Prevenire è meglio che curare: la “Voce nel silenzio” affronta il tema delle dipendenze
- Dettagli
- Categoria: Uomini e diritti
- Pubblicato Domenica, 06 Ottobre 2013 14:44
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
- Visite: 1330
Udine - La “Voce nel silenzio” è un giornale che viene realizzato con la collaborazione delle persone detenute della Casa Circondariale di Udine e l’Associazione Icaro, che si propone il sostegno alle persone detenute in collaborazione con i servizi sociali, la promozione di convegni sul reinserimento sociale delle persone detenute e l'attenzione alle vittime del reato e ai temi della legalità. Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota che ci giunge dalla “Voce nel silenzio”.
Nella nostra “redazione ristretta”, composta tutta da dilettanti del giornalismo, molti sono gli argomenti che affrontiamo, molti anche gli “sfoghi” che non sempre rispettano le due regole fondamentali della nostra redazione: evitare i vittimismi ed i paternalismi possibilmente consapevoli delle proprie responsabilità; evitare di affrontare situazioni personali per tutelare le vicende giudiziarie di ciascuno.
Non sempre riusciamo a rispettare queste due regole ed inevitabilmente si parla del carcere, del proprio vissuto, delle misure alternative, delle aspettative di libertà alla luce della pena da espiare, delle speranze per i possibili provvedimenti clemenziali… Le storie personali che affiorano molto spesso ci aiutano a scrivere la riflessione che poi intendiamo spedire al giornale.
Solitamente ci si confronta su un determinato argomento, su una storia, in modo libero, a volte anche “conflittuale”, e quindi un componente della redazione si incarica di scrivere una bozza che viene analizzata e corretta collegialmente.
A questo proposito non sono poche le perplessità di come rivolgersi ai lettori del giornale, all’opinione pubblica, per temi non poco delicati e che a fatica tengono assieme “ragione ed emozione” in quanto investono storie personali, condannati e vittime.
Uno dei temi su cui recentemente ci siamo confrontati nel nostro venerdì redazionale, è stato quello della differenza tra l’alcol e le cosiddette “droghe”, alla luce di un reato commesso da un componente della nostra redazione in stato di ebbrezza alcolica.
La differenza, peraltro scontata, tra la bevanda alcolica e la sostanza stupefacente è l’uso legale della prima e quello illegale della seconda, ritenendo che quest’ultima sia fortemente nociva alla salute.
Siamo invece ormai consapevoli che il fumo, l’alcol sono alquanto lesivi per la nostra salute, magari nel lungo periodo, eppure questi “dolori” li possiamo acquistare sotto casa.
Molte patologie, è inutile ricordarlo, sono correlate all’uso e all’abuso di queste sostanze anche se quest’ultime rimangono spesso in secondo piano come causa della patologia.
Tra l’altro, entrambe, possono essere causa di comportamenti illegali che avvengono nella condizione di “incapacità di intendere e di volere”, o semplicemente per scarsa lucidità. Si pensi ai molti incidenti stradali, agli infortuni sul lavoro, ai litigi che sfociano poi in risse, in atti, a volte, non consapevoli.
Si tratta di riprendere una riflessione profonda sulla prevenzione, soprattutto primaria, e rivolta alle nuove generazioni, per evitare l’abuso delle sostanze, senza dimenticare quella secondaria e terziaria, ovvero la cura e la riabilitazione in caso di dipendenza.
Anche in questo istituto, ad esempio, è presente un Club di alcolisti in trattamento che, oltre alla sua attività settimanale, promuove ogni anno un interclub all’interno dell’istituto, quest’anno vedrà anche la partecipazione dei familiari. Si pensi poi ai percorsi avviati, nella logica della giustizia riparativa, dei lavori di pubblica utilità in sostituzione delle sanzioni pecuniarie comminate per guida in stato di ebbrezza.
Certamente è auspicabile che la cura e la riabilitazione possano essere limitati con strategie preventive diffuse, riprendendo quel moto sintetico ma alquanto efficace: “Meglio prevenire che curare!”. Forse anche gli istituti penitenziari sarebbero meno sovraffollati… ed il ricorso al carcere sarebbe limitato a situazioni estreme. La società tutta ne guadagnerebbe!
La Redazione della Voce nel silenzio
(Conferenza Regionale Volontariato Giustizia - FVG)