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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Villaggio del Sole, i ragazzi vogliono riaprire il Poliedro

Villaggio del Sole, i ragazzi vogliono riaprire il Poliedro

Udine - Vogliono risposte i ragazzi del Centro ricreativo Poliedro del Villaggio del Sole, chiuso poche settimane fa. Ne hanno bisogno i ragazzini che trovavano in questo una via di fuga dalla strada, cupa costante in un quartiere dove degrado e abbandono umano sono all'ordine del giorno.

Il popolare Centro é stato chiuso qualche settimana fa dal Comune di Udine per mancanza di fondi, scatenando la reazione indignata dei giovani del quartiere. Perché il luogo funge da ritrovo per i ragazzi dagli 11 ai 24 anni di San Michele e Villaggio del Sole e la sua chiusura comporta un danno sociale altissimo.

Incontrati gli assessori Basana, Pirone e Di Bernardo una delegazione dei richiedenti la riapertura del Centro ha saputo che i fondi stanziati per le attività simili in tutta Udine sono 400 mila euro, già divisi però in quattro progetti. Ma tra questi non rientra il loro. Comunque il gruppo non si è perso d'animo, anzi.

Gli attivisti (tutti dai 17 ai 24 anni) del quartiere hanno, infatti, già dato vita a un loro progetto per far ripartire il tutto. Che non è, come vorrebbe il Comune, unire il Centro ricreativo con l'Officina giovani lì presente, perché le finalità dei due sono diversissime (dedicato ai più piccoli il primo, a ragazzi più grandi il secondo) e gli stessi educatori non sono in grado di gestire la struttura da soli.

I giovani della zona, pur di tornar ad aprire la struttura, sarebbero disposti a fare volontariato e hanno scritto una lettera a proposito anche all'assessore Nonino il 7 ottobre, senza ricevere ancora risposta. Una soluzione va trovata il prima possibile, per poter riuscire a togliere quell'etichetta d'infamia da tempo attaccata a quartieri come il Villaggio del Sole. Per questo si punta sul futuro, sperando che sia ancora diritto di tutti.

 

Province, tutto da rifare? Il verdetto del Consiglio di Stato rimandato a martedì 21 ottobre

Province, tutto da rifare? Il verdetto del Consiglio di Stato rimandato a martedì 21 ottobre

Trieste - Il presidente della Quinta sezione del Consiglio di Stato ha rimesso al Collegio la decisione sul ricorso della Regione Friuli Venezia Giulia contro la sospensiva del Tar e il conseguente rinvio delle elezioni provinciali di secondo grado di Pordenone.

Il verdetto si saprà, quindi, nella giornata di martedì 21 ottobre. Il ricorso viene discusso d'urgenza poiché i comizi elettorali sono già stati convocati per domenica prossima, 26 ottobre.

La Regione aveva fatto ricorso venerdì scorso al Consiglio di Stato con una procedura d’urgenza, per verificare se è ancora possibile tenere le elezioni il 26 ottobre, mentre il Tar del Fvg ha chiesto un parere di costituzionalità alla Consulta.

Il Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia infatti aveva emesso un'ordinanza che di fatto ha bocciato l'elezione di secondo grado della Provincia di Pordenone.

La bocciatura va a cadere sulla legge regionale 2/2014, che disciplina il sistema di elezione degli organi delle Province e il relativo procedimento elettorale.

È una sentenza che mette ad altissimo rischio il dispositivo emesso a gennaio dalla giunta di Centrosinistra, guidata dalla presidente Debora Serracchiani.

In sostanza, il Tar dice che l’autonomia trova indispensabile espressione nella rappresentatività diretta degli entilocali costituzionalmente garantiti. E cita la Corte costituzionale che con sentenza numero 6 del 2002, ha decretato che la sovranità popolare non può esaurirsi nell’elezione del Parlamento, ma deve esprimersi anche negli enti territoriali autonomi come, appunto, Regioni, Province e Comuni. “Principi – aggiunge la Consulta, - che valgono anche nelle Regioni a Statuto speciale (sentenza 238 del 26 luglio 2007”.

È, quindi, un secco no all’elezione di secondo grado, in quanto nega ai cittadini il diritto di elettorato attivo, non garantisce rappresentatività ed è vincolata a interessi comunali.

La nuova Provincia sarebbe svuotata dai caratteri propri di ente autonomo e lo stravolgimento del suo assetto si traduce in una assai ridotta limitazione dei costi. Infine, è definita "irragionevole" la disciplina transitoria che trasforma il sistema di elezione provinciale a seconda della data di scadenza degli organi.

