"A scuola di libertà": gli studenti incontrano il mondo del carcere. Iniziative in Friuli Venezia Giulia
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- Categoria: Uomini e diritti
- Pubblicato Lunedì, 11 Novembre 2013 11:04
- Scritto da Corinna Opara
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Gorizia - Conoscere per capire, ma soprattutto imparare che la realtà è ben più complessa di quel che appare, e che non sempre abbiamo la verità in tasca. "A scuola di libertà", la giornata nazionale dove la scuola incontra il mondo del carcere, serve a questo. E tra i protagonisti dell'edizione 2013, prevista per il 15 novembre, ci sono anche alcuni giovani di Udine e Gorizia.
Promossa dalla Conferenza nazionale del volontariato di giustizia, alla quale aderiscono 8 associazioni (tra cui Antigone, Comunità Papa Giovanni Paolo XXIII, Libera, Arci e Caritas Italiana) e 19 Conferenze Regionali, in rappresentanza di circa 8 mila volontari, la Giornata si propone di creare delle occasioni di confronto in cui ex detenuti o detenuti in permesso raccontano la propria esperienza ai giovani di oggi, mettendosi a disposizione anche per rispondere alle eventuali domande e curiosità a loro rivolte.
"È importante - si legge nella presentazione del progetto - che i ragazzi capiscano che l’esperienza del carcere riguarda persone con percorsi di vita spesso del tutto simili ai loro, ma che ad un certo punto hanno deragliato, senza che fossero in grado di chiedere aiuto o di pensarci prima".
"Attraverso le loro testimonianze, gli studenti sono invitati a pensare ai possibili comportamenti loro o dei loro amici che li espongono a rischi, come l’uso di sostanze o la guida in stato di ebbrezza. Si tratta di un allenamento “a pensarci prima” attraverso il confronto con chi è finito in carcere per non averlo saputo fare".
Ma non solo: dall'altra parte infatti, a loro volta ai detenuti viene offerta l'occasione di "confrontarsi con il mondo dove dovranno gradualmente ritornare, e a volte anche con chi è stato vittima di reati simili a quelli commessi da loro, e questo li costringe a riflettere fino in fondo sulle proprie responsabilità".
A rispondere all'appello nazionale, che quest'anno vede coinvolte tredici regioni e una sessantina di associazioni, anche tre province del Friuli Venezia Giulia: a Gorizia, ad esempio, la Comunità di recupero e inserimento sociale Arcobaleno incontrerà due classi del polo liceale di lingua slovena, una di indirizzo classico e una scientifico, per un totale di 80 studenti.
"Nel nostro caso i giovani non incontreranno i detenuti - spiega don Alberto Denadai, della Comunità -, ma avranno l'opportunità di incontrare il cappellano e un'assistente sociale del carcere attualmente in pensione ma che continua ad operarvi all'interno in qualità di volontaria e un avvocato. Descriveremo la vita carceraria e quanto facilmente spesso può accadere di finire dall'altra parte per un nonnulla".
Niente detenuti nemmeno per quel che riguarda circa 60 studenti delle classi prima, seconda e terza professionale a Udine. "È la prima volta che facciamo una cosa simile con gli studenti - spiega Maurizio Battistutta dell'associazione di volontariato penitenziario Icaro che coordina l'iniziativa nell'udinese -. Il progetto è realizzato in collaborazione con alcuni insegnanti della materia storico-sociale, ed è partito qualche settimana fa con alcuni appuntamenti per introdurre i giovani all'argomento".
"Non incontreremo i detenuti perché alcuni studenti sono ancora minori, ma non escludiamo la possibilità di farlo in futuro, soprattutto in base all'interesse e alle reazioni dei partecipanti".