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Palmanova, una soluzione per l'emergenza della città stellata
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Lunedì, 06 Aprile 2015 10:24
- Scritto da Timothy Dissegna
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Palmanova (Ud) – Emergenza: da anni ormai questa è la parola d'ordine nella città stellata. Le notizie allarmanti di crolli di parti delle mura e di mancanza di fondi per salvaguardare il patrimonio storico si susseguono sempre più spesso, mentre nomi celebri del panorma artistico friulano e nazionale gridano che non si può trattare così un posto come questo, abbandonandolo a sé stesso.
Nonostante le mille polemiche, molto è stato comunque fatto. Passeggiando oggi per i bastioni, infatti, l'ambiente è ben diverso da qualche tempo fa, grazie anche all'aiuto di volontari che hanno pulito da erbacce e immondizia. Ma qua e là si trovano ancora “cantieri” di lunga data, in corso d'opera con lavori che si protraggono da diverso tempo e apparentemente fermi agli stadi iniziali.
Il dramma che si sta consumando a Palmanova non è solo verso il passato storico di questa antica roccaforte, ma anche per la vita stessa dei suoi abitanti. Camminando per le strade del centro durante la settimana, infatti, la desolazione è una tetra costante, interrotta soltanto dai gruppetti di immigrati che soggiornano qui, ospitati dalle strutture e alberghi come in altri luoghi d'Italia. Di palmarini, invece, se ne vedono pochi e altrettanto pochi vivono ancora dentro le mura.
A questa lenta agonia bisogna porre rimedio. Lo sanno le istituzioni locali, che da tempo organizzano vari appuntamenti per coinvolgere i propri cittadini e turisti, come le recenti attività che si sono svolte durante il lunedì di Pasqua. Ma non ci si può fermare a “spot” momentanei, né basare la vita intera di una cittadina soltanto su feste e manifestazioni. Bisogna partire a monte, dall'ambiente stesso, e ciò vede coinvolta in primis proprio la gestione del paesaggio.
Perché per risollevare Palmanova non servono necessariamente investimenti milionari. Basterebbe coinvolgere tutta quella forza lavoro che la crisi economica ha respinto e gettato nel dimenticatoio, ossia le migliaia di disoccupati che la zona della Bassa Friulana ha e che non riescono a trovare un lavoro: stare a casa senza far nulla è il primo passo verso la disperazione, un sentimento che fa sentire inutili e di peso alla comunità.
Ecco allora una via per aiutare, gli altri ma anche sé stessi: lavorare per riportare l'antico splendore nella fortezza, ripulendola e sistemando l'ambiente esterno. Il tutto ovviamente durante il periodo in cui l'INPS paga il sussidio di disoccupazione a chi ne ha diritto.
Non ci si può certo fermare a questo, ovvio. Poi sarà necessario riportare le persone in città, attraverso attrazioni e servizi che la caratterizzino: su questa strada è già il mondo del calcio regionale, con il progetto di rendere Palmanova una “Coverciano friulana”, ossia un punto di contatto e formazione per federazioni, dirigenti, giocatori e arbitri. Un'idea che potrebbe infondere nuova linfa e ulteriori progetti nel palmarino, grazie ai numerosi spazi verdi usufruibili per diverse attività sportive.
Le speranze per la città fortezza ci sono, vivono però sotto una spessa coltre di polvere di apatia. La sfida per la politica locale è quindi quella di scacciarla via, sapendo ideare e rendere reale una città a misura di cittadino. Solo così potrà tornare a vivere, essere vissuta e non cadere nella pattumiera delle cose belle ma non valorizzate.