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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Il Papa a Redipuglia: "la guerra è una follia. Da qui ricordiamo le vittime di tutte le guerre"

Il Papa a Redipuglia:

Redipuglia (Go) - "Dopo aver contemplato la bellezza del paesaggio di tutta questa zona, dove uomini e donne lavorano portando avanti la loro famiglia, dove i bambini giocano e gli anziani sognano... trovandomi qui, in questo luogo, trovo da dire soltanto: la guerra è una follia".

Così ha detto papa Francesco nell'omelia della Santa Messa celebrata al Sacrario di Redipuglia nella mattinata di sabato 13 settembre.

Bergoglio è atterrato all'aeroporto di Ronchi dei Legionari attorno alle nove ed è stato accolto dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti e dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. Il Pontefice è salito su una Golf targata Vaticano diretto al cimitero austro-ungarico di Fogliano di Redipuglia, dove si è raccolto in un momento di preghiera. Nel cimitero sono sepolti 14.550 soldati.

Poi la celebrazione al Sacrario di Redipuglia, dove i numerosi fedeli hanno ascoltato in raccolto silenzio le parole del papa:
"Mentre Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge".

"Sopra l'ingresso di questo cimitero, aleggia il motto beffardo della guerra: "A me che importa?" ha proseguito papa Francesco. "Tutte queste persone, i cui resti riposano qui, avevano i loro progetti, i loro sogni..., ma le loro vite sono state spezzate. L'umanità ha detto: "A me che importa?".

"La cupidigia, l'intolleranza, l'ambizione al potere... sono motivi che spingono avanti la decisione bellica, e questi motivi sono spesso giustificati da un'ideologia; ma prima c'è la passione, c'è l'impulso distorto", ha proseguito il Papa. "L'ideologia è una giustificazione, e quando non c'è un'ideologia, c'è la risposta di Caino: "A me che importa?", "Sono forse io il custode di mio fratello?"".

"Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un'altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta "a pezzi", con crimini, massacri, distruzioni...".

Papa Francesco ha puntato il dito contro "questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi", gli "affaristi della guerra", che "hanno scritto nel cuore: "A me che importa?"". "Qui ci sono tante vittime. Oggi noi le ricordiamo. C'è il pianto, c'è il dolore. E da qui ricordiamo tutte le vittime di tutte le guerre", ha detto ancora il Pontefice.

"Anche oggi le vittime sono tante - ha proseguito. - Come è possibile questo? È possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, e c'è l'industria delle armi, che sembra essere tanto importante!".

"È proprio dei saggi riconoscere gli errori, provarne dolore, pentirsi, chiedere perdono e piangere - ha aggiunto il Pontefice -. Con quel "A me che importa?" che hanno nel cuore gli affaristi della guerra, forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la capacità di piangere".

"L'ombra di Caino ci ricopre oggi qui, in questo cimitero. Si vede qui. Si vede nella storia che va dal 1914 fino ai nostri giorni. E si vede anche nei nostri giorni".

"Con cuore di figlio, di fratello, di padre, chiedo a tutti voi e per tutti noi la conversione del cuore: passare da quel "A me che importa?", al pianto. Per tutti i caduti della "inutile strage", per tutte le vittime della follia della guerra, in ogni tempo. L'umanità ha bisogno di piangere, e questa è l'ora del pianto".

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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