Politica
Sciopero della scuola - La lista Tsipras sta con gli studenti
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- Pubblicato Lunedì, 06 Ottobre 2014 16:22
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo
TRIESTE - Il Comitato Territoriale/Associazione politica per la costituente della Sinistra “L'AltraEuropa con Tsipras” sostiene e parteciperà alla manifestazione studentesca che si svolgerà a Trieste venerdì 10 alle ore 8.30 in Piazza Goldoni.
Questa iniziativa, che ha caratteristiche di massa, mobiliterà in tutta Italia centinaia di migliaia di studenti, insegnanti, lavoratori della scuola, che si oppongono alle politiche renziane di manomissione neoliberista della scuola pubblica, che non accettano la logica aziendalista di gestione dell' istituzione scolastica , che rivendicano , anche qui , nella regione FVG una legge regionale che tuteli e disciplini in modo equo e razionale le politiche e le didattiche della scuola pubblica, e che soprattutto siano in sintonia con quanto previsto dagli articoli 33 della Costituzione repubblicana .
Se la scuola pubblica, infatti, venisse svenduta ai privati, o messa in condizioni di non poter adempiere al ruolo che la repubblica democratica le assegna, un irreparabile vulnus verrebbe inflitto a tutto il paese ed hanno dunque ragione studenti, professori , personale dipendente a scendere in piazza ed a protestare.
Ma non ci limitiamo a sottolineare questo dato, e la sola protesta non basta.
Noi sosteniamo che la questione dell' istruzione oggi più che mai ha un ruolo centrale per lo sviluppo e la crescita civile del paese ma che ciò non potrà avvenire laddove– nella scuola pubblica!- si introducessero logiche e modelli sempre piu' standardizzati , parcellizzati, aziendalistici , subalterni al mercato ed a logiche escludenti e selettive.
Mentre il paese deve fronteggiare l' abbandono scolastico,la disoccupazione giovanile, l' impoverimento formativo delle giovani generazioni , e non solo.
In Italia ed in Europa noi rivendichiamo il rilancio degli investimenti pubblici su scuola , università, ricerca, per cui nella Sinistra Europea lavoriamo per un accordo vincolante tra le forze democratiche e progressiste sul raggiungimento di obiettivi fondamentali sulla questione dell' istruzione, appunto in una logica europea e non esclusivamente localistica . Proponiamo obiettivi come i servizi minimi agli studenti,( borse di studio, alloggi, accesso alla cultura, reddito, etc), l' internazionalizzazione dei percorsi educativi e di ricerca, il livellamento verso l' alto delle politiche dell' educazione e per una reale convergenza sullebest practices a livello continentale.
Per questo è indispensabile cambiare la rotta , quella tenuta a Bruxelles da Merkel, Juncker e Schultz , e che qui si traduce in un insopportabile attacco predatorio ai processi formativi il cui obiettivo è proprio quello di smantellare i sistemi educativi pubblici per aprire spazi di profitto al credito ed ai privati.
Saremo quindi in piazza, a Trieste VENERDI 10 ottobre alle ore 8.30 accanto agli studenti, per manifestare loro la nostra solidarietà. E per dire no all'ennesima riformatruffa del governo.
Marino Calcinari
Il Consiglio regionale approva la riforma sanitaria. Polemiche sulla blindatura dell'articolo 34
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- Pubblicato Giovedì, 02 Ottobre 2014 22:36
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Il Consiglio regionale ha approvato la legge di riforma del sistema sanitario regionale con 27 sì, 15 no e 4 astenuti. Nel dettaglio, hanno votato a favore Pd, SEL, Cittadini e i consiglieri Barillari (Misto) e Violino (LN); il no è arrivato da FI, FdI/AN, M5S, AR e dai consiglieri Zilli (LN) e Tondo (Misto); si sono astenuti NCD e i consiglieri Pustetto (SEL) e Piccin (LN).
Nodo centrale della giornata era stato l'articolo 34, dedicato alla riconversione delle strutture ospedaliere di Cividale, Gemona, Maniago, Sacile e parte del presidio ospedaliero "Maggiore" di Trieste.
Quasi tutti i consiglieri hanno preso spunto da tale argomento per esprimere la propria valutazione globale sulla riforma sanitaria.
Dopo un lungo e puntuale dibattito, tale articolo è stato accolto - praticamente blindato, ma non senza polemiche - c'è stata anche una protesta in Aula dei cittadini del gemonese, contro la riconversione degli ospedali di montagna in centri di assistenza primaria - dopo il no dell'assessore Maria Sandra Telesca a tutti gli emendamenti, con 25 voti a favore, 20 contro e 3 astensioni.
