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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Omofobia e bullismo omofobico in regione: a Pordenone e Udine dibattiti con Vladimir Luxuria

Omofobia e bullismo omofobico in regione: a Pordenone e Udine dibattiti con Vladimir Luxuria

Pordenone - Il 21 e 22 Marzo la scrittrice ed ex parlamentare Vladimir Luxuria sarà a Pordenone e Udine con Atap Spa e Arcigay Friuli per un incontro sul bullismo Omofobico e per presentare il suo ultimo romanzo "L’Italia Migliore".

Venerdì 21 marzo a Pordenone doppio appuntamento: in mattinata la conferenza stampa in cui presenterà il suo ultimo libro ("L'Italia migliore", Bompiani Editore), quindi l'evento clou, ovvero il convegno sul bullismo omofobico, in programma alle 18 all'autoparco Atap di via Prasecco.

"La libertà d'amare viaggia con noi: bullismo omofobico, luci e ombre in Friuli Venezia Giulia", questo il titolo del simposio, durante il quale Luxuria porterà la sua esperienza su un tema così sentito e attuale, che sarà analizzato nel dettaglio dal presidente di Arcigay Friuli "Nuovi Passi" di Udine e Pordenone, Giacomo Deperu, e dalla psicologa Margherita Bottino, referente scientifico del progetto scuole regionale Arcigay-Arcilesbica, denominato “A scuola per conoscersi, contro il bullismo omofobico”.

Introdurrà i lavori del convegno il presidente dell'Atap, Mauro Vagaggini, che alla vigilia dell'evento commenta il clamore suscitato in questi giorni dall'arrivo di Luxuria: "Non entro nel merito - dichiara Vagaggini -, ma mi auguro che per un giorno si possa andare oltre le polemiche e pensare esclusivamente a un tema importante come quello del bullismo".

"Atap in questi anni ha promosso diversi momenti di approfondimento sociale, penso alla sicurezza sulle strade, al rispetto dell'ambiente, alla sicurezza delle donne, ai corretti stili di vita. Stavolta abbiamo deciso di puntare sull'omofobia, che da quanto ci risulta è una delle cause principali, se non la principale, del bullismo tra i nostri giovani. A cui, purtroppo, nemmeno Pordenone è immune".

"Noi che trasportiamo migliaia di ragazzi ogni giorno, possiamo svolgere anche attraverso questo incontro un'importante opera di sensibilizzazione".

"Siamo impegnati, sia nelle scuole superiori che nelle scuole medie, nella prevenzione e contrasto del bullismo omofobico - afferma Giacomo Deperu - che anche in regione registra numerosi casi e rappresenta la principale causa di bullismo fra gli adolescenti. Un grazie all'amica Vladi che ha messo la sua popolarità a servizio delle nostre battaglie".

Il progetto regionale scuole di Arcigay/Arcilesbica del Fvg ha già coinvolto oltre 3400 studenti delle scuole medie e superiori, di cui circa 850 nei primi mesi del 2014.

Un progetto nato nel 2009 e seguito da psicologi professionisti e giovani volontari gay e lesbiche, che nel 2011 ha ricevuto una medaglia di riconoscimento dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e che lo scorso dicembre è diventato protocollo regionale al quale partecipano anche l’Assessorato regionale all’Istruzione, l’Ufficio scolastico regionale e l’Università di Trieste.

Dopo l'appuntamento di Pordenone, Vladimir Luxuria sarà a Udine, sabato 22 marzo, alla libreria La Feltrinelli alle 11,30. L'evento, organizzato da Arcigay Friuli per sensibilizzare sulle tematiche dell'omo/transfobia, vede la presentazione dell'ultimo libro di Vladimir Luxuria "L'Italia migliore". Intervengono la presidente della Commissione Pari Opportunità, Sara Rosso e Giacomo Deperu.

Centro di Identificazione ed espulsione di Gradisca: a due mesi dalla chiusura ancora molto da chiarire

Centro di Identificazione ed espulsione di Gradisca: a due mesi dalla chiusura ancora molto da chiar

Gorizia - L'Associazione "Tenda della pace e dei diritti" di Staranzano (Go) ha pubblicato il 10 marzo un documento sul Centro di Identificazione ed espulsione (Cie) di Gradisca d'Isonzo (Go).

"Detenzione discrezionale, condizioni igieniche indecenti, uso (e abuso) di un potere esercitato tramite manganelli e lacrimogeni, somministrazione sistematica di psicofarmaci, violazioni dei diritti umani - si legge nel comunicato. - Questo è stato per anni il CIE di Gradisca d'Isonzo, situazioni denunciate da avvocati, medici, giornalisti, associazioni ma anche commissioni governative e decine di parlamentari".

"Per tutto questo nessuno ha pagato e nessuna indagine è mai stata aperta" scrive l'Associazione, che da anni si batte per il rispetto dei diritti delle persone migranti. "Evidentemente per qualcuno l’esistenza di un mostro simile sul territorio italiano è da considerarsi normale, un elemento imprescindibile per le leggi di criminalizzazione degli esseri umani".

