Marco Cavallo parte da Trieste per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Le foto
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- Pubblicato Martedì, 12 Novembre 2013 17:13
- Scritto da Tiziana Melloni
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Trieste - Negli Ospedali psichiatrici giudiziari oggi in Italia sono rinchiuse 1.500 persone. L'Ospedale psichiatrico giudiziario viene considerato da molti psichiatri e specialisti un istituto "inaccettabile per la sua natura, per il suo mandato, per la incongrua legislazione che lo sostiene, per le sue modalità di funzionamento, le sue regole organizzative, la sua gestione".
Si è quindi costituito un gruppo di associazioni e realtà del volontariato sociale, che ha formato il Comitato StopOPG, con l'intento di trovare una soluzione a tale realtà, considerata irrispettosa della Costituzione.
Ora, per sollecitare i cittadini, le istituzioni e gli stessi internati negli OPG, Marco Cavallo, il grande cavallo azzurro di cartapesta (alto quasi 4 metri), che nel 1973 a Trieste ruppe i muri del manicomio di San Giovanni dando il via all'inarrestabile processo di cambiamento e alla Legge 180, si mette in viaggio per chiedere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, dire no ai mini OPG o manicomi regionali e chiedere l'apertura di Centri di Salute Mentale h24.
Il viaggio è partito da Trieste martedì 12 novembre e attraverserà 16 città italiane, 10 regioni, con una tappa anche a Roma in Parlamento e al Senato. Marco Cavallo ha iniziato il suo itinerario davanti al Teatro Verdi di Trieste, con una "performance" che ha coinvolto cittadini e studenti (di seguito la galleria fotografica).
Erano presenti alla partenza, oltre al dr.Peppe Dall'Acqua, che ha diretto fino a un anno fa il Dipartimento di salute mentale triestino, la Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, l'assessore regionale Francesco Peroni, l'assessore comunale Antonella Grim e Michele Zanetti, che fu presidente della Provincia nel periodo 1971-1976 e che promosse le riforme di Franco Basaglia.
La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha consegnato un messaggio a Marco Cavallo; messaggio che verrà poi portato a tutti i Presidente delle Regioni attraversate dal viaggio.
L'iniziativa è promossa da StopOPG e da Edizioni alphabeta Verlag con la sua Collana 180 - Archivio critico della salute mentale. In collaborazione con Regione Autonoma FVG, Provincia di Trieste, Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, Comune di Muggia, Porto Livorno 2000. Con il contributo Siae e il patrocinio dell'Acri - Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa.
Al movimento StopOPG aderiscono:
Forum Salute Mentale
Forum per il diritto alla Salute in Carcere
CGIL nazionale
FP CGIL nazionale
Antigone
Centro Basaglia (AR)
Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo F.Basaglia
Coordinamento Garanti territoriali diritti dei detenuti
Fondazione Franco e Franca Basaglia
Forum Droghe
Psichiatria Democratica
Società della Ragione
UNASAM
Associazione “A buon diritto”
SOS Sanità
Cittadinanzattiva
Gruppo Abele
Gruppo Solidarietà
CNCA Coord. Naz. Comunità
Fondazione Zancan
Conferenza Naz. Volontariato Giustizia
ITACA Italia
CNND Coord. Naz. nuove droghe
ARCI
AUSER
Cooperativa con-tatto di Venezia
Circolo ARCI "Città Futura" di Barcellona Pozzo di Gotto
Associazione "Casa" di Barcellona Pozzo di Gotto
Conferenza dei Garanti regionali per i diritti dei detenuti
Conferenza regionale volontariato giustizia dell'EmiliaRomagna
Ristretti Orizzonti
Airsam
180amici
Legacoopsociali
Edizioni alphabeta Verlag
De Monte, il medico che accompagnò Eluana Englaro nel suo ultimo viaggio, deposita le sue volontà
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- Categoria: Uomini e diritti
- Pubblicato Lunedì, 11 Novembre 2013 17:05
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Udine - Il medico che accompagnò Eluana Englaro nel suo ultimo viaggio ha consegnato le proprie volontà nelle mani del presidente dell’ordine provinciale dei notai, Giancarlo Suitner.
“Ringrazio ancora una volta l’ordine dei notai per aver dato la sua piena disponibilità ad assistere i cittadini nel raccogliere le proprie volontà dei trattamenti di natura medica. Il Comune di Udine ha reso infatti possibile il dialogo tra cittadini e professionisti. Ora il passo necessario è quello di disciplinare con una legge i diritti delle persone di fronte alle cure”.