"La riorganizzazione che abbiamo avviato mette al primo posto la sicurezza dei cittadini - ha detto in aula l'assessore alla Salute - e punta a creare quei servizi che ai cittadini veramente servono. È dunque irragionevole e fuorviante pensare che la riorganizzazione degli ospedali più piccoli possa mettere in pericolo la qualità delle cure e la sicurezza dei cittadini. La verità è l'esatto contrario".
In particolare Telesca ha ribadito che "stiamo organizzando una rete delle emergenze e delle urgenze per fare in modo di garantire risposte appropriate a tutta la popolazione in qualunque punto della regione".
"Dal mare alla montagna - ha proseguito l'assessore - dovranno esserci adeguati mezzi di soccorso, che consentano di portare con tempestività un paziente nel luogo più idoneo a trattare la sua patologia, non semplicemente in una qualunque struttura sanitaria: avremo più ambulanze, dislocate dove serve, con personale pronto a rispondere a qualunque problema di salute".
Prima del voto finale sul provvedimento, c'è stato breve intervento della la presidente della Regione, Debora Serracchiani, che ha voluto ringraziare tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, per il contributo fornito nel corso del dibattito.
"È una riforma fondamentale per la nostra regione - ha sottolineato - la salute non può avere un colore politico".
"Adesso saremo chiamati a una grande responsabilità e l'applicazione pratica di questa riforma - ha concluso la presidente Serracchiani - troverà grande attenzione da parte della maggioranza, ma anche quella dell'opposizione sarà importante per vigilare sulle risposte che saranno date".
Approvata in coda anche una petizione, sempre in materia sanitaria, tecnicamente inserita all'ordine del giorno assieme ai provvedimenti normativi, con 22 sì e 9 astensioni.
La Polizia italiana adotterà in via sperimentale la pistola elettrica: ecco la "Taser"
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- Pubblicato Mercoledì, 01 Ottobre 2014 14:56
- Scritto da Giacomo Spagnol
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Roma - Le commissioni congiunte Giustizia e affari costituzionali della camera hanno approvato un emendamento che autorizza l’adozione, in via sperimentale, delle pistole elettriche da parte della Polizia. L’emendamento al Decreto legge Stadi per essere effettivo ora dovrà solo aspettare l’assenso da parte del ministero della Salute e il via libera della Camera dei deputati.
Le “Taser” sono pistole che sparano una carica elettrica immobilizzando il soggetto che viene colpito per alcuni secondi, il tempo per arrestarlo. Sono in dotazione alla polizia americana e di molti paesi dell’Unione Europea già da molti anni.
A presentare questa proposta è stato il deputato di Forza Italia Gregorio Fontana che ha dichiarato: “Il suo utilizzo contribuisce sia a ridurre i rischi per l'incolumità personale degli agenti sia a ridimensionare drasticamente il numero delle vittime nelle operazioni di pubblica sicurezza, come dimostra l'esperienza di molti Paesi avanzati”.
Dura la replica di Amnesty International che ha diffuso dei dati nei quali si sottolinea che la Taser dal 2001 ha provocato 864 morti solo negli Stati Uniti e Canada. Riccardo Noury, portavoce Amnesty International per l'Italia ha ribadito la sua contrarietà: "Studi medici a nostra disposizione dimostrano come persone che soffrono di disturbi cardiaci, o in particolari stati di alterazione emotiva e sotto sforzo, possono perdere la vita o riportare gravissime conseguenze se colpiti da questa arma".
Da ricordare che nel 2007 l'Onu aveva condannato le "Teser": "L'uso di queste armi causa dolore acuto, e costituisce una forma di tortura", aveva stabilito il Comitato contro la Tortura formato da 10 esperti, che rilevava: "In taluni casi, possono persino causare la morte, com'è stato mostrato da studi affidabili e recenti eventi nella vita reale".
L’emendamento ha scatenato anche le proteste del Movimento 5 stelle che si sono opposti per una ragione economica. "Quanto ci costeranno queste pistole giocattolo non è dato sapere mentre i nostri emendamenti per sbloccare il tetto agli stipendi delle forze dell’ordine non sono stati dichiarati ammissibili”.
È stata espressa grande soddisfazione da parte di Lorenza Spina, segretario nazionale dell'Associazione nazionale funzionari polizia.
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