"A distanza di mesi dalla sua chiusura, che ci auguriamo sia definitiva, gli unici che stanno pagando un prezzo altissimo, la propria libertà, sono coloro che, nei tragici giorni estivi del CIE di Gradisca, sono accusati di aver rotto le reti che circondano il centro per salire il tetto e comunicare con l'esterno".

"Sono cinque le persone accusate di aver danneggiato la struttura, quattro le persone attualmente soggette a un provvedimento di custodia cautelare che si protrarrà fino alla fine delle indagini: I. e S. sono in carcere da ottobre. Sei mesi per aver rotto un plexiglass e qualche pezzo di ferro".

"Tra il 4 e il 5 marzo altre due persone sono state arrestate e si trovano attualmente in stato di detenzione con la medesima accusa. Probabilmente pensavano che l’incubo fosse finito, ignorando di aver a che fare con una giustizia che diventa improvvisamente solerte quando deve difendere plexiglass, reti metalliche e sistemi d’allarme".

Ci sono altre vittime del Centro, denuncia La Tenda: che cosa "davvero accadde la notte che Majid cadde dal tetto del Cie, nell’agosto 2013? Majid è in coma da più di sei mesi, e l’unica reazione davvero solerte che abbiamo riscontrato è stata quella di tentare di impedire ai suoi cugini, arrivati da un’altra regione italiana dove risiedono da più di 10 anni, di vederlo".

“L’ispettore del CIE dice che nessuno può entrare a vederlo, nemmeno i parenti, è un caso riservato” ci dissero i medici dell’Ospedale di Cattinara (Trieste)

"Non sappiamo neanche che ne sia stato di Radouane, che per fuggire dal CIE di Gradisca nel 2012 saltò da quel maledetto tetto rompendosi entrambi i talloni. Due settimane di ospedale, e poi di nuovo nella bocca del mostro, a muoversi con le stampelle in una struttura certamente non pensata per i disabili".

"Non avrei dovuto saltare – ci disse – il muro era alto, ma io avevo preso molti psicofarmaci e non me ne sono reso conto".

"Non sappiamo se qualcuno si sia mai posto il problema di capire perché, per sedare queste “illegittime” rivolte, si sia pensato di far cadere piogge di lacrimogeni su persone intrappolate dentro a delle gabbie; non ci risulta sia normale, nemmeno in un paese come il nostro".

L'Associazione auspica che su quanto accaduto al Cie di Gradisca si faccia chiarezza e che si valutino le sentenze che riconoscono come "difesa personale" il ribellarsi all'interno dei Cie (la prima fu del Tribunale di Crotone nel 2012).

Dichiarazioni anticipate di trattamento: la Giunta del Comune di Trieste propone un servizio di deposito

Dichiarazioni anticipate di trattamento: la Giunta del Comune di Trieste propone un servizio di depo

Trieste - La Giunta Municipale di Trieste ha approvato nella seduta di lunedì 17 febbraio la proposta di Delibera Consiliare per l'Istituzione del servizio per il deposito e la custodia delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT). Relatore della proposta, il Vicesindaco ed assessore ai Servizi al Cittadino Fabiana Martini. Lo comunica in una nota il Comune di Trieste.
 
"La Giunta - si legge nella nota - intende prendere atto e venire incontro alle richieste espresse da molti cittadini che hanno manifestato in vario modo il desiderio di sottoscrivere dichiarazioni anticipate di volontà sui trattamenti sanitari a cui potrebbe essere sottoposto o meno chi non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso o il proprio dissenso informato".

Lo scopo, secondo i proponenti, è quello di "fornire al medico un elemento per l’individuazione della volontà del paziente in materia di trattamento sanitario anche quando questi non sia più in grado di comunicarla".

"Diversi Comuni italiani – viene rilevato nella stessa Delibera - sono già intervenuti in materia istituendo un servizio di registrazione di tali dichiarazioni di volontà. Recentemente una raccolta di firme è stata presentata alla Presidenza del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia anche nell’intento di richiedere che le suddette dichiarazioni possano venir registrate sulla Carta regionale dei servizi che ha – come noto - funzione di tessera sanitaria elettronica".

Il provvedimento adottato dalla Giunta dovrà ora seguire il consueto iter previsto per le Delibere consiliari, passando per i Consigli Circoscrizionali che saranno chiamati a esprimere il loro parere, quindi per la competente Commissione Consiliare, per giungere infine al voto del Consiglio Comunale, che peraltro aveva già approvato su questo argomento, nel corso del 2012, due specifiche mozioni

Nel caso di approvazione, verrà istituito e regolamentato il deposito e la custodia presso il Comune (nello specifico presso l'Ufficio Servizi Generali e Notifiche dell’Area Risorse Umane e Servizi ai Cittadini) delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento.

Il provvedimento non ha mancato di suscitare polemiche da parte di alcuni esponenti del mondo cattolico.

Esso tuttavia, ricorda la Giunta "si richiama anche agli articoli 13 e 32 della Costituzione, alla Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea e alla Convenzione sui Diritti umani e la Biomedicina di Oviedo del 1997 ratificata dal Parlamento italiano nonché al documento su “Dichiarazioni anticipate di trattamento” del Comitato Nazionale di Bioetica dd. 18 dicembre 2003".

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