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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Palmanova, una soluzione per l'emergenza della città stellata

Palmanova, una soluzione per l'emergenza della città stellata

Palmanova (Ud) – Emergenza: da anni ormai questa è la parola d'ordine nella città stellata. Le notizie allarmanti di crolli di parti delle mura e di mancanza di fondi per salvaguardare il patrimonio storico si susseguono sempre più spesso, mentre nomi celebri del panorma artistico friulano e nazionale gridano che non si può trattare così un posto come questo, abbandonandolo a sé stesso.

Nonostante le mille polemiche, molto è stato comunque fatto. Passeggiando oggi per i bastioni, infatti, l'ambiente è ben diverso da qualche tempo fa, grazie anche all'aiuto di volontari che hanno pulito da erbacce e immondizia. Ma qua e là si trovano ancora “cantieri” di lunga data, in corso d'opera con lavori che si protraggono da diverso tempo e apparentemente fermi agli stadi iniziali.

Il dramma che si sta consumando a Palmanova non è solo verso il passato storico di questa antica roccaforte, ma anche per la vita stessa dei suoi abitanti. Camminando per le strade del centro durante la settimana, infatti, la desolazione è una tetra costante, interrotta soltanto dai gruppetti di immigrati che soggiornano qui, ospitati dalle strutture e alberghi come in altri luoghi d'Italia. Di palmarini, invece, se ne vedono pochi e altrettanto pochi vivono ancora dentro le mura.

A questa lenta agonia bisogna porre rimedio. Lo sanno le istituzioni locali, che da tempo organizzano vari appuntamenti per coinvolgere i propri cittadini e turisti, come le recenti attività che si sono svolte durante il lunedì di Pasqua. Ma non ci si può fermare a “spot” momentanei, né basare la vita intera di una cittadina soltanto su feste e manifestazioni. Bisogna partire a monte, dall'ambiente stesso, e ciò vede coinvolta in primis proprio la gestione del paesaggio.

Perché per risollevare Palmanova non servono necessariamente investimenti milionari. Basterebbe coinvolgere tutta quella forza lavoro che la crisi economica ha respinto e gettato nel dimenticatoio, ossia le migliaia di disoccupati che la zona della Bassa Friulana ha e che non riescono a trovare un lavoro: stare a casa senza far nulla è il primo passo verso la disperazione, un sentimento che fa sentire inutili e di peso alla comunità.

Ecco allora una via per aiutare, gli altri ma anche sé stessi: lavorare per riportare l'antico splendore nella fortezza, ripulendola e sistemando l'ambiente esterno. Il tutto ovviamente durante il periodo in cui l'INPS paga il sussidio di disoccupazione a chi ne ha diritto.

Non ci si può certo fermare a questo, ovvio. Poi sarà necessario riportare le persone in città, attraverso attrazioni e servizi che la caratterizzino: su questa strada è già il mondo del calcio regionale, con il progetto di rendere Palmanova una “Coverciano friulana”, ossia un punto di contatto e formazione per federazioni, dirigenti, giocatori e arbitri. Un'idea che potrebbe infondere nuova linfa e ulteriori progetti nel palmarino, grazie ai numerosi spazi verdi usufruibili per diverse attività sportive.

Le speranze per la città fortezza ci sono, vivono però sotto una spessa coltre di polvere di apatia. La sfida per la politica locale è quindi quella di scacciarla via, sapendo ideare e rendere reale una città a misura di cittadino. Solo così potrà tornare a vivere, essere vissuta e non cadere nella pattumiera delle cose belle ma non valorizzate.  

La lotta alla corruzione di Dino Santin: 24 giorni di sciopero della fame. Video

La lotta alla corruzione di Dino Santin: 24 giorni di sciopero della fame. Video

Pordenone - Giunge al 24° giorno lo sciopero della fame contro la corruzione dell'ex imprenditore del legno Dino Vittorio Santin, che porta avanti la sua personale testimonianza in un gazebo in piazzale Ellero a Pordenone. La protesta era iniziata l'11 marzo scorso.

