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Celebrato il 70° anniversario della Liberazione. Serracchiani: essere qui non è solo simbolo ma dovere
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- Pubblicato Sabato, 25 Aprile 2015 17:31
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FVG - "Essere qui per i settant'anni dell'anniversario della Liberazione non è solo un segno simbolicamente importante ma anche un dovere".
Lo ha sottolineato la presidente della Regione Debora Serracchiani a margine della cerimonia delle celebrazioni per il 25 aprile al monumento nazionale della Risiera di San Sabba a Trieste.
In merito al richiamo del presidente della Repubblica Mattarella che ha invitato tutte le forze politiche e civili a difendere la democrazia, la governatrice Serracchiani ha detto che "il Presidente ha detto una cosa vera in un contesto nel quale abbiamo alle porte molte guerre con persone che chiedono aiuto all'Europa, i tanti migranti che attraversano i nostri confini, ma penso anche che sia arrivato il momento che questa democrazia permetta all'Italia e all'Europa di assumersi delle responsabilità e di fare delle scelte, per dare risposte non soltanto ai territori ma anche ai cittadini stessi. Credo che pur in un momento storico con una crisi economica, sociale, culturale e politica particolarmente violenta, l'Italia sia un Paese unito, che sta reagendo bene".
All'inizio della cerimonia la presidente della Regione, presente il gonfalone della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, ha deposto una corona ai Caduti e ha assistito ai discorsi ufficiali accanto al prefetto Francesca Adelaide Garufi, al sindaco di Trieste Roberto Cosolini, alla presidente della Provincia Teresa Bassa Poropat, all'assessore regionale Francesco Peroni e numerosi rappresentanti istituzionali.
Il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, dopo aver rievocato i tragici eventi della II Guerra Mondiale, ha tracciato un parallelismo con le odierne vicende ed i “continui attacchi beceri e razzisti verso disperati che arrivano con i barconi in Italia”.
"La Resistenza - ha detto il sindaco Cosolini durante il suo discorso - anche oggi ci obbliga a non voltare la schiena davanti alle masse di diseredati che quotidianamente invocano il nostro aiuto".
Anche a Udine il 70° anniversario della Liberazione è stato celebrato con solennità. Il sindaco Furio Honsell così si è rivolto ai numerosi presenti in piazza della Libertà: “Cittadine e cittadini friulani, da 70 anni liberati! Sindaci del Friuli, rappresentanti del popolo italiano e autorità che nell’essere oggi qui presenti condividete il senso della Festa del 25 Aprile: impegnamoci quotidianamente a far vivere il patrimonio di valori di libertà, di pari opportunità, di pluralismo e di democrazia che ci provengono dalla Resistenza, che fu in primo luogo “rivolta morale” contro il Fascismo, come l’ha definita il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del suo discorso alla Camera dei Deputati nel 70° della Liberazione”.
Il presidente Mattarella rientra da Slovenia e Croazia. A breve un viaggio in Serbia e Montenegro
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- Pubblicato Venerdì, 24 Aprile 2015 16:34
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Roma - “Non si può accettare l'idea che il Mediterraneo sia un grande cimitero per chi cercava una vita migliore e nutriva delle speranze". È inaccettabile "per chiunque abbia a cuore la civiltà umana". Occorre "intervenire all'origine dei fenomeni migratori", combattendo contro quei criminali che sfruttano masse di disperati.
"Vanno contrastati con tutte le forze e il vigore possibile". Lo chiede il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, che il 24 aprile rientra a Roma dopo due giorni di visite ufficiali prima in Slovenia e poi in Croazia.
L'Italia riceve i primi impegni concreti in quella che si profila essere una iniziativa europea, il contrasto al traffico dei profughi e degli immigrati, in cui il Paese è naturalmente chiamato a svolgere un ruolo centrale.
Sergio Mattarella rientra a Roma dopo due giorni di visite ufficiali prima in Slovenia e poi in Croazia con la garanzia che i due paesi balcanici parteciperanno attivamente alle operazioni nel Mediterraneo. Entrambi hanno già annunciato la messa a disposizione di due unità navali per una forza internazionale a livello almeno europeo.
Mattarella si concede anche una battuta sui nuovi dati occupazionali italiani, prima di lasciare Zagabria e rientrare a Roma. Si tratta di "dati confortanti che naturalmente sono ancora iniziali e vanno presi con cautela. Però sono dati che cominciano a incoraggiare la fiducia. Il che è una cosa essenziale". Del resto "le riforme sono un percorso virtuoso, e questo è fuori di dubbio".
