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I genitori di Giulio Regeni in conferenza stampa al Senato: richiesta "risposta forte" da Governo italiano
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Martedì, 29 Marzo 2016 18:14
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - In vista dell'incontro tra inquirenti italiani ed egiziani nella capitale italiana il 5 aprile prossimo, il senatore Luigi Manconi (PD), Presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, ha tenuto martedì 29 marzo una conferenza stampa in Senato alla quale erano presenti i genitori di Giulio Regeni, assieme ai legali avv. Alessandra Ballerini e Gianluca Vitale e al portavoce di Amnesty international Italia Riccardo Noury.
La signora Paola Regeni ha detto che "Se il 5 aprile sarà una giornata vuota confidiamo in una risposta forte del nostro Governo. Forte ma molto forte. È dal 25 gennaio che attendiamo una risposta su Giulio".
"In obitorio ho riconosciuto Giulio solo dalla punta del naso, non vi dico quel che gli hanno fatto". Così Paola Regeni ha descritto le condizioni del figlio dopo aver visto la salma all'istituto di medicina legale. "Su quel viso ho visto tutto il male del mondo e mi sono chiesta perché tutto il male del mondo si è riversato su di lui" ha aggiunto.
La madre del ricercatore ha poi affermato che quello di Giulio non è un caso isolato. "Se ci riferiamo a quel che è accaduto, e cioè alle torture subite da un cittadino italiano, allora è probabilmente un caso isolato. Ma altrimenti non lo è affatto poiché gli stessi amici di Giulio, la parte amica dell'Egitto, ci hanno detto che lo hanno torturato e ucciso come un egiziano". La morte di Giulio, ha concluso la signora Paola Regeni "non è dovuta al morbillo o alla varicella. Forse le sue idee non piacevano?".
"Abbiamo fiducia nelle nostre istituzioni e andremo avanti con loro, ma crediamo che un richiamo forte sia necessario se non arriveranno risposte concrete". Così il padre di Giulio, il signor Claudio Regeni, ha risposto ad una domanda su quale debba essere l'atteggiamento del governo italiano qualora continuassero i depistaggi e la mancanza di risposte da parte delle autorità egiziane che indagano sulla morte del figlio.
"Credo che le proposte avanzate dal senatore Manconi siano la risposta giusta in mancanza di collaborazione" ha aggiunto il padre del ricercatore ricordando che "non abbiamo mai avuto la sensazione che il governo egiziano voglia collaborare seriamente" alla ricerca della verità.
Claudio Regeni ha poi ribadito che Giulio non era una spia - "avevamo contatti frequenti e profondi, ci raccontava tutto dei suoi rapporti al Cairo e niente lasciava minimamente pensare che lavorasse con i servizi" - e che quando è partito dall'Italia per tornare al Cairo era "sereno, contento e tranquillo".
Richiamare l'ambasciatore italiano al Cairo per consultazioni, rivedere le relazioni consolari tra i due paesi, inserire l'Egitto nell'elenco dei paesi non sicuri dell'unità di crisi della Farnesina. Sono le proposte del senatore Luigi Manconi lanciate nel corso della conferenza stampa e che hanno trovato l'appoggio della famiglia del ricercatore torturato e ucciso.
"La famiglia - ha detto Manconi - ha una fiducia forte nei confronti del procuratore Pignatone e dell'operato degli investigatori. Ma bisogna operare con più forza". Per questo il governo dovrebbe "porre la questione dei richiamo, non del ritiro, del nostro ambasciatore per consultazioni. Un gesto non solo simbolico per far comprendere come il nostro paese segue il caso".
Ed inoltre, ha aggiunto, "penso sia necessario considerare la revisione delle relazioni diplomatico-consolari tra i due paesi, mettendo in conto l'urgenza e l'ineludibilità di altri atti concreti da parte dell'Unità di crisi della Farnesina, che potrebbe dichiarare l'Egitto paese non sicuro".