"Le motivazioni della protesta - scrive Santin nella sua pagina Facebook - sono riassumibili in pochi punti: corruzione diffusa nella pubblica amministrazione che ci porta ad essere i primi in classifica del mondo occidentale (fonte Transparency 2014 - Il Fatto Quotidiano); inefficenza e spreco di denaro pubblico che sono all ordine del giorno da più di 30 anni; opere incompiute e cattedrali nel deserto, come il Mose a Venezia e il Ponte sullo Stretto".

Santin, ormai duramente provato, in questi giorni è stato intervistato dalla trasmissione nazionale "Dalla vostra parte" e da altre testate locali e nazionali. Ha raccolto la solidarietà di numerosi cittadini che sono giunti anche da città vicine per manifestare appoggio alla sua protesta.

Santin, che ha anche coniato un nuovo simbolo per la lotta alla corruzione, un fiocco bianco, partecipa la sera del 3 aprile, venerdì santo, ad una riunione di un primo gruppo di persone che intendono dare un contributo strutturato al movimento di protesta.

L'appuntamento è alle 19.30 presso il bar trattoria Toffolon in piazzale Ellero a Pordenone.

Qui la videointervista:

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20 anni di Schengen: quattro milioni di chilometri quadrati e 400 milioni di persone senza frontiere

20 anni di Schengen: quattro milioni di chilometri quadrati e 400 milioni di persone senza frontiere

FVG - Il 26 marzo è stato celebrato il 20° anniversario del Trattato di Schengen, che sancisce la libertà di circolazione negli Stati europei. E sono trascorsi quasi 30 anni da quando, il 14 giugno 1985, cinque stati membri (il Belgio, l'allora Germania Ovest, la Francia, l'Olanda e il Lussemburgo) decisero di lasciare libero il passaggio alle loro merci ed ai loro cittadini.

Per il Friuli Venezia Giulia le date significative sono state il 1º aprile 1998 ed il 21 dicembre 2007, quando hanno aderito al Trattato, rispettivamente, Austria e Slovenia. L'Italia aveva aderito il 26 ottobre 1997.

Lo spazio Schengen oggi è composto da 26 paesi europei. Dei 28 appartenenti all'Unione, attualmente ne fanno parte 22; le eccezioni sono costituite da Gran Bretagna e Irlanda (opt-out), Cipro (l'isola è divisa in due dall'invasione della Turchia), Croazia (ingresso previsto 2015-2016), Bulgaria e Romania (via libera della Commissione ma veto di Germania, Olanda e Finlandia). Vi rientrano poi Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera.

L'area copre attualmente una popolazione di oltre 400 milioni di persone e una superficie di circa 4.000.000 km2.

A gennaio, dopo l'attentato terroristico al giornale Charlie Hebdo, la Francia ha chiesto una intensificazione dei controlli all'entrata dei Paesi del Trattato, cambiando, se occorre, le regole.

Il vertice dei ministri europei svoltosi a febbraio 2015 ha deciso tuttavia di non modificare la normativa in vigore ma di sfruttare gli strumenti già a disposizione delle forze dell'ordine, tra cui il Sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II), operativo dall’aprile 2013.

Il sistema permette alle autorità nazionali doganali, di polizia e di controllo delle frontiere di scambiarsi informazioni sulle persone che potrebbero essere coinvolte in reati gravi. Contiene segnalazioni sulle persone scomparse (soprattutto minori) oltre a indicazioni su beni e documenti d’identità rubati, sottratti o smarriti.

Con la revisione del regolamento Schengen del 2013, si autorizza il ripristino dei controlli alle frontiere interne in presenza di "minaccia grave per l’ordine pubblico o la sicurezza interna" per 30 giorni.

Nel caso si registrino carenze gravi nella capacità di uno o più Stati di gestire i controlli alle frontiere esterne, la Commissione può anche prevedere il ripristino dei controlli delle frontiere nazionali, per un massimo di due anni.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
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