Ma sta a cuore al presidente, che di fatto ha avviato un lavoro di mediazione in tutta la regione che si affaccia sulla costa est dell'Adriatico, sottolineare che ormai si profila una "partnership, una collaborazione fra Paesi europei vicini e amici" perché da parte di tutti "c'e' adesso piena comprensione della gravità".
Una sensibilità che "tocca tutti i profili" della vicenda, quindi non solo le operazioni di soccorso in mare o quelle di contrasto ai trafficanti, ma la vera e propria lotta al terrorismo. Non è sfuggito, infatti, il tono di preoccupazione con cui da parte croata e slovena si è accennato a nuovi focolai nella regione dei balcani occidentali.
L'emergenza profughi e immigrati è solo un aspetto di un fenomeno più vasto e più pericoloso: la pressione del fondamentalismo islamico incarnato dall'Isis parte da Sud, con la Libia, ma può passare anche da Est approfittando di eventuali nuove tensioni inter-etniche e inter-religiose nella regione balcanica.
Non a caso Mattarella si appresta, fra qualche settimana, a recarsi anche in Serbia e Montenegro. Bisogna reagire anche avvicinando il più possibile all'Unione europea i Paesi che in questo momento vivono ai suoi margini.
La storia dell'integrazione è una storia di soluzione dei problemi lasciati aperti da decenni di incomprensioni e rivalità. Sono queste le minacce alla stabilità, cui bisogna rispondere dando un nuovo slancio anche all'integrazione continentale.
Mattarella ha potuto ricordarlo anche alle comunità italiane che vivono in Croazia e Slovenia. La loro condizione, fino a non molti anni fa descrivibile come di soggetti discriminati, oggi non è più un ostacolo.
Il presidente ha ricordato come ormai i confini non esistano più, e anche la moneta sia comune, almeno per quanto riguarda la Slovenia. La presenza di diversità culturali - ha aggiunto - è motivo di arricchimento.
Il Presidente della Slovenia Pahor ha parlato di "due paesi vicini e amici, legati da una quantità di elementi nella storia di tanti secoli, ma proiettati nel futuro che abbiamo in comune".
"Questo - ha evidenziato Sergio Mattarella - si riverbera su tante cose, naturalmente, su azioni bilaterali, sui rapporti che abbiamo insieme in quest'area, nell'Unione europea e nella comunità internazionale, a partire dal tema delle minoranze - che il Presidente ha ricordato e che anch'io condivido - che costituiscono una ricchezza per i nostri due Paesi. Incontrerò nelle prossime settimane, con molto piacere, i rappresentanti della minoranza slovena nel mio Paese".
Italia, Croazia e Slovenia si trovano a dover contrastare semmai nuovi problemi, come per l'appunto quello di mercanti di vite umane.
E su questo dev'essere chiaro che, avverte il capo dello Stato, "non si può accettare l'idea che il Mediterraneo sia un grande cimitero per chi cercava una vita migliore e nutriva delle speranze".
È inaccettabile "per chiunque abbia a cuore la civiltà umana". Occorre allora "intervenire all'origine dei fenomeni migratori", combattendo contro quei criminali che sfruttano masse di disperati. "Vanno contrastati con tutte le forze e il vigore possibile", chiede il capo dello Stato.
70° anniversario della Liberazione. Numerose le cerimonie in Friuli Venezia Giulia
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- Pubblicato Venerdì, 24 Aprile 2015 10:32
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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FVG - Numerose in regione le cerimonie per il 70° anniversario della Liberazione. A Trieste, venerdì 24 aprile, Provincia e Comune di Trieste depongono corone d’alloro al Cippo della Resistenza nel Parco della Rimembranza, al Monumento ai Caduti in via dell’Istria, sulla lapide ai Caduti antinazisti del 1944 in via Massimo D’Azeglio, sulla targa che in strada di Guardiella 25 ricorda i Caduti italiani e sloveni di San Giovanni, e sul cippo commemorativo che al Poligono di Villa Opicina ricorda i fucilati dal tribunale speciale.
Sabato 25 aprile, nel giorno esatto del 70°anniversario della Liberazione, alle ore 11.00, alla Risiera di San Sabba, si terrà la solenne cerimonia, presenti autorità civili, militari e religiose e il picchetto del Reggimento Piemonte Cavalleria II.
Accanto alle autorità locali con i rispettivi gonfaloni, saranno presenti i rappresentanti e i labari di vari gruppi ed Enti, delle Associazioni dei deportati e perseguitati politici antifascisti, dei partigiani, dei volontari della libertà, dei caduti, delle associazioni combattentistiche e d’arma, dei sindacati e del Comitato Internazionale del lager nazista della Risiera di San Sabba.