Con queste parole il sindaco di Udine, Furio Honsell, ha accolto oggi, 11 novembre in Comune, il dottor Amato De Monte, il medico a capo dell’équipe che accompagnò nel suo ultimo viaggio Eluana Englaro, arrivato a palazzo D’Aronco per depositare le sue dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica.
“Quando il dottor De Monte varca la soglia di questo Comune – prosegue Honsell – è un momento profondamente significativo perché De Monte rappresenta un eroe civile che ha saputo farsi carico dei diritti di giustizia di tutti i cittadini. Per fugare qualsiasi strumentalizzazione – spiega –, qui non si parla di eutanasia, ma come recitano le varie sentenze dei tribunali che si sono espresse in merito al caso di Eluana, si tratta di diritti sanciti dalla nostra Costituzione”.
Il servizio, avviato il 7 novembre del 2011 e frutto della collaborazione tra Comune di Udine e Consiglio notarile dei Distretti riuniti di Udine e Tolmezzo, prevede per i cittadini, lo ricordiamo, la possibilità di depositare, davanti ad un notaio, le proprie volontà rispetto alle cure sanitarie anche in caso di perdita della capacità di intendere e volere.
“Si continua a insinuare strumentalmente il dubbio – dichiara il dottor De Monte – che le dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica presuppongano necessariamente una richiesta di sospensione delle cure, mentre invece possono andare anche in senso opposto. Inoltre bisogna sottolineare che avere a disposizione una dichiarazione di questo tipo aiuta molto il medico e gli operatori sanitari che devono tutelare il paziente. La possibilità di esprimere la propria volontà anticipata – prosegue – risponde a un diritto sancito dalla nostra Costituzione. In questo periodo – annuncia ancora – stiamo raccogliendo le firme per una petizione con la quale chiederemo alla Regione di inserire sul tesserino sanitario le dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti sanitari. Siamo già arrivati a quota 3 mila e – conclude – contiamo di raggiungere a breve le 5 mila firme per consegnarle alla Regione”.
Sul senso e sull’importanza del registro si è espresso anche l’assessore comunale alla Cultura, Federico Pirone, che proprio su questo tema si è battuto come consigliere comunale all’epoca dell’istituzione del servizio. “Che sia per uno solo o per centomila, il grande passo avanti per una città è continuare a poter garantire e tutelare i diritti dei suoi cittadini – commenta Pirone –. Raccogliere le volontà delle persone, infatti, vuol dire dare valore alla libertà di scegliere, non al tipo di scelta praticata dal cittadino verso la quale non entriamo nel merito: siamo orgogliosi perché consapevoli, come amministrazione comunale, di aver contribuito alla crescita delle libertà individuali nel rispetto dei doveri verso se stessi e verso gli altri. Oggi – conclude – non siamo qui per fare bilanci, perché il valore della libertà non si misura mai dal numero di sottoscrittori. Quello che vogliamo, invece, è ribadire come per noi sia fondamentale che a Udine siano sempre rispettati i diritti e promossi i doveri dei cittadini, nell’uguaglianza delle espressioni e degli orientamenti”.
Dal 7 novembre 2011, giorno della sua istituzione, hanno deciso fino ad oggi di depositare presso il Comune di Udine le loro dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica oltre 250 le persone di tutte le età. Senza contare le oltre 500 che hanno manifestato il proprio volere nelle numerose occasioni create dall’associazione “Per Eluana”, dall’associazione “Luca Coscioni” o dalla Chiesa evangelica metodista prima ancora che in Comune fosse istituito il registro.
“Siamo molto soddisfatti – interviene il presidente del Consiglio provinciale notarile, Giancarlo Suitner – di servire la comunità garantendo un servizio che fa parte dei compiti del notaio, quello della documentazione. Siamo qui per tutelare i diritti individuali dei cittadini con un limite invalicabile, che è quello del rispetto della legge”.
Presente alla firma anche l’assessore comunale alla Salute ed Equità sociale, Simona Liguori. “Come assessorato alla Salute – tiene a precisare – vigileremo affinché i nostri ammalati ricevano livelli omogenei di cure palliative, l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata, sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici. In questo contesto – prosegue – rientrano la terapia del dolore, dei sintomi, l’accompagnamento psicologico e spirituale. Inoltre vigileremo affinché il cittadino si senta accolto nella manifestazione delle proprie volontà per le cure di fine vita, nell’ottica di rafforzare l’alleanza terapeutica tra ammalato ed equipe di cura”.
