queste sono effettuate da compagnie estrattive diverse, sulla base di una concessione che dura inizialmente 30 anni, poi prorogabile per due volte, cinque anni ciascuna. In totale: 40 anni. Più altri cinque possibili.

Dopo i 40 anni (o 45, se l'ulteriore proroga veniva accordata), secondo la normativa vigente, oggi scaduta, con la concessione finiva ogni possibilità di trivellazione.

Il provvedimento del governo Renzi, cioè la norma inserita nella legge di stabilità, dice che anche quando il periodo concesso finisce, l’attività può continuare fino a che il giacimento non si esaurisce.

I proponenti del referendum chiedono che questa novità sia cancellata e si torni alla scadenza “naturale” delle concessioni.

Il quesito del referendum del 17 aprile, oltre a non riguardare le trivellazioni oltre le 12 miglia, non riguarda neanche possibili nuove trivellazioni entro le 12 miglia, che rimangono vietate per legge.

Il decreto legislativo 152 prevede già il divieto di avviare nuove attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi gassosi o liquidi entro le 12 miglia, per cui il referendum agisce solo su quelle già in essere.

L'uccisione di Giulio Regeni: secondo fonti del Cairo il ricercatore era sorvegliato da apparati egiziani

L'uccisione di Giulio Regeni: secondo fonti del Cairo il ricercatore era sorvegliato da apparati egi

Udine - A pochi giorni dall'incontro previsto a Roma tra inquirenti egiziani ed italiani sulla morte del ricercatore di Fiumicello Giulio Regeni, il 1° aprile è uscito sul quotidiano del Cairo Al-Akhbar un ampio articolo che riporta alcune indiscrezioni, citando "fonti della sicurezza", sul dossier investigativo che verrà discusso il 5 aprile in Italia.

Secondo il quotidiano, negli atti che verranno consegnati al procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, ci sono anche i risultati di indagini compiute da apparati egiziani sui numerosi incontri dal giovane ricercatore friulano con ambulanti e sindacalisti al Cairo.

Il dossier, precisa il giornale, comprende "molti documenti e informazioni importanti" tra cui "foto" e "tutte le indagini su Regeni dal suo arrivo al Cairo fino alla sua scomparsa", ovvero "gli innumerevoli rapporti, i segreti dei suoi incontri con i lavoratori e i responsabili di alcuni sindacati sui quali conduceva ricerche e studi".

Nel dossier, secondo il quotidiano Al-Akhbar, ci sono "anche le deposizioni dettagliate dei suoi amici sugli spostamenti durante i suoi ultimi giorni al Cairo" e quelle "dei vicini dell'appartamento in cui viveva" nella capitale egiziana.

Il giornale scrive che nel rapporto del ministero dell'Interno egiziano per la Procura di Roma ci sono anche "informazioni importanti" sulla banda di criminali uccisi al Cairo.

La delegazione egiziana inoltre, sempre secondo Al-Akhbar, consegnerà gli effetti personali di Regeni, tra cui il passaporto, trovati nell'abitazione della sorella del capobanda, senza fornire nuovi elementi su chi ne sarebbe stato in possesso prima del fratello della donna.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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