Diritti delle persone private della libertà personale: i garanti chiedono maggiori tutele
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- Categoria: Uomini e diritti
- Pubblicato Mercoledì, 18 Settembre 2013 16:11
- Scritto da Giorgio Pilastro
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Gorizia - Con la nomina nello scorso giugno di don Alberto Denadai per la Provincia di Gorizia, sono attualmente tre nella Regione i “Garanti per i diritti delle persone private della libertà personale”. Assieme a don Denadai, questo incarico è ricoperto dalla dott.ssa Rosanna Palci per il Comune di Trieste e dal dott. Maurizio Battistutta per il Comune di Udine.
La figura del Garante, come si legge nel primo articolo del regolamento relativo alla Provincia di Gorizia, “[…] definisce e propone interventi ed azioni finalizzate a promuovere il reale rispetto dei diritti fondamentali delle persone sottoposte a detenzione ovvero a misure limitative nella libertà personale”.
I tre Garanti si sono recentemente incontrati per fare il punto sulla situazione carceraria regionale. Preso atto della drammaticità del sovraffollamento di tutte le sedi e della cronica carenza di personale, hanno voluto evidenziare la problematica che attualmente - a loro avviso - esprime la maggiore criticità: l’area sanitaria, nella quale mancano “risorse, beni strumentali, personale e coordinamento col territorio”.
Secondo i Garanti, chi opera nelle carceri quotidianamente sta offrendo “il massimo di sé in condizioni precarie e molto spesso in mancanza di condizioni minime per poter offrire un servizio professionalmente adeguato”. Carenze che ricadono sulle persone detenute.
In questo senso hanno ribadito che non è più dilazionabile il passaggio della medicina penitenziaria al Sistema Sanitario Regionale (attualmente è di competenza del Ministero di Giustizia). Un passaggio, tra l’altro, previsto da una Legge del 2008: la nostra Regione è la sola che sinora non ha dato seguito a questo obbligo legislativo.
Hanno, pertanto, chiesto ed ottenuto un incontro urgente con il Presidente della Commissione Regionale Tutela Salute, dott. Franco Rotelli. Alla riunione ha presenziato anche l’Assessore regionale della Salute, dr.ssa Maria Sandra Telesca la quale ha comunicato che il lavoro propedeutico al passaggio delle competenze sanitarie carcerarie alla Regione è stato ultimato e la conclusione dell’iter organizzativo dovrebbe essere completata nei primi mesi del prossimo anno.
L’incontro – come riferito dai Garanti - è stato, inoltre, l’occasione per indicare all’assessore alcuni possibili interventi da parte delle strutture regionali in tema di esigenze carcerarie. In particolare, è stato chiesto un incremento delle borse di formazione-lavoro per impostare dei programmi di misure alternative alla pena (non sempre praticabili per mancanza di lavoro e di opportunità risocializzanti). E’ stata segnalata la possibilità di riaprire una casa di accoglienza nell’Isontino per detenuti in attesa di giudizio o per pene molto miti (struttura attualmente chiusa perché richiede dei lavori di adeguamento).
In tema di tutele e coordinamento delle attività di sostegno ai detenuti sono state rilanciate due proposte: l’istituzione di un Garante dei detenuti regionale che conosca il contesto penitenziario e faccia da trait d’union per tutte le strutture penitenziarie e l’insediamento della Commissione Regionale Devianza e Disadattamento per monitorare le esigenze del territorio.
Infine, è stato toccato un tema particolarmente sensibile, segnalando l’esigenza di evitare, ove possibile, la detenzione a madri con figli di età inferiore ai tre anni (attualmente vengono trasferite a Venezia, unica struttura abilitata nel Triveneto) attraverso convenzioni con enti o associazioni idonei ad accogliere le detenute in strutture alternative al carcere.
Giorgio Pilastro
(Conferenza Regionale Volontariato Giustizia)