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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

A Trieste sarà Vladimir Luxuria a guidare la protesta contro Putin in favore dei diritti gay in Russia

Sarà Vladimir Luxuria a guidare la protesta contro Putin in favore dei diritti gay in Russia

Trieste - Vladimir contro Vladimir. Sarà Vladimir Luxuria , attrice, conduttrice televisiva, scrittrice ed ex deputata di Rifondazione Comunista a guidare martedì 26 novembre in piazza Ponterosso la manifestazione LGLBT organizzata per protestare contro le leggi omofobe varate dal Governo di Vladimir Putin, a Trieste per il vertice bilaterale Italia-Russia con il premier Enrico Letta. L’appuntamento è fissato per le ore 11, intorno alla fontana tra piazza S.Antonio e il canale di Ponterosso.

La protesta è promossa da diverse associazioni a sostegno dei diritti civili, non solo di omosessuali, bisessuali e transgender: Arcigay Arcilesbica “Arcobaleno” Trieste e Gorizia, Associazione Radicale Certi Diritti, ArciLesbica Udine, Associazione Universitaria Iris, Unione atei e agnostici razionalisti – UAAR Trieste e con il fondamentale contributo di Antonio Parisi, direttore artistico delle serate lgbt triestine, “Jotassassina”.

Molte, fino ad ora, le adesioni ufficiali alla manifestazione. Non hanno voluto far mancare il loro appoggio, garantendo anche la propria presenza a Trieste martedì attraverso i propri rappresentanti, Arcigay Nazionale, Famiglie Arcobaleno Nazionale, Agedo Nazionale, Uaar Nazionale, Casa Internazionale delle Donne – CID, Agedo FVG, Unione degli Studenti FVG, Sinistra, Anticapitalista Fvg, Cobas Trieste, Lista di Sinistra, Collettivo Intifada – Sempre in Lotta Trieste, Movimento Ross@, Sinistra Ecologia e Libertà, Arcigay Reggio Emilia, Arcigay Chieti, Acquolina Trieste, ArciTrieste, ArciLesbica Trento, Circolo L’altra Venere, 15 giugno – Arcigay Vicenza, Antéros LGBTI Padova, Arci Casa dello Studente, Movimento 5 Stelle Fvg con la partecipazione della consigliera regionale Eleonora Frattolin.

I manifestanti metteranno in atto la loro protesta sotto un’enorme bandiera arcobaleno grande 100 metri quadri che sventolerà sulle arie del “Lago dei Cigni”, in onore di due grandi figure dell’omosessualità russa: il compositore Čajkovskij e il ballerino Rudolf Nureyev.

“Tutti conoscono Putin – spiega il presidente di Arcigay Trieste e Gorizia, Andrea Tamaro –. Forse non tutti sanno che in Russia, soprattutto grazie a Putin e alla Chiesa ortodossa, ci sono ora delle leggi lesive della dignità umana. Due ragazze, due ragazzi non possono nemmeno tenersi per mano perché vige il subdolo divieto di ‘propaganda omosessuale’. Questa legge – prosegue –  è ormai presente da mesi in Russia, devo si registra un’enorme crescita delle violenze ai danni di omosessuali. Nel silenzio delle istituzioni”.

“Una legge – racconta Clara Comelli dell’Associazione Radicale Certi Diritti – che rischia di soffiare sul fuoco della discriminazione anche fuori dai confini russi, portando un vento di intolleranza in tutto l’est Europa, dove in Serbia è stato vietato il Pride nazionale per motivi di sicurezza, in Croazia (paese entrato nell’UE proprio quest’anno), si tenta di frenare il cammino verso i diritti delle persone lgbt con un referendum che modifichi la Costituzione a loro sfavore; e addirittura in Ungheria, paese dell’Unione Europea già dal 2004, si inseriscono elementi omofobi fin all’interno della Costituzione.”

10 dicembre, Giornata Mondiale dei Diritti Umani: una ricorrenza fondamentale per tutti i popoli

10 dicembre, Giornata Mondiale dei Diritti Umani: una ricorrenza fondamentale per tutti i popoli

Trieste - La Giornata Mondiale dei Diritti Umani si celebra in tutto il mondo il 10 dicembre di tutti gli anni. La data è stata scelta per ricordare il giorno della proclamazione da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Correva l’anno 1948 e i rappresentanti dell’umanità riuniti all’Onu trovarono finalmente una prodigiosa sintesi per scrivere assieme, dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale, la famosa Dichiarazione dei diritti dell’uomo, di cui quest’anno ricorre il 65° anniversario.

Un documento spartiacque tra il disordine arbitrario precedente e l’idea di un’ altro modo di abitare la terra. Dopo quella Dichiarazione il mondo ha fatto passi da gigante nella difesa della comune umanità, passi ancora però  largamente insufficienti per affermare che la Dichiarazione sia davvero rispettata ovunque, basti pensare alla recente tragedia di Lampedusa.

Eppure ormai il mondo, grazie a quelle definizioni, appare diversamente orientato  e in modo non reversibile. L’articolo 1 afferma che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

L’articolo 2 poi completa: "Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione".