Tutte le dichiarazioni si raccolgono nella Sala del Gonfalone di Palazzo D’Aronco due lunedì al mese, dalle 10 alle 12, previa prenotazione telefonica alla Segreteria generale del Comune (tel. 0432-271635) aperta tutte le mattine dalle 9 alle 12.30 (lunedì, martedì e giovedì anche il pomeriggio, dalle 15 alle 17). Nel caso in cui si intenda nominare un fiduciario, all’appuntamento bisognerà garantire la presenza anche della persona da indicare come tale. Le volontà del dichiarante saranno ricevute secondo le linee guida di un modulo predisposto di comune accordo tra l’amministrazione comunale e il Consiglio Notarile. Le dichiarazioni, che potranno essere modificate o ritirate, saranno conservate dal Consiglio Notarile e all’interessato verrà consegnata apposita ricevuta e, a sua richiesta, un’ulteriore originale della dichiarazione.
"A scuola di libertà": gli studenti incontrano il mondo del carcere. Iniziative in Friuli Venezia Giulia
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- Pubblicato Lunedì, 11 Novembre 2013 11:04
- Scritto da Corinna Opara
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Gorizia - Conoscere per capire, ma soprattutto imparare che la realtà è ben più complessa di quel che appare, e che non sempre abbiamo la verità in tasca. "A scuola di libertà", la giornata nazionale dove la scuola incontra il mondo del carcere, serve a questo. E tra i protagonisti dell'edizione 2013, prevista per il 15 novembre, ci sono anche alcuni giovani di Udine e Gorizia.
Promossa dalla Conferenza nazionale del volontariato di giustizia, alla quale aderiscono 8 associazioni (tra cui Antigone, Comunità Papa Giovanni Paolo XXIII, Libera, Arci e Caritas Italiana) e 19 Conferenze Regionali, in rappresentanza di circa 8 mila volontari, la Giornata si propone di creare delle occasioni di confronto in cui ex detenuti o detenuti in permesso raccontano la propria esperienza ai giovani di oggi, mettendosi a disposizione anche per rispondere alle eventuali domande e curiosità a loro rivolte.
"È importante - si legge nella presentazione del progetto - che i ragazzi capiscano che l’esperienza del carcere riguarda persone con percorsi di vita spesso del tutto simili ai loro, ma che ad un certo punto hanno deragliato, senza che fossero in grado di chiedere aiuto o di pensarci prima".
"Attraverso le loro testimonianze, gli studenti sono invitati a pensare ai possibili comportamenti loro o dei loro amici che li espongono a rischi, come l’uso di sostanze o la guida in stato di ebbrezza. Si tratta di un allenamento “a pensarci prima” attraverso il confronto con chi è finito in carcere per non averlo saputo fare".
Ma non solo: dall'altra parte infatti, a loro volta ai detenuti viene offerta l'occasione di "confrontarsi con il mondo dove dovranno gradualmente ritornare, e a volte anche con chi è stato vittima di reati simili a quelli commessi da loro, e questo li costringe a riflettere fino in fondo sulle proprie responsabilità".
A rispondere all'appello nazionale, che quest'anno vede coinvolte tredici regioni e una sessantina di associazioni, anche tre province del Friuli Venezia Giulia: a Gorizia, ad esempio, la Comunità di recupero e inserimento sociale Arcobaleno incontrerà due classi del polo liceale di lingua slovena, una di indirizzo classico e una scientifico, per un totale di 80 studenti.
"Nel nostro caso i giovani non incontreranno i detenuti - spiega don Alberto Denadai, della Comunità -, ma avranno l'opportunità di incontrare il cappellano e un'assistente sociale del carcere attualmente in pensione ma che continua ad operarvi all'interno in qualità di volontaria e un avvocato. Descriveremo la vita carceraria e quanto facilmente spesso può accadere di finire dall'altra parte per un nonnulla".
Niente detenuti nemmeno per quel che riguarda circa 60 studenti delle classi prima, seconda e terza professionale a Udine. "È la prima volta che facciamo una cosa simile con gli studenti - spiega Maurizio Battistutta dell'associazione di volontariato penitenziario Icaro che coordina l'iniziativa nell'udinese -. Il progetto è realizzato in collaborazione con alcuni insegnanti della materia storico-sociale, ed è partito qualche settimana fa con alcuni appuntamenti per introdurre i giovani all'argomento".
"Non incontreremo i detenuti perché alcuni studenti sono ancora minori, ma non escludiamo la possibilità di farlo in futuro, soprattutto in base all'interesse e alle reazioni dei partecipanti".
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