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Il 26 ottobre sarà rinnovata la provincia di Pordenone. Senza il voto dei cittadini
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Venerdì, 12 Settembre 2014 09:04
- Scritto da Giacomo Spagnol
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Pordenone - Il 26 ottobre si terranno delle elezioni di secondo grado nelle quali i sindaci e i consiglieri dei comuni pordenonesi avranno il compito di eleggere il nuovo consiglio provinciale. Lo ha comunicato la Regione Friuli Venezia Giulia in una nota diffusa il 10 settembre.
I consiglieri e i sindaci oltre ad essere gli unici che potranno eleggere il nuovo consiglio provinciale saranno anche i soli che si potranno candidare.
Il nuovo consiglio sarà formato da 26 persone e resterà in carica per 5 anni. Coloro che vorranno entrare a far parte di questo nuovo organo provinciale dovranno presentare una domanda sottoscritta da almeno il 3% degli aventi diritto al voto entro lunedì 7 ottobre.
Ricordiamo che la riforma del sistema provinciale in Friuli Venezia Giulia è regolata dalla Legge regionale n.29 del 31 gennaio 2014 (a questo link il testo integrale).
L’attuale consiglio provinciale, eletto nel 2009 e composto da 24 consiglieri, non potrà più riunirsi dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali.
Il presidente della provincia Alessandro Ciriani (FdI) e la sua giunta rimarranno invece in carica con pieni poteri fino alla prima seduta del nuovo consiglio provinciale.
Al posto della dell’attuale Provincia, la riforma firmata dall’assessore regionale Paolo Panontin prevede nel Pordenonese la costituzione di 5 Aso (ambiti sovra comunali ottimali) formati da aggregazioni di Comuni a cui vengono affidate le funzioni di area vasta svolte dalla vecchia Provincia.
Le liste dei candidati andranno presentate entro lunedì 7 ottobre e dovranno essere sottoscritte da almeno il 3 per cento degli aventi diritto al voto e comprenderanno un numero di candidati non superiore a quello dei consiglieri da eleggere e non inferiore al 15 per cento.
La riforma delle province attuata a livello nazionale lo scorso aprile sta portando a grandi cambiamenti. Il consiglio provinciale oltre a non essere più un organo eletto direttamente dai cittadini non avrà più alcuna fonte economica. I nuovi consiglieri non percepiranno nessun tipo d’indennità.
Inoltre la “riforma Delrio” prevede che le competenze dei nuovi enti provinciali si “limitino” principalmente all’ edilizia scolastica e alle pari opportunità.
In sostanza nascerà un organo provinciale più snello ed economico che però non sarà legittimato direttamente dal voto dei cittadini.
"È una riforma-pasticcio - ha commentato il presidente uscente Alessandro Ciriani – un’operazione di facciata per eliminare, senza far votare la gente, un avversario scomodo. È, di fatto, un killeraggio politico. A Panontin riformulo la domanda che gli ho rivolto mille volte senza avere risposta: dove sono i 27 milioni di risparmi che ha dichiarato di ottenere da questa operazione?"
L'assessore alla funzione pubblica, autonomie locali e coordinamento delle riforme Paolo Panontin, da parte sua, in un'intervista rilasciata all'indomani dell'approvazione della LR 29, aveva affermato: "Dobbiamo adeguare il disegno dei Comuni, degli enti di area vasta, della stessa Regione, sulle esigenze di una realtà geografica, economica, sociale e culturale profondamente mutata".
Ed aveva aggiunto: "Alcune resistenze sono anche comprensibili, come nel caso dei presidenti di Provincia che difendono l’ente che presiedono, anche se talvolta estremiste nei toni e nel tasso demagogico di certe argomentazioni".