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Friuli indipendente, sì grazie? Intervista ad una parlamentare del “Parlamento Friulano”
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- Pubblicato Venerdì, 14 Novembre 2014 12:20
- Scritto da Giacomo Spagnol
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Udine - Gli indipendentisti di tutto il mondo si stanno moltiplicando: spinte dal vento della crisi economica sempre più persone si sentono abbandonate dallo stato centrale e cercano risposte nell’indipendentismo.
Secondo un sondaggio pubblicato pochi giorni fa dall’istituto di ricerca Demos, un italiano su tre è è favorevole all’indipendenza della sua regione dall’Italia. Un dato ancora più significativo se si considera che in alcune regioni del Nord Italia la percentuale di chi sarebbe favorevole all’indipendenza arriva a superare il 50% degli intervistati.
Proprio in questi mesi hanno avuto moltissimo risalto mediatico i referendum per l’indipendenza scozzese, catalana e veneta. Pochi però sanno che anche in Friuli c'è stato un referendum indipendentista. Un referendum online promosso da due associazioni, la “Res pubbliche furlane” e il “Parlamento Furlan”.
Le due associazioni hanno chiamato al voto tutti i cittadini compresi nell’area friulana (Pordenone, Udine, Gorizia), escludendo dal voto i cittadini residenti nell’area della Venezia Giulia (Trieste). Visto che quest’ultima, secondo i promotori del referendum, proviene da una storia non compatibile con quella friulana.
Chi ha voluto votare si è dovuto registrare al sito www.plebiscitofriulano.eu. La registrazione dava luogo all’acquisizione di un codice identificativo che permetteva l’accesso all’area di voto. Un procedimento che si è rivelato complicato viste le severe procedure di identificazione, servite a rendere il voto il più trasparente possibile.
Le votazioni si sono svolte in tutto il mese di ottobre, vedendo la partecipazione di 6707 persone. L’85,9% dei votanti ha detto sì all’indipendenza, l’8,8% ha detto no e il 5,9% si è astenuto.
Un flop, visto che ha votato solo l’1% degli aventi diritto, un dato che però non scoraggia minimamente i promotori del referendum, che si dicono contenti di aver fatto il primo passo verso l’indipendenza friulana.
Il referendum online è servito anche ad eleggere 11 membri di un neonato parlamento friulano. Secondo statuto i componenti di questo parlamento sarebbero dovuti essere 72 ma a candidarsi sono state solo 11 persone.
Per capire meglio cosa sia successo abbiamo intervistato la seconda eletta più votata a questo nuovo parlamento, Sabrina Maria Pivetta.
Perché chiedete l’indipendenza del Friuli?
Il Friuli ha una storia secolare che non ha nulla a che fare con l’Italia, ha una diversa identità e diverse tradizioni.
A dimostrarlo sono la sua storia e le sue caratteristiche. Il Friuli è stato indipendente per centinaia di anni, basti pensare che è stato uno dei primi stati europei ad instaurare un parlamento rappresentativo nel lontano 1200.
Ha una sua lingua, il friulano, che qualsiasi esperto in materia riconoscerebbe non essere solo un dialetto. Nella stessa Udine il friulano è riconosciuto come una lingua ufficiale, gli atti amministrativi vengono obbligatoriamente tradotti dall’italiano al friulano.
L’Italia è una nazione costruita artificialmente, non ha senso una unione tra popoli così diversi. Quello che chiediamo è che venga riconosciuta questa realtà.
Crede che la crisi economica abbia influenzato questo sentimento? Quindi che l’indipendentismo sia una reazione a dei problemi più che un vero sentimento identitario?
Non ci sono stretti legami tra la crisi economica e l’indipendentismo. La voglia di indipendenza dei friulani dal resto d’Italia è precedente a questo avvenimento. La crisi può in qualche maniera aver spinto qualche persona in più ad avvicinarsi all’indipendentismo ma non è stato assolutamente un fattore determinante.
Quali sono le sue considerazioni dopo il flop del referendum online?
Non è stato un flop. Questo referendum è stato un ottimo punto di partenza. Bisogna considerare anche i vari fattori che hanno giocato contro.
Le associazioni che hanno promosso questo referendum sono nate solo nell’aprile del 2014, questo significa che non abbiamo avuto moltissimo tempo per un’organizzazione ottimale.
In più le modalità per partecipare alla consultazione non erano semplicissime: per garantire la massima trasparenza chi voleva votare doveva lasciare molti dati personali. Normale quindi che molte persone, soprattutto le più anziane, non abbiano avuto una concreta possibilità di partecipare.
Da considerare anche che siamo totalmente autofinanziati, il che significa che non abbiamo avuto la disponibilità di pubblicizzare a livello mediatico il referendum.
Comunque nei prossimi anni proveremo a riproporre nuovi referendum per l’indipendenza del Friuli.
Quando si riunirà il parlamento Friulano? E cosa potrà fare concretamente ora che è stato eletto?
Il parlamento si riunirà per la prima volta il primo dicembre, si dividerà in commissioni aperte a tutti i cittadini che avranno il compito di elaborare proposte e programmi. Il parlamento avrà anche l’obiettivo di cercare strade concretamente percorribili per ottenere l’indipendenza. Se servirà dialogheremo anche con gli organismi internazionali per riuscire nel nostro intento.
A proposito, uno dei vostri portavoce, Adriano Biason, ha detto che in caso di vittoria dei “si” dopo il referendum avreste contattato l’Onu per approfondire gli aspetti giuridici per ottenere l’indipendenza. La vittoria dei “si” effettivamente c'è stata ma ha votato solo una minima parte degli aventi diritto. Nonostante questo risultato proverete a contattare l’Onu o rimanderete ad un’altra occasione?
Lo faremo. Contatteremo gli organismi internazionali visto che una delle norme del diritto internazionale prevede il “principio dell’autodeterminazione dei popoli”. Questa norma potrà essere uno strumento che ci consentirà di arrivare all’indipendenza.
La Lega Nord ha sostenuto pubblicamente questo referendum. Che rapporti avete con questo partito? Lo sostenete politicamente?
Noi siamo una cosa assolutamente diversa dalla Lega Nord, ci ha fatto piacere che abbiano sostenuto pubblicamente questo referendum ma noi rimaniamo un’associazione e loro un partito.
Noi politicamente non appoggiamo la Lega Nord, hanno obiettivi diversi dai nostri, i nostri iscritti hanno comunque la libertà di farlo a titolo personale.
Vi candiderete alle elezioni amministrative con un vostro nome e simbolo?
A noi non interessano né poltrone né incarichi. Credo sia molto più utile lavorare su un piano diverso da quello politico per raggiungere i nostri obiettivi. Entrare nelle istituzioni implicherebbe un compromesso che ci allontanerebbe dall’indipendenza.
Vi state organizzando anche sul territorio?
Si, si sono costituiti i primi circoli in molti comuni friulani. Faremo diverse attività per sensibilizzare le persone sul tema dell’indipendenza e per promuovere il lavoro che faremo in parlamento, così da dare vita a un contatto diretto con i cittadini.
Le persone impegnate per l’indipendenza del Friuli sono attualmente 1130 e stiamo lavorando affinché aumentino ancora.
Sciopero contro Jobs Act e Buona Scuola. Coinvolte categorie pubbliche e private
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- Pubblicato Venerdì, 14 Novembre 2014 10:53
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - È in corso anche in Friuli Venezia Giulia il 14 novembre lo sciopero generale delle categorie pubbliche e private proclamato dai sindacati COBAS, CUB, ADL-COBAS, USI-AIT, SLAI e COBAS per l'intera giornata e per ciascun turno di lavoro. Dalle ore 10.00 e per sole quattro ore, ha luogo lo sciopero proclamato dall'USB.
Lo sciopero generale coinvolge anche il personale di Trenitalia da mezzanotte alle 21 di venerdì 14 novembre. Per i treni regionali, comunica Trenitalia, saranno garantiti i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 18.00 alle ore 21.00.
Allo sciopero si aggiungono le agitazioni dei lavoratori del comparto aereo, aeroportuale e indotto degli aeroporti, degli assistenti di volo Easyjet ( A.P. Avia), del personale del gruppo Alitalia-Cai (OO.SS. Uil e Anpav) e del personale della società Tecno Sky (O.S. Fiom-Cgil).
Garantita la regolare effettuazione di tutti i voli nelle fasce orarie 7-10 e 18-21, nonché dei voli internazionali in arrivo entro mezz’ora dalla scadenza delle predette fasce.
Lo sciopero riguarda tutto il personale docente, educativo e ausiliario del comparto scuola di ogni ordine e grado. Non è assicurato il regolare svolgimento delle lezioni. Scendono in piazza anche gli studenti.
Opposizione su tutta la linea contro l'azione di governo. Lo sciopero "sociale" è indetto per protesta sulla politica economica e sulla riforma dell'istruzione del premier Renzi: i manifestanti contestano il Jobs Act, la Buona Scuola, l'austerità e le privatizzazioni.
Cortei si svolgono a Roma e Milano.
Autonomie locali approvano il disegno di legge finanziaria. Assegnati agli Enti 405 milioni
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- Pubblicato Giovedì, 13 Novembre 2014 17:51
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Il Consiglio delle autonomie locali del Friuli Venezia Giulia ha approvato nella riunione svoltasi giovedì 13 novembre a Udine lo schema di disegno di legge finanziaria della Regione per il 2015, riguardante i trasferimenti finanziari agli Enti locali.
L'intesa è stata assicurata dal voto favorevole, all'unanimità, di tutti i componenti del CAL presenti alla seduta (18 su 23).
Il Consiglio rappresenta in modo omogeneo gli enti territoriali della regione: oltre ai 4 Comuni capoluogo ed alle 4 Province (membri di diritto) è data voce anche a 15 Comuni non capoluogo, di cui una parte montani (membri elettivi), designati da apposite Conferenze dei Sindaci.
I 15 Comuni non capoluogo che siedono in consiglio sono Medea, Monfalcone, Maniago, Montereale Valcellina, Cordenons, Prata di Pordenone, Roveredo in Piano, Muggia, Artegna, Sauris, Tarvisio, Artegna, Cervignano del Friuli, Cividale del Friuli, Ragogna, Santa Maria La Longa.
Come è stato rimarcato, grazie alla stipula del protocollo Stato/Regioni, l'Amministrazione è ora in grado di stabilire alcune regole più certe sulla programmazione dal 2015 al 2017, per quanto riguarda i trasferimenti di risorse.
Come ha avuto occasione di ribadire l'assessore regionale alle Finanze, Francesco Peroni, nei prossimi mesi saranno incrementate le occasioni di dialogo tra l'Amministrazione regionale e le Autonomie locali.
Peroni ha poi rassicurato i rappresentanti degli Enti locali rispetto all'impostazione della manovra di bilancio per il 2015. Infatti, come è stato specificato, le assegnazioni previste sulla base dei parametri percentuali già stabiliti, i cosiddetti "decimini", ammonteranno a 366 milioni di euro. Le assegnazioni straordinarie a 25 milioni.
Quindi, le compartecipazioni complessive da assegnare ammonteranno a 391 milioni di euro, somma alla quale si aggiungeranno altri 13 milioni di euro di fondi del bilancio regionale, per un importo complessivo della manovra di 405 milioni di euro, in linea con la disponibilità iniziale del 2014.
Anche nel 2015 la Regione cederà alle Autonomie spazi finanziari pari al 30 per cento dell'obiettivo posto agli enti locali del Friuli Venezia Giulia, con l'obiettivo di ridurre l'impatto del patto di stabilità.
"Il consenso odierno da parte del sistema delle Autonomie ai trasferimenti - ha commentato l'assessore Peroni - non era per nulla scontato in un momento interessato dalla riforma, e certifica l'apprezzamento degli Enti locali rispetto alle disposizioni volte al coordinamento della finanza locale, e a consentire al sistema di interpretare i bisogni del momento e dare risposte adeguate ai cittadini, potendo amministrare con maggior certezza e programmazione".
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