“Non pare dunque compatibile con il dettato costituzionale – recita il Tar - una legge che demanda l’elezione della Provincia, elemento costitutivo dello Stato, a una elezione di secondo grado, prescindendo dall’espressione di volontà popolare e sostituendola con quella di pochi “grandi elettori”, espressione per giunta di interessi diversi e non omogenei a essa, come sono quelli dei sindaci e dei consiglieri comunali”.

E anche sul fronte dei risparmi, il Tar è lapidario: “la spiegazione della Regione appare del tutto insoddisfacente, in quanto lo stravolgimento dell’assetto della Provincia si risolve in una assai ridotta limitazione dei costi”.

Ed ecco la “botta” finale: il Tar valuta "irragionevole", la cosiddetta disciplina transitoria in quanto "trasforma il sistema di elezione provinciale a seconda della data di scadenza degli organi, con il risultato che, fino all’entrata a regime della riforma si avranno Province, come Pordenone, i cui organi saranno eletti da organi dei consigli comunali già nel 2014 e altre, come Udine, che manterranno l’originaria rappresentanza diretta fino alla scadenza del 2018.

Inoltre vi saranno presidenti come il ricorrente (il presidente dell’Ente pordenonese, Alessandro Ciriani) o consiglieri uscenti che non potranno partecipare a dette elezioni solo perchè residenti in Comuni che non sono chiamati all’imminente rinnovo dei consigli comunali”.

Comunque vadano le cose, è un autentico “papocchio”. Che crea soltanto confusione agli occhi di un sempre più disorientato cittadino.

Dibattito sul futuro del Centrodestra: Lega Nord e Fratelli d’Italia si confrontano a Pordenone

Dibattito sul futuro del Centrodestra: Lega Nord e Fratelli d’Italia si confrontano a Pordenone

Pordenone - Nella serata di venerdì 17 ottobre, alle 20.15, alla Fiera di Pordenone si è svolto un dibattito sul futuro del Centrodestra.

Hanno partecipato il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni, il presidente della provincia di Pordenone Alessandro Ciriani, il sindaco di Verona Flavio Tosi e il professor Stefano Bruno Galli. Circa 350 i cittadini che hanno seguito il dibattito.

Il dibattito è servito a inaugurare il comitato provinciale di Pordenone della fondazione “Ricostruiamo il paese”, che come obbiettivo principale chiede le primarie del Centrodestra e la candidatura di Flavio Tosi a premier in vista delle prossime elezioni politiche. Il comitato provinciale di Pordenone sarà presieduto da Daniele Basso.

"La Fondazione si sta radicando su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud, tramite una rete di comitati provinciali, i Fari, occasione per noi di essere sempre vicini alla gente e opportunità per ogni cittadino di un confronto diretto e di un impegno attivo" dice Flavio Tosi (Lega Nord), che sottolinea come sia fondamentale costruire una rete di cittadini, non necessariamente legati a sigle di partito, per vincere le prossime elezioni politiche.

Roberto Maroni, oltre a rimarcare l’importanza delle primarie di coalizione per la scelta del futuro leader di centro-destra, ha contribuito ad alimentare le polemiche sui forti tagli alle regioni voluti dal premier Matteo Renzi.

"Se la legge di stabilità non cambierà siamo pronti a fare la guerra contro questo governo. - Ha poi aggiunto - Questa manovra colpisce le regioni virtuose come la Lombardia, sarò obbligato a chiudere 7 ospedali e ad aumentare il costo dei ticket sanitari".

In conclusione Alessandro Ciriani (Fratelli d’Italia) ha detto chiaramente che ogni partito che ha intenzione di far parte di una futura coalizione di centro destra non può violare alcuni valori che sono alla base di questa area, alludendo alle posizioni schizofreniche di Forza Italia sui matrimoni gay e alle politiche sull’immigrazione volute dal Nuovo Centro Destra di Alfano.

Ciriani ha anche lanciato una sfida agli alleati della Lega Nord sulle prossime elezioni comunali di Pordenone “Dopo 10 anni di amministrazione di Centrosinistra è arrivata l’ora di cambiare, questo sarà possibile solo avendo il coraggio di non riproporre i soliti vecchi schemi che non ci hanno permesso di vincere in passato.”

Alla fine del dibattito sono state regalate tre tessera ad honorem della fondazione “Ricostruiamo il paese” al professor Stefano Bruno Galli, Roberto Maroni e Alessandro Ciriani.
 

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