Presente anche la bandiera della Brigata Ebraica che, inquadrata nella ottava Armata dell'esercito britannico, contribuì alla liberazione d’Italia.
La cerimonia proseguirà con la deposizione di una corona d'alloro da parte della presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani e di altri rappresentanti delle istituzioni.
Seguiranno gli interventi di Antonio Palmieri, lavoratore, a nome dei sindacati, del sindaco di Trieste Roberto Cosolini e del primo cittadino del Comune di San Dorligo/Dolina, Sandy Klun.
La celebrazione continuerà con i riti religiosi: cattolico, evangelico, serbo-ortodosso e greco-ortodosso. Il rito ebraico non sarà officiato in quanto l'anniversario coincide con il sabato. A conclusione si terrà il concerto del Coro partigiano triestino.
Il Comune di Trieste, in occasione del 70° anniversario della Liberazione, ha organizzato un ricco e articolato programma di manifestazioni culturali che può essere consultato sul sito www.triestecultura.it
A Gorizia venerdì 24 aprile alle 17 è prevista la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai Deportati in Piazzale Martiri della Libertà d’Italia. Alle 18, nella sala del Consiglio provinciale, si terrà la commemorazione del Settantesimo della Liberazione.
Interverranno il Presidente del Consiglio provinciale di Gorizia, Gennaro Falanga, il Presidente del Comitato provinciale dell’ANPI, Paolo Padovan, la consigliera Simonetta Vecchi (che si esprimerà in lingua friulana), il consigliere Aljoša Sosol (che si esprimerà in lingua slovena), una rappresentanza della Consulta provinciale degli Studenti di Gorizia. Seguirà un intervento dell’Avv. Prof. Guglielmo Cevolin, aggregato di diritto costituzionale all’Università di Udine, su “Pace e Costituzione”.
A Pordenone il 70° anniversario della Liberazione sarà celebrato il 25 aprile in Piazzale Ellero dei Mille davanti al Monumento ai Caduti.
Alle 9.15 si schiereranno i reparti in armi e la Filarmonica della città. Dopo l’afflusso delle autorità alle 9.35 saranno resi gli onori al Gonfalone della Provincia cui seguiranno l’alzabandiera e l’onore ai Caduti.
L’indirizzo di saluto sarà portato dal presidente della Provincia Claudio Pedrotti, dal presidente dell’Anpi prof. Giuseppe Mariuz con la prolusione della proff.ssa Antonietta Zancan dirigente scolastico.
Alle 10.10 circa si formerà il corteo, che transitando lungo via Cavallotti e viale Marconi si dirigerà al centro studi in piazza Maestri del lavoro per la deposizione della corona ai cippi della M.O. Franco Martelli e Deportati nei campi di sterminio nazisti e alla lapide della M.O. Terzo Drusin nell’omonima aula magna.
Alle 11 il vescovo Mons. Giovanni Pellegrini officerà alla Santa Messa e alle 12, nella sala del Consiglio Comunale, si terrà la cerimonia di consegna dei premi San Marco.
A Udine, il 24 aprile alle 21, una cerimonia di fuochi aerei tricolori sparati dal colle del Castello commemora i 29 partigiani fucilati nelle carceri di Udine il 9 aprile 1945 e il l’agente di pubblica sicurezza impiccato nello stesso giorno allo stipite del portone d’ingresso alle carceri.
La cerimonia ufficiale del 25 aprile, organizzata dal Comitato per la difesa dell’ordine democratico e delle istituzioni repubblicane, di cui il sindaco di Udine è presidente, inizierà alle 9.45 con il ritrovo dei partecipanti in piazza Primo Maggio. Quindi il corteo si muoverà fino a piazza Libertà, dove, alle 10.30, ci sarà l’alzabandiera e la deposizione della corona al Tempietto dei Caduti.
La cerimonia inizierà con il discorso del sindaco di Udine, Furio Honsell. Come da tradizione, si proseguirà poi con la lettura delle motivazioni del conferimento della medaglia al valor militare.
Alle 11.30, quindi, il corteo si muoverà da piazza Libertà, percorrendo via Cavour e via Poscolle, e raggiungerà piazzale XXVI Luglio per la deposizione della corona al Monumento della Resistenza, dove quest’anno il programma è particolarmente ricco.
Ad alternare diverse letture sul tema della Resistenza, sotto il monumento di Valle appena restituito nella sua forma originale grazie a un attento lavoro di restauro che ha interessato anche le aiuole e l’illuminazione, saranno infatti i bambini del Consiglio Comunale dei Ragazzi e i ragazzi del Palio Teatrale Studentesco.
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