L’articolo 3 insiste: "Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona". Questi principi assoluti e universalmente riconoscibili non fanno altro che trasferire sul piano del diritto internazionale la famosa “regola d’oro” che unifica da sempre ogni credo, religione e ogni serio convincimento umano "Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te", declinabile anche al negativo, e ritrovabile in tutti i testi sacri e sapienziali delle varie tradizioni.

Un salto così formidabile però l’umanità non l’aveva però mai osato prima di quella Dichiarazione. Centinaia di migliaia di persone di tutti i popoli, razze, di tutte le opinioni politiche e religiose devono ai suoi effetti la libertà e la vita.

Come conseguenza logica e stringente, non solo le leggi devono cambiare in ogni parte del mondo e devono essere fatte rispettare, ma deve cambiare il cuore spesso indifferente o fazioso dell’uomo.

È disumano infatti rimanere freddi e indifferenti rispetto ai drammi altrui solo perché non mi riguardano personalmente o indignarsi solo per le violenze e i soprusi patiti dai propri connazionali, correligionari, persone della stessa razza o condizione sociale e sessuale.

L’umanità ha sentenziato che “ogni persona” va protetta dalla violenza fisica o morale e dalle persecuzioni. Risulta perciò inconciliabile con la Dichiarazione il pensiero dei menefreghisti “professionali” o dei fautori di un’ indignazione a senso unico destinata solo a quei perseguitati che la pensano come loro, perchè accomunati dallo stesso credo, dalle stesse idee politiche, dall’appartenenza nazionale o localistica e dalle stesse condizioni umane.  

Chi allontana di fatto da sé e dalla comunità quanti sono diversi da lui per fede, visione del mondo, razza, condizione sociale e sessuale, alimentando così la “globalizzazione dell’indifferenza” e “la cultura dello scarto”, per usare le parole di Papa Francesco, ferisce al cuore e paralizza quella Dichiarazione, che appare sempre più, oggi più che mai, un distillato grandioso, sapiente, provvidenziale e indispensabile di umanizzazione di questo mondo spesso ancora insopportabilmente ingiusto e violento.

Silvano Magnelli

Salute delle persone detenute e prevenzione del disagio sociale: iniziative del Consiglio regionale

Salute delle persone detenute e prevenzione del disagio sociale: iniziative del Consiglio regionale

Trieste - Buone notizie. Perlomeno, buone intenzioni dal Consiglio regionale per quanto riguarda il mondo delle carceri. Qualche giorno fa l'assemblea regionale ha deliberato alcune iniziative contenute in una mozione (primo firmatario il Consigliere, Franco Rotelli) che impegnano la Giunta su tre specifici punti.

Il primo riguarda la riforma sanitaria penitenziaria che, nella nostra Regione, deve essere ancora recepita dopo cinque anni dalla sua promulgazione. L’impegno è quello di avviare “da subito una fase sperimentale propedeutica all’effettiva e completa applicazione della riforma sanitaria penitenziaria”.

Da alcune dichiarazioni pubbliche di esponenti della Giunta sembrava che l’applicazione fosse più imminente (primi mesi del 2014). Invece, siamo all’avvio della fase sperimentale: indubbiamente necessaria, ma i tempi per l’effettiva realizzazione della riforma tenderanno a dilatarsi. Al secondo punto è prevista la ridefinizione delle finalità e la composizione della “Commissione consultiva regionale sul disagio sociale e devianza”.

Si tratta di un centro di coordinamento e di programmazione per interventi nel campo “della prevenzione della devianza nonché degli interventi nell’area penale minorile e per adulti”. La commissione era stata istituita nel 1999, ma da diversi anni non era stata più convocata. L’ultimo punto riguarda “l’invito […] ad avviare un percorso mirato a costituire gli organismi di garanzia preposti a garantire tutti i diritti compresi quelli per le persone private dalla libertà personale e ristrette presso gli Istituti penitenziari”.

Il riferimento, non diretto, è al Garante regionale dei detenuti. La mozione, in fase di presentazione, parlava espressamente dell’istituzione di questa figura, presente in 22 paesi dell’Unione Europea oltre che in diverse regioni italiane. In FVG attualmente è stata istituita la figura del Garante dei detenuti nei comuni di Trieste ed Udine e nella provincia di Gorizia. La discussione in aula ha voluto rendere più generico il riferimento a questa figura. Come leggere questo emendamento?

Tutte e tre le questioni in esame erano presenti nella lettera che la Conferenza Regionale Volontariato Giustizia aveva sottoposto agli allora candidati per la carica di Governatore della Regione, quali temi di maggior rilievo riguardo le competenze regionali in materia penitenziaria. La Conferenza non può, quindi, che apprezzare gli impegni presi dalla Giunta regionale. Qualcosa si sta muovendo? E’ necessario, ora, attendere e monitorare i tempi e le modalità dell’effettiva realizzazione.

Giorgio Pilastro – Conferenza Regionale Volontariato Giustizia FVG

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