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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Friuli indipendente, sì grazie? Intervista ad una parlamentare del “Parlamento Friulano”

Friuli indipendente, sì grazie? Intervista ad una parlamentare del “Parlamento Friulano”

Udine - Gli indipendentisti di tutto il mondo si stanno moltiplicando: spinte dal vento della crisi economica sempre più persone si sentono abbandonate dallo stato centrale e cercano risposte nell’indipendentismo.

Secondo un sondaggio pubblicato pochi giorni fa dall’istituto di ricerca Demos, un italiano su tre è è favorevole all’indipendenza della sua regione dall’Italia. Un dato ancora più significativo se si considera che in alcune regioni del Nord Italia la percentuale di chi sarebbe favorevole all’indipendenza arriva a superare il 50% degli intervistati.

Proprio in questi mesi hanno avuto moltissimo risalto mediatico i referendum per l’indipendenza scozzese, catalana e veneta. Pochi però sanno che anche in Friuli c'è stato un referendum indipendentista. Un referendum online promosso da due associazioni, la “Res pubbliche furlane” e il “Parlamento Furlan”.

Le due associazioni hanno chiamato al voto tutti i cittadini compresi nell’area friulana (Pordenone, Udine, Gorizia), escludendo dal voto i cittadini residenti nell’area della Venezia Giulia (Trieste). Visto che quest’ultima, secondo i promotori del referendum, proviene da una storia non compatibile con quella friulana.

Chi ha voluto votare si è dovuto registrare al sito www.plebiscitofriulano.eu. La registrazione dava luogo all’acquisizione di un codice identificativo che permetteva l’accesso all’area di voto. Un procedimento che si è rivelato complicato viste le severe procedure di identificazione, servite a rendere il voto il più trasparente possibile.

Le votazioni si sono svolte in tutto il mese di ottobre, vedendo la partecipazione di 6707 persone. L’85,9% dei votanti ha detto sì all’indipendenza, l’8,8% ha detto no e il 5,9% si è astenuto.
Un flop, visto che ha votato solo l’1% degli aventi diritto, un dato che però non scoraggia minimamente i promotori del referendum, che si dicono contenti di aver fatto il primo passo verso l’indipendenza friulana.

Il referendum online è servito anche ad eleggere 11 membri di un neonato parlamento friulano. Secondo statuto i componenti di questo parlamento sarebbero dovuti essere 72 ma a candidarsi sono state solo 11 persone.

Per capire meglio cosa sia successo abbiamo intervistato la seconda eletta più votata a questo nuovo parlamento, Sabrina Maria Pivetta.

Perché chiedete l’indipendenza del Friuli?
Il Friuli ha una storia secolare che non ha nulla a che fare con l’Italia, ha una diversa identità e diverse tradizioni.

A dimostrarlo sono la sua storia e le sue caratteristiche. Il Friuli è stato indipendente per centinaia di anni, basti pensare che è stato uno dei primi stati europei ad instaurare un parlamento rappresentativo nel lontano 1200.

Ha una sua lingua, il friulano, che qualsiasi esperto in materia riconoscerebbe non essere solo un dialetto. Nella stessa Udine il friulano è riconosciuto come una lingua ufficiale, gli atti amministrativi vengono obbligatoriamente tradotti dall’italiano al friulano.  

L’Italia è una nazione costruita artificialmente, non ha senso una unione tra popoli così diversi. Quello che chiediamo è che venga riconosciuta questa realtà.

Crede che la crisi economica abbia influenzato questo sentimento? Quindi che l’indipendentismo sia una reazione a dei problemi più che un vero sentimento identitario?
Non ci sono stretti legami tra la crisi economica e l’indipendentismo. La voglia di indipendenza dei friulani dal resto d’Italia è precedente a questo avvenimento. La crisi può in qualche maniera aver spinto qualche persona in più ad avvicinarsi all’indipendentismo ma non è stato assolutamente un fattore determinante.  

Quali sono le sue considerazioni dopo il flop del referendum online?
Non è stato un flop. Questo referendum è stato un ottimo punto di partenza. Bisogna considerare anche i vari fattori che hanno giocato contro.

Le associazioni che hanno promosso questo referendum sono nate solo nell’aprile del 2014, questo significa che non abbiamo avuto moltissimo tempo per un’organizzazione ottimale.

In più le modalità per partecipare alla consultazione non erano semplicissime: per garantire la massima trasparenza chi voleva votare doveva lasciare molti dati personali. Normale quindi che molte persone, soprattutto le più anziane, non abbiano avuto una concreta possibilità di partecipare.

Da considerare anche che siamo totalmente autofinanziati, il che significa che non abbiamo avuto la disponibilità di pubblicizzare a livello mediatico il referendum.

Comunque nei prossimi anni proveremo a riproporre nuovi referendum per l’indipendenza del Friuli.

Quando si riunirà il parlamento Friulano? E cosa potrà fare concretamente ora che è stato eletto?
Il parlamento si riunirà per la prima volta il primo dicembre, si dividerà in commissioni aperte a tutti i cittadini che avranno il compito di elaborare proposte e programmi. Il parlamento avrà anche l’obiettivo di cercare strade concretamente percorribili per ottenere l’indipendenza. Se servirà dialogheremo anche con gli organismi internazionali per riuscire nel nostro intento.

A proposito, uno dei vostri portavoce, Adriano Biason, ha detto che in caso di vittoria dei “si” dopo il referendum avreste contattato l’Onu per approfondire gli aspetti giuridici per ottenere l’indipendenza. La vittoria dei “si” effettivamente c'è stata ma ha votato solo una minima parte degli aventi diritto. Nonostante questo risultato proverete a contattare l’Onu o rimanderete ad un’altra occasione?
Lo faremo. Contatteremo gli organismi internazionali visto che una delle norme del diritto internazionale prevede il “principio dell’autodeterminazione dei popoli”. Questa norma potrà essere uno strumento che ci consentirà di arrivare all’indipendenza.
 
La Lega Nord ha sostenuto pubblicamente questo referendum. Che rapporti avete con questo partito? Lo sostenete politicamente?
Noi siamo una cosa assolutamente diversa dalla Lega Nord, ci ha fatto piacere che abbiano sostenuto pubblicamente questo referendum ma noi rimaniamo un’associazione e loro un partito.

Noi politicamente non appoggiamo la Lega Nord, hanno obiettivi diversi dai nostri, i nostri iscritti hanno comunque la libertà di farlo a titolo personale.

Vi candiderete alle elezioni amministrative con un vostro nome e simbolo?
A noi non interessano né poltrone né incarichi. Credo sia molto più utile lavorare su un piano diverso da quello politico per raggiungere i nostri obiettivi. Entrare nelle istituzioni implicherebbe un compromesso che ci allontanerebbe dall’indipendenza.

Vi state organizzando anche sul territorio?
Si, si sono costituiti i primi circoli in molti comuni friulani. Faremo diverse attività per sensibilizzare le persone sul tema dell’indipendenza e per promuovere il lavoro che faremo in parlamento, così da dare vita a un contatto diretto con i cittadini.

Le persone impegnate per l’indipendenza del Friuli sono attualmente 1130 e stiamo lavorando affinché aumentino